Mondo
C’era una volta un confine
Dalla notte di martedì, i palestinesi di Gaza affollano le strade di El Arich, novella terra promessa
Un via vai continuo di migliaia di persone, uomini, donne e bambini, a piedi o su mezzi di trasporto. E animali, sacchi di farina, tabacco, taniche di combustibile, lampade al neon, stufe per il riscaldamento, stecche di sigarette, beni di sussistenza di ogni genere.
Questo è il bazar di Rafah. Là dove, fino a due giorni fa, una barriera di cemento e alluminio separava la Striscia di Gaza dal territorio egiziano, ora la folla calpesta le lamiere, si spinge senza trovare ostacoli fino alla vicina città di El Arich e torna indietro carica di speranza, ancor più che di acquisti.
Un grande mercato a cielo aperto, attivo 24 ore su 24, accoglie i palestinesi in fuga dall’embargo israeliano e offre loro, per circa 30 km oltre il confine, una ritrovata sensazione di libertà.
Non c’è da stupirsi di fronte all’entusiasmo dei bambini, che sbucano fra i blocchi di muro crollati nella notte fra martedì e mercoledì. Increduli, si rincorrono fra un mattone e l’altro, giocano a nascondino, saltano su un piede solo dall’Egitto alla Palestina.
Quanto durerà questo gioco non dipende da loro e neanche dai soldati egiziani schierati sul posto. Tocca ad Hamas e alle autorità egiziane trovare un accordo che dia sollievo alla popolazione e non indispettisca ulteriormente Tel Aviv.
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