Welfare

Cgil: «Adesioni al 58%»

Sacconi: «Bassa partecipazione». E nel Pd scoppia il caso Renzi

di Redazione

«La manovra del governo è ingiusta e totalmente irresponsabile». Lo ha detto il segretario Cgil Susanna Camusso dal palco allestito nei pressi del Colosseo per lo sciopero generale convocato dal sindacato. «Vogliono cancellare lo Statuto dei lavoratori e con esso i loro diritti. Vorrebbero farci tacere, ma noi non ci rassegniamo», ha aggiunto. La Camusso ha anche difeso la scelta di scendere in piazza anche in solitaria, nonostante la presa di distanze di Cisl e Uil. Le adesioni medie secondo la Cgil sono state, sulla base delle prime stime, del 58% (circa il 70% nei trasporti).

Il risultato è stato: metropolitane chiuse, bus a singhiozzo, aerei a terra e numerosi treni fermi. Con disagi per i cittadini soprattutto sul fronte trasporti. Sono stati penalizzati soprattutto i voli con circa duecento cancellazioni tra arrivi e partenze negli aeroporti di Roma e Milano. Nel trasporto ferroviario, secondo i dati diffusi dalla Filt-Cgil, al netto dei treni garantiti, a circa tre ore dall’inizio della protesta si è fermato il 50% dei convogli, prevalentemente regionali. Traffico rallentato nelle principali città anche a causa dei cortei e del maggiore utilizzo del trasporto privato in vista dello stop del trasporto pubblico locale. Servizi rallentati anche negli uffici pubblici e negli ospedali dove a causa dell’adesione massiccia alla protesta dei medici sono saltate in molti casi le visite non urgenti.

Il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ha commentato così le manifestazioni: «le adesioni rimangono quelle tradizionalmente basse degli scioperi promossi dalla sola Cgil, tanto nel pubblico quanto nel privato».

Per quel che riguarda l’opposizione invece lo sciopero ha spaccato il Partito Democratico. A Firenze si è registrata l’assenza pesante del sindaco Matteo Renzi, mentre hanno sfilato per le vie di Firenze, tutti gli altri esponenti delle gerarchie Pd: il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il presidente della Provincia, Andrea Barducci, il segretario del Pd regionale, Andrea Manciulli.

«È sbagliato per il Pd, come partito, aderire allo sciopero indetto dalla Cgil – aveva tuonato qualche giorno fa il sindaco di Firenze – Non capisco chi corre ad aderire allo sciopero di un sindacato: il partito politico non deve aderire ma fare delle proposte. Il compito del politico non è quello di stare nelle piazze ma quello di dire quali idee concrete si hanno per il Paese». Non hanno seguito Renzi altri primi cittadini del Pd, come ad esempio Marta Vincenzi, che a Genova ha sfilato al corteo a cui hanno preso parte anche l’ex leader Cgil Sergio Cofferati e Massimo D’Alema. La decisione del sindaco di Firenze è stata commentata così dal presidente del Pd Rosy Bindi: «La piazza naturalmente è libera…»

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