Non profit

Centro calabrese di solidariet

Tanti progetti per aiutare i giovani a uscire dal tunnel e a non entrarci. Con lo slogan “Si può evitare”

di Redazione

Centro calabrese di solidarietà via Fontanavecchia 44 88100 Catanzaro tel. 0961.61621 fax 0961.760308 czsolidarieta@tin.it Fondata nel 1986 Presidente: Mimmo Battaglia Scopo: recupero tossicodipedenti Più del 60% dei giovani tossicodipendenti sono usciti dal tunnel riuscendo a integrarsi. Un risultato che si basa su mille ragazzi, passati dal Centro calabrese di solidarietà fondato da don Mimmo Battaglia. All?inizio il servizio «qualificato e professionale che si forniva», ricorda il presidente, « era all?insegna dello slogan ?dalla droga si può uscire?. Oggi si punta a far comprendere che la polvere bianca in tutte le forme ?si può evitare?». Un lavoro per niente semplice, che si articola tra due strutture, quella di pre accoglienza, la comunità terapeutica, il reinserimento sociale e la comunità per alcolisti. Nelle sedi operative (Villa Emilia, Samuele, Arcobaleno) sono impegnati 65 volontari e 26 operatori. Il programma di recupero è basato sul metodo Progetto Uomo e da circa un anno sono stati attivati i progetti Openess e Labor, per dare risposte concrete a nuovi bisogni e povertà. Nel primo hanno scelto di adottare la metodologia della Peer education «o dell?aiuto reciproco che», racconta don Mimmo «i coetanei sono in grado di fornire, divenendo agenti di sensibilizzazione e cambiamento per i propri coetanei». I gruppi giovanili che devono essere preservati dal rischio della dipendenza, risultano sensibili ai messaggi di prevenzione che arrivano dai loro pari anziché dagli adulti. Il progetto Labor mira a fornire agli utenti gli elementi necessari per l?ingresso nel mondo del lavoro. Attraverso questo programma integrano quello terapeutico e della formazione professionale. Ma non basta. «Nella maggior parte dei casi», conclude un po? amareggiato Mimmo Battaglia «non possiedono le caratteristiche indispensabili per l?inserimento professionale e sono destinati a rimanere svantaggiati». Vincenzo Canonaco


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