Cultura
Centro servizi volontariato. L’Ulivo interroga
Interrogazione scritta di un gruppo di deputati dell'Ulivo sui centri di servizio del volontariato a causa della mancata applicazione della 266
Pubblichiamo volentieri questa interrogazione (che richiede risposta scritta) al ministro dell’Economia (quello nhovo, Siniscalco) presentata da un gruppo di onorevoli del centrosinistra da sempre attenti ai temi del non profit e che riguarda l’esigenza di una puntuale verifica circa la corretta applicazione dell’art.15 della legga 266/91.
Segnaliamo anche che, al Senato, ne è stata presentata una identica a prima firma della senatrice Baio Dossi (e di seguito dai senatori Castellani, Caruso, Dalla Chiesa, Iovene, Maconi, Malan, Mancino, Pianetta, Piatti).
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Al Ministro dell?Economia e delle Finanze ? Per sapere ? premesso che:
L?art. 15 della legge 266/91 contempla che le fondazioni di origine bancaria all?atto del consuntivo, preso l?ammontare dei proventi, detratte le spese, accantonino un quindicesimo dei fondi da mettere a disposizione dei Centri di Servizio per il Volontariato e che tale atto si perfeziona nel momento in cui il comitato di Gestione comunica alla fondazione l?erogazione della quota al Centro stesso;
nell?aprile del 2001, si approvava un atto di indirizzo, previsto dalla normativa della riforma delle fondazioni, al fine di indicare le modalità con cui redigere il bilancio consuntivo 2000, nel quale veniva precisato, al paragrafo 9.7, che dai proventi vanno detratte le spese, per poi proseguire all?assegnazione dei fondi per i settori di erogazione principali, i quali devono sussistere nella quota di almeno il 50%. Successivamente a questa operazione si calcola 1/15; questo risultato viene calcolato su un totale dimezzato, ne consegue che anch?esso è dimezzato;
a seguito del predetto atto di indirizzo, doveva intervenire un pronunciamento per i bilanci successivi, il quale non è mai stato posto in essere, per cui essi sono sempre stati redatti secondo le indicazioni per il 2000;
dopo tale irregolarità, i Centri del Servizio per il Volontariato ricorrevano in giudizio, adendo il TAR del Lazio, il quale nel luglio del 2001 sospendeva quella parte di calcolo dell?atto di indirizzo con una motivazione procedurale. A seguito di ciò il Ministero dell?Economia ricorreva presso il consiglio di Stato, il quale, invece, confermava la sospensiva, adducendo il grave danno perpetuato e l?incompatibilità del medesimo passaggio con la legge 266/91 e con la riforma delle fondazioni;
il dipartimento del tesoro, con lettera 25 marzo 2002, precisava che, l?accantonamento suddetto, doveva essere in misura non inferiore ad 1/15 dell?avanzo di esercizio, al netto dell?accantonamento, alla riserva obbligatoria. Questo atto viene tuttora menzionato nel bilancio delle fondazioni, come atto vincolante, tuttavia continua ad essere erogata una quota inferiore all?1/15: –
si chiede di sapere:
se il Ministro intenda verificare che le fondazioni bancarie, applichino correttamente la normativa in vigore, attenendosi non solo all?atto del dipartimento del tesoro, ma anche al giudizio del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato.
On. Mimmo Lucà (Ds)
On. Donato Mosella (Dl)
On. Luana Zanella (Verdi)
On. Enrico Buemi (Sdi)
On. Maura Cossutta (Pdci)
On. Tiziana Valpiana (Prc)
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