Sostenibilità
Cese: «È giunto il momento di coinvolgere i consumatori nell’economia circolare»
Finora le azioni volte a promuovere lo sviluppo dell’economia circolare in Europa si sono concentrate sulla produzione. Ora le condizioni sono mature per sfruttare appieno il potenziale dei consumatori e dar loro la possibilità di compiere scelte di acquisto sostenibili nella vita quotidiana, come afferma un parere del Comitato economico e sociale europeo (Cese), che ha partecipato attivamente al processo di realizzazione dell'economia circolare in Europa
di Redazione
Nel parere, intitolato I consumatori nell'economia circolare, il Comitato economico e sociale europeo (Cese) chiede un riorientamento strategico che ponga i consumatori al centro delle politiche pubbliche per l'economia circolare a tutti i livelli di governo in Europa.
Nella prima fase dell'economia circolare, il ruolo dei consumatori è rimasto quello di operatori urbani che si limitano a riciclare i rifiuti domestici, mentre l'attenzione si è concentrata sulle imprese. Le iniziative della Commissione europea, sottolinea il Cese, si sono concentrate sulla regolamentazione e sulla produzione, incrementando i livelli di riciclaggio e introducendo il concetto di progettazione ecocompatibile.
Si cominciano ora a vedere importanti cambiamenti attuati da grandi industrie, come ad esempio H&M, che ha adottato il modello circolare, e Ikea, che ha introdotto un modello di leasing per le cucine in oltre 30 paesi, e ciò dimostra i progressi fatti sul fronte delle imprese.
«Ora per l'economia circolare 2.0 è giunto il momento di coinvolgere i consumatori», afferma il relatore Carlos Trias Pintó, che invita la Commissione europea a mettersi all'avanguardia del cambiamento nelle sue prossime iniziative.
Questa seconda fase, sottolinea, dipenderà dall'informazione dei consumatori. Gli studi dimostrano che, mentre i consumatori sono pienamente consapevoli delle sfide sociali e ambientali, il prezzo di un prodotto o servizio ha spesso più peso nelle loro decisioni rispetto alla qualità intrinseca degli acquisti. L'informazione e l'educazione, tuttavia, sono fattori chiave per orientarli verso modelli di comportamento circolare. Occorre pertanto mettere in atto l'istruzione e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e fornire ai consumatori informazioni quanto più possibile obiettive.
Il Cese sostiene l'etichettatura facoltativa come passo verso un'etichettatura obbligatoria che indichi l'impronta sociale e ambientale del prodotto – riduzione delle emissioni, conservazione della biodiversità, uso efficiente delle risorse o non utilizzo di componenti con un elevato impatto ambientale, durata prevista, possibilità di ottenere pezzi di ricambio e opzioni di riparazione.
Tuttavia, anche se l'informazione e l'educazione possono fare molto per orientare i consumatori verso prodotti ecologici, riparabili e duraturi, molte persone non potranno permetterseli. Come incentivo, il Cese propone che gli Stati membri adottino un approccio basato su ricompense e che gli enti locali possano utilizzare gli appalti pubblici per promuovere i fornitori sostenibili.
Approfondimenti
Nel 2015 la Commissione europea ha adottato un ambizioso piano d'azione per l'economia circolare che introduce misure concrete volte a "chiudere il cerchio" del ciclo di vita dei prodotti attraverso un maggiore riciclaggio e riutilizzo e apportare benefici sia per l'ambiente che per l'economia. A tre anni dalla sua adozione, le 54 azioni previste dal piano sono state completate. A marzo 2019 la Commissione ha adottato una relazione globale che presenta i principali risultati conseguiti nell'ambito del piano d'azione e delinea le sfide future poste dalla transizione verso un'economia circolare e neutrale dal punto di vista climatico. Il Cese sta elaborando un parere su tale relazione.
Il Cese ha partecipato attivamente al processo di realizzazione dell'economia circolare in Europa e gestisce, insieme alla Commissione europea, la piattaforma europea delle parti interessate per l'economia circolare, una banca dati delle buone pratiche a livello di Ue e un forum di discussione per aiutare gli operatori dell'economia circolare ad affrontare le sfide che incontrano nella loro attività.
Foto: Noah Buscher/Unsplash
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