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Cesvi ospita “Amma”: una vita per gli ultimi in India

Ospite del Cesvi Khrishnammal Jagannathan, discepola di Gandhi e leader dell’ong indiana Lafti*

di CESVI

Per il suo impegno a favore dell?India, nel 1988 il primo ministro indiano Rajiv Gandhi le conferì il titolo di «Padmashri», cioè «fiore di loto», nelle culture orientali simbolo di terra e amore, spiritualità, purezza e dedizione al prossimo. Gli abitanti del Tamil Nadu, il distretto dove vive, affacciato sul golfo del Bengala, la chiamano invece «Amma», che in lingua tamil significa «madre», perché Khrishnammal Jagannathan ha dedicato tutta la sua vita al riscatto degli intoccabili, alla liberazione delle donne, alla dignità dei senza terra, all?educazione dei bambini e alla difesa della natura, diffondendo insieme al marito Jagannathan gli insegnamenti del loro maestro, il Mahatma Gandhi. E ancora oggi continua la sua lotta con fiducia e determinazione: la scorsa settimana è stata ospite a Bergamo del Cesvi, organizzazione umanitaria che collabora con Lafti (Land for Tillers? freedom, ovvero «Terra per la libertà dei braccianti»), la ong fondata nel 1981 dalla coppia di coniugi gandhiani. Khrishnammal è nata nel 1926 in una famiglia numerosa, da genitori fuoricasta e senza terra. La madre, vedova in giovane età, lavora duramente per permetterle di studiare: così lei, grazie anche ad altri aiuti, frequenta l?American college a Madurai e si laurea, prima donna del suo villaggio, a Madras nel 1952. In questi anni si avvicina alla filosofia del Mathama, che incontra per la prima volta il 26 febbraio del 1946: «Era venuto a Madurai per raccogliere fondi per il suo lavoro dedicato agli Harjians, gli intoccabili ? racconta questa donna umile e concreta -. Trascorsi con lui tre giorni memorabili: molti leader vennero da tutta l?India per discutere dei problemi del Paese. Gandhi era un santo: conoscerlo ha dato un incoraggiamento decisivo alla mia convinzione di lavorare per il riscatto delle caste più umili». Insieme al marito, sposato nel 1950, lotta per la distribuzione di terreno agli agricoltori che ne sono privi: in decenni di lotte non violente e di microcrediti, la coppia distribuisce 10 mila acri di terra ad altrettante famiglie di braccianti. «Gandhi ? spiega ? ha insegnato i principi del “sarvoyada”, il benessere per tutti, e dell?autonomia dei villaggi. Invece l?India è un Paese fortemente centralizzato: i politici nelle grandi città lottano per il potere e, una volta raggiuntolo, non sono disposti a cederlo, se non a familiari, amici e compagni di partito. Ovviamente, in città non sanno nulla delle condizioni di vita nelle campagne». Dal 1992 i due coniugi hanno iniziato una nuova lotta contro l?allevamento intensivo di gamberetti da parte delle grandi multinazionali, attività che sottrae ai contadini la terra ? destinata agli impianti -, inquina le falde acquifere e il mare, riducendone la pescosità, e porta alla distruzione della foresta di mangrovie, che da sempre protegge la costa dall?erosione marina e dai tifoni. Il caso è stato portato anche davanti alla Corte Suprema a New Delhi, che nel 1996 ha ordinato la chiusura rapida di tutte le industrie di gamberetti, ma forti connivenze fra politici e uomini d?affari hanno fatto sì che la decisione non fosse mai applicata. «Anche a causa dell?eliminazione di una barriera protettiva, una violenta alluvione ha distrutto case e raccolti meno di due mesi prima dello tsunami: interi villaggi, con capanne fatte di fango, sono stati spazzati via dall?acqua». Il maremoto del 26 dicembre 2004 ha drammaticamente aggravato una situazione già molto difficile: nel distretto del Tamil Nadu, il più colpito in India, si sono contati oltre 10 mila morti, ottantamila sfollati, migliaia di dispersi. «Amma» ha particolarmente a cuore l?emancipazione delle donne: ne comprende sofferenze e bisogni e infonde loro la fiducia in n futuro diverso: «Le persone, soprattutto le donne, sono la mia forza, le mie armi» esclama sorridendo con gli occhi scuri che brillano nel volto rugoso. «Certo ci vorrà molto tempo perché l?India si trasformi, ma qualche segnale si intravede già, come la diffusione delle unioni intercastali, che rompono una rigidissima e crudele tradizione». Lei e il marito hanno avuto il coraggio di sfidare le regole sociali di un Paese fondato sui matrimoni combinati già nel 1950: lei intoccabile e lui rampollo di casta alta si sono sposati, senza feste né fasti, nonostante il parere contrario delle famiglie. Oltre al Premio Padma Shri, nella vita Khrishnammal ha avuto importanti riconoscimenti e quest?anno il suo nome è stato segnalato al comitato che assegna il Nobel, essendo una delle più grandi figure della non violenza nel mondo. In Tamil Nadu, Cesvi e Lafti collaborano a un progetto a favore di 5.000 persone, soprattutto donne e bambini della casta degli “intoccabili”. Numerosi gli obiettivi: migliorare le condizioni abitative e igieniche attraverso la costruzione di abitazioni in muratura, curare il regime alimentare con la creazione di un folto parco bestiame (mucche) per arricchire una dieta quasi del tutto basata su riso e pesce, dare ai giovani una formazione che li aiuti a inserirsi nel mondo del lavoro. Il Cesvi opera inoltre per l?avvio di piccole attività generatrici di reddito, la concessione di microcrediti e l?organizzazione di meeting, in cui gli intoccabili prendono consapevolezza dei loro diritti e costruiscono strategie di riscatto dalla povertà e dall?esclusione sociale. *di Stella Fioretti, tratto da “L?Eco di Bergamo” del 26/9/05


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