Politica

Cerveno, il capolavoro impresentabile

Nella media Val Camonica, la più bella Via Crucis del '700

di Giuseppe Frangi

SIMONI, IL GENIO MISTERIOSO Ricorda un po? la parabola dei Sacri Monti delle alpi occidentali: grandi artisti di periferia, che solo in questi ultimi decenni sono stati completamente rivalutati dalla critica. A Cerveno, piccolo paese della media Val Camonica, al fianco della parrocchiale c?è una Via Crucis, in 14 cappelle, realizzate in pieno Settecento da Beniamino Simoni, personaggio misterioso e geniale. Tale fu il successo di questa sua opera che da quel periodo, ogni 10 anni, a Cerveno si rinnova una rappresentazione della Via Crucis che è tra le manifestazioni di teatro popolare più celebri Difficile farci caso. Quando si percorre la bassa Val Camonica, in genere si procede a testa bassa. Strada trafficata, brutte costruzioni disseminate scriteriatamente lungo la statale. Sembra di essere in una propaggine della città infinita, dove ogni regola è saltata e dove il territorio è transitato dal passato contadino alla modernità ipercommerciale senza mediazioni. Le montagne così sembrano un po? un accidente, del tutto ininfluenti sulla vita di questa valle ormai completamente assorbita da questa nuova vitalità selvaggia. Così è difficile fare caso a tutto ciò che si sgancia dal fondovalle: basta fare poche centinaia di metri e la vita improvvisamente rallenta, la valle sembra tornare sui suoi passi di un tempo. Per esempio, se passato Breno prendete a sinistra, salendo di un paio di chilometri vi troverete immersi nel silenzio di Cerveno. Oggi fa poco più di 600 abitanti; le sue case sembrano tutte aggrappate a un pendio molto ripido, ragion per cui le strade sono tutte in verticale, e spesso si trasformano in vere scale. Siamo a pochi chilometri da CAPO DIPONTE, dove c?è il PARCO DELLE INCISIONI RUPESTRI, il più importante complesso di archeologia preistorica d?Italia, ma la storia di Cerveno non ha evidenziato le radici millenarie dei paesi vicini. La toponomastica pare sia germanica: da ?kerbo?, dove ?ker? sta per rupe e ?bo? per villaggio. La storia inizia a ricordarsi di Cerveno alla fine del primo millennio: nel 960 gli eredi di Carlo Magno donano ?villa cervis? ai monaci benedettini di Tour. Di Comune si inizia a parlare solo nel 1300. Ma, vi chiederete, perché vi abbiamo suggerito questa deviazione? Il motivo sta in cima al paese, dove è collocata la parrocchiale, intitolata ovviamente a San Martino di Tour (la storia non passa mai senza lasciare segni…). A fianco della chiesa seicentesca si apre una galleria che sale a gradoni e che accoglie ai suoi lati le 14 cappelle di una VIACRUCIS. All?interno, protette da inferriate, le scene sono ricostruite con statue di legno e di gesso. Arte popolare: così per secoli è stato liquidato questo monumento che ha sempre richiamato grandi folle. Sinché, a fine anni 60, un critico, Giovanni Testori, e un fotografo non si avventurarono sin qui per vedere di cosa davvero si trattava. Quello sguardo accurato tolse il velo a un assoluto capolavoro e rivelò l?identità di un genio folle e misterioso. L?autore di questa Via Crucis drammatica, popolaresca ma capace di una irruenza espressiva da lasciare senza fiato, si chiamava Beniamino Simoni. Lavorò qui tra il 1752 e il 1764, veniva da SAVIORE (altro angolo selvaggio e incontaminato della val Camonica, sotto le pendici dell?Adamello).Per capire che doveva trattarsi di un personaggio poco raccomandabile, basta vedere i cambi di registro che caratterizzano la sua opera: travolgente e indimenticabile quando si tratta di scolpire le figure dei cattivi, un po? imbarazzato, quasi intimidito davanti ai buoni. Sulla fortuna di Simoni ha inciso il mistero che circonda la sua biografia: infatti per ragioni che non sono note non arrivò alla conclusione di questo suo grande ciclo, probabilmente litigò con la committenza, tant?è vero che il gruppo con la DEPOSIZIONE NEL SEPOLCRO è stranamente finito nella parrocchiale di BRENO, qualche chilometro più sotto. Il successo di quest?opera è testimoniato da una tradizione che si rinnova ogni 10 anni: a Cerveno si svolge la SANTA CRÜS, una rappresentazione per le vie del paese che attira decine di migliaia di persone. Le particolarità della rappresentazione sta nel fatto che non avviene in quaresima ma in maggio. E che agli attori è da sempre concessa una libertà interpretativa assolutamente inconsueta: eredità di quella libertà espressiva che rende ancor oggi indimenticabile il capolavoro di Simoni.


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