Economia

Ceto medio addio: 7 milioni in meno

Uno studio di Intesa Sanpaolo e Centro Einuadi prova che gli effetti della crisi si sono fatti sentire soprattutto sulla classe media, che in pochi anni si è ridotta del 32%

di Redazione

L’Italia dice addio al ceto medio. Le famiglie italiane, che appartengono alla classe media nel 2015 sono il 38,5% del totale rispetto al 57,1% rilevato nel 2007. Lo evidenziano i dati raccolti dall’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2015 del Centro Einaudi e di Intesa Sanpaolo presentata ieri a Torino. Nonostante oggi gli italiani riescano a risparmiare il 5% in più rispetto al 2012, gli effetti della crisi si sono fatti sentire soprattutto sul ceto medio.

«Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale il ceto medio ha fatto un passo indietro rispetto ai propri genitori», ha detto Salvatore Carrubba, presidente del Centro Einaudi. «Circa 7 milioni di italiani hanno perso durante la crisi del 2007-2014 l’ancoraggio economico che li legava alla classe media», spiega il rapporto. Mentre ha mantenuto la posizione «naviga a vista, in condizioni precarie e ha abbandonato la spensieratezza». «Non è un fenomeno solo italiano, la contrazione della classe media è una tendenza molto diffusa soprattutto in Europa»ha precisato Carruba, che ha registrato anche «il blocco dell’ascensore sociale».

I modelli di consumo hanno subito una metamorfosi. La classe media ha cambiato tenore di vita: il 25 per cento ha tagliato sull’acquisto di automobili, il 60 su vacanze, alberghi e ristoranti, il 35 per cento sugli spettacoli e il 24 per cento ha rinunciato a cure mediche private, mentre i tagli su abbigliamento e accessori arrivano fino al 50 per cento. I comportamenti reali di risparmio si concentrano sui figli, soprattutto sui loro studi anche all’estero.

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