Non profit

C’era una volta la cooperazione. Prima della scure di Tremonti

di Paolo Manzo

Chiudiamola una volta per tutte?
?e che non se ne parli più. Finalmente potrò cambiare titolo e temi di questa rubrica, da Scooperation a Latinos, e la smetteremo tutti di prenderci in giro. Già perché di presa per i fondelli vera e propria si tratta. Non fosse bastato il taglio del 56% alla cooperazione quest’anno, la povera Elisabetta Belloni, a capo della Dgcs (Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo) della Farnesina – prima era all’Unità di crisi, che nostalgia vero? – ha fatto sapere che per il 2010 il ministero del Tesoro ha già deciso un ulteriore taglio del 33%. «In Italia i fondi per gli aiuti allo sviluppo» denuncia la Belloni, «sono stati decurtati in modo mai accaduto nella storia della cooperazione italiana. Ciò svilisce il ruolo dell’Italia». Grida nel deserto, mentre il resto del mondo diventato “comunista”, come probabilmente pure la Belloni, va in senso esattamente opposto, Stati Uniti in testa. Chiudiamo, va là che è meglio. Tristezza infinita/1

Peana e panegirici a go-go?
?per il successo della cooperazione italiana in seno alla Banca mondiale che ad Istanbul ha attivato un fondo aperto a donatori pubblici e privati che promuove sinergie tra cultura, turismo sostenibile e lotta alla povertà. Un fondo proposto dall’Italia dieci anni fa, come sottolineato dalla Farnesina in una nota. Bene, bravi, bis. Un solo dettaglio, poco sottolineato dalle agenzie-veline: l’Italia ha annunciato che contribuirà alla sua “creatura” per circa 700mila euro. Per la cronaca, sempre ad Istanbul, il Brasile si è formalmente impegnato ad acquistare obbligazioni per oltre dieci miliardi di dollari, circa 7 miliardi di euro, dal Fondo monetario internazionale. L’obiettivo naturalmente, oltre ad andare “a credito” con l’Fm,i è di contare di più in sede di votazioni. E poi ci si chiede perché Lula è riuscito a portare a Rio le Olimpiadi. Tristezza infinita/2

Se a rifiutarsi di incontrare il Dalai Lama?
?non fosse stato il progressista Obama bensì il destrorso George W. Bush, per di più adducendo come motivo una prossima visita in Cina, che cosa avrebbero scritto certi giornali che si riempiono la bocca con i diritti umani? Di tutto, di più. Il problema è che gli human rights a senso unico sono molto umani ma poco “right”, ovvero giusti. Tristezza infinita/3 


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