Welfare

Centro per l’Autismo: la promessa non mantenuta di Caldoro

La denuncia dell'Aipa di Avellino contro Regione e Comune. Dalla posa della prima pietra nel 2007 a oggi una lunga storia di lavori bloccati e di beffe per la realizzazione del polo all’avanguardia nell’assistenza dei ragazzi autistici

di Marina Moioli

Da dodici anni i genitori dell’Associazione Irpina Pianeta Autismo (AIPA) si battono per realizzare ad Avellino un centro di riabilitazione specializzato nella cura di questa disabilità gravissima che in Irpinia tocca circa duemila famiglie. E da dodici anni si scontrano con una realtà fatta di lavori sospesi e di beffe da parte delle istituzioni: una vera e propria odissea che rischia di diventare l’ennesimo, sconcertante caso di spreco di soldi pubblici al Sud.

«Ci sono sicuramente interessi che non sappiamo dietro il continuo blocco dei lavori. Invece ormai mancano solo tre o quattro mesi per concludere l’opera e basterebbe trovare ancora tre o quattrocentomila euro sui 3 milioni e 820mila euro destinati al progetto, dice il dottor Scipione Pagliara, medico endocrinologo in pensione e padre di una ragazza autistica oggi trentenne. È lui che, come presidente della Cooperativa Pianeta Autismo, aderente a Confcooperative Avellino e nata nel 2013 come “braccio operativo” dell’Aipa, rievoca per Vita l’incredibile vicenda. Ma non nasconde il suo scetticismo sulla possibilità che tutto si sblocchi e possa venire finalmente inaugurato il Centro per l’Autismo immaginato nel lontano 2002 dall’architetto Vittorio De Vito, allora assessore alla Riqualificazione Urbana del Comune di Avellino. «Un progetto bellissimo. L’architetto e il suo staff lo hanno realizzato dopo un attento studio dei migliori centri americani (Farm Community) dove vengono curati i pazienti autistici con tecniche all’avanguardia. Una volta completato, il centro sarebbe un polo d’eccellenza, al servizio non solo del territorio irpino, ma di tutto il sud Italia, commenta Pagliara.

Di sicuro invece c’è che, posata la prima pietra nel 2007, il cantiere è fermo per l’ennesima volta. «Doveva essere tutto pronto nel giro di un anno, invece quando ci siamo accorti che la ditta rallentava sempre di più i lavori e poi che il cantiere era di fatto abbandonato è partita la nostra battaglia. Nel settembre del 2009 abbiamo raccolto oltre duemila firme di solidarietà e mobilitato tutti, dalla Consulta dei cittadini ai sindacati e alle scuole. Il risultato è stato che nel 2010 il Comune ha indetto un nuovo bando, vinto dalla ditta Piano. Ma anche questa volta le cose sono andate subito a rilento, finché nel gennaio 2013 abbiamo deciso di presidiare la struttura per evitare atti vandalici», continua a raccontare il dottor Pagliara. Dopo mesi di proteste, azioni di sensibilizzazione e diffide legali i lavori riprendono alla fine del 2013, ma poi nella primavera del 2014 si affacciano nuovi problemi a cui segue una nuova azione di presidio nel mese di agosto. «In quell’occasione ci fu la visita del presidente della Regione Stefano Caldoro. Venne a trovarci al cantiere e fece una promessa, che ho registrato: “Tra un mese daremo tutti i soldi che mancano per finire i lavori e a fine anno potrete entrare”. Vista la garanzia così autorevole noi acconsentimmo a togliere il presidio, ma siamo ancora qui ad aspettare che la promessa si avveri. Anzi, qualche tempo dopo abbiamo scoperto che la ditta costruttrice aveva avviato il concordato preventivo, in pratica l’anticamera del fallimento», continua il presidente della cooperativa Pianeta Autismo.

Di promessa in promessa, di beffa in beffa, si arriva ai giorni nostri. L’ultima grana riguarda una parte del finanziamento totale (un milione e 217 mila euro) rimasta nelle casse della Regione Campania “in perenzione amministrativa” a causa del mancato recepimento del Comune di Avellino. La Regione Campania dovrebbe reinserire di nuovo i finanziamenti nel suo bilancio e il Comune di Avelllino richiederli entro una scadenza ben precisa; cosa che sembra stata fatta. Ma i soldi ancora non si vedono, la ditta non ha ricominciato i lavori e il Centro per l’Autismo, dopo dodici lunghi anni, resta al palo.

Ora, dopo aver smosso mari e monti, compresa Debora Serracchiani, all'epoca deputata, e Davide Faraone, responsabile welfare del PD («ma noi siamo apolitici, dialoghiamo con tutti quelli che vogliono aiutarci. La nostra è una battaglia sociale che non ha colore politico, precisa), Scipione Pagliara sta pensando di scrivere un libro di testimonianze e di lettere intitolato “Ad Ulisse andò meglio”: «perché lui in vent’anni riuscì a tornare a Itaca, per noi invece questa storia infinita ancora non si sa come si concluderà».

Tra tante difficoltà, una piccola soddisfazione: l’invito che l’associazione Pianeta Autismo ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, il 2 aprile scorso. «E anche in quell’occasione abbiamo ribadito lo scopo della nostra battaglia: un Centro per l’Autismo che diventi il luogo delle risposte certe», conclude Pagliara. «Vogliamo che le famiglie smettano di peregrinare e di essere preda di santoni che promettono una impossibile guarigione a suon di denaro. Dall’autismo non si guarisce, ma molto si può fare per abilitare le persone che ne sono affette. Vogliamo evitare che alla morte dei genitori questi ragazzi siano inchiodati ad un’esistenza vegetativa, magari chiusi in istituti non specializzati, dove nessuno potrà far nulla per loro».

 

 

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