Welfare regionale
Centri per la vita indipendente, qui parte la rivoluzione della disabilità
In Lombardia sono state approvate le Linee Guida per funzionamento dei Centri per la vita indipendente: ne nasceranno 33 nei prossimi due anni. Parte così operativamente una legge regionale che anticipa la riforma della disabilità in arrivo a livello nazionale. Il racconto del modello
di Alessio Nisi
I 29 novembre 2022 arrivava il semaforo verde del consiglio regionale della Lombardia alla legge regionale 25/2022 per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità. Obiettivo, accompagnare le persone con disabilità fisica e intellettiva tra i 18 e i 65 anni nella realizzazione di un percorso di vita indipendente.
2 milioni, 33 centri e il modello Cinisello Balsamo
Ora, a poco meno di un anno, la Lombardia ha pubblicato le Linee guida per il funzionamento e la gestione dei Centri per la vita indipendente: di fatto la “bussola” sul come dovranno funzionare i Centri per la vita indipendente. Tre i punti fissi: lo stanziamento di 2 milioni di euro in due anni per l’attivazione di 33 strutture su tutto il territorio regionale. Due i modelli organizzativi già sperimentati attorno ai quali sono state costruite le linee guida della delibera regionale: l’Agenzia per la Vita Indipendente Nord Milano di Cinisello Balsamo, operativa da un anno anche grazie all’impegno di Anffas Nord Milano e Lega per i diritti delle persone con disabilità – Ledha. E i Servizi Sociali d’Ambito – Sai di Lecco.
Da Welfare in Azione ad Agenzia per la vita indipendente
La storia dell’Agenzia per la Vita Indipendente Nord Milano inizia nel 2017 nell’ambito di Welfare in azione, un progetto triennale di Fondazione Cariplo che aveva un focus sulla sperimentazione dei budget di salute. «Abbiamo lavorato tre anni», spiega Monica Pozzi, responsabile dell’Agenzia per la vita indipendente e consigliere di Anffas Nord Milano, «per realizzare 60 progetti di vita per 60 persone con diverse disabilità e sperimentare i budget di salute».
Al termine del progetto, sulla base di quanto messo in campo, «abbiamo costituito l’Agenzia per la vita indipendente con l’obiettivo di continuare a realizzare progetti di vita per le persone». L’Agenzia è stata costituita con i quattro comuni dell’ambito, l’azienda consortile e tre cooperative del territorio. La sperimentazione triennale «ha un po’ accompagnato l’iter delle Legge 25. Il modello su cui è stata pensata la legge e poi su cui sono stati immaginati i Centri per la vita indipendente è esattamente il funzionamento della nostra Agenzia». Un elemento caratterizzante, Pozzi non ha dubbi, è «la collaborazione tra pubblico e privato».
Che cosa sono i Centri per la vita indipendente
I Centri per la vita indipendente vogliono essere il principale strumento operativo messo a disposizione delle persone con disabilità a sostegno dell’elaborazione, della definizione e dello sviluppo del proprio progetto di vita. Sono luoghi di “progettazione” cui le persone con disabilità possono rivolgersi quando sentono una necessità di cambiamento esistenziale, ma senza la pressione di emergenze o urgenze, luoghi dove poter incontrare persone e operatori preparati e competenti sia sul profilo tecnico sia su quello relazionale e che possono sostenere concretamente il percorso verso la vita indipendente. L’obiettivo di queste strutture è garantire a tutte le persone con disabilità il diritto a vivere nella società con la stessa libertà di scelta di tutte le altre persone.
La speranza e l’aspettativa è che si rafforzi e si attivi la prospettiva per cui i servizi si attivino per rispondere alle richieste e ai desideri di una persona con disabilità e non il contrario
Giovanni Merlo – direttore Lega per i diritti delle persone con disabilità
Come funziona un centro
Nel centro è presente una squadra di operatori del mondo associativo (nel caso di Cinisello anche della cooperazione sociale) che lavorano per accogliere e sostenere le persone con disabilità in questa fase molto delicata che è appunto la definizione del progetto di vita: un passaggio che comporta una ri-progettazione complessiva (anche del sostegno che riceve) e che coinvolge le persone che per quella persona sono significative, come i familiari e gli operatori. Un percorso esplorativo prima che un documento che ha bisogno di energie e competenze.
Il tema è far sì che le persone con disabilità e le loro famiglie siano sempre più protagonisti e consapevoli
Monica Pozzi – responsabile dell’Agenzia per la vita indipendente di Cinisello Balsamo
Che poi è quello che fa l’Agenzia per la vita indipendente. «Accompagniamo le persone», spiega Pozzi, «nella realizzazione del progetto di vita», attraverso «una valutazione multidimensionale» e la stesura dello stesso progetto, «che viene discusso dalle persone e dalle famiglie» e presentato in Comune. «Lavoriamo poi anche sui territori sui temi dell’inclusione e della cittadinanza attiva delle persone con disabilità».
La sfida delle 33 strutture
Entrando nel dettaglio dell’approvazione delle Linee guida, Giovanni Merlo, direttore della Lega per i diritti delle persone con disabilità-Ledha, sottolinea come si tratti di un passo fondamentale. «C’è uno stanziamento importante, risorse che poi funzioneranno da volano e che attiveranno altre risorse. È un servizio inedito», ha aggiunto. Era importante farlo partire: 33 strutture è un bel numero, una sfida molto significativa. Questi nuovi Centri è importante che partano, partano bene e che inizino a funzionare in tempi ragionevoli». Merlo mette anche in evidenza come la previsione nelle Linee guida la costituzione da parte della Regione di «un gruppo di lavoro diffuso», che funzionerà da momento di confronto tra quello che avviene nei diversi Centri.
Istituzioni e associazioni
A proposito del modello organizzativo di Cinisello Balsamo, «c’è anche il Sai di Lecco», parla di iniziative in grado di tenere al proprio interno «una dimensione pubblica-istituzionale e le realtà associative del territorio». Una caratteristica inedita di un «servizio dedicato esclusivamente alla costruzione di un piano di vita personalizzato, che vede sia nella progettazione che nella fase di realizzazione la collaborazione tra realtà pubbliche istituzionali e realtà della società civile».
La legge regionale e la legge delega in materia di disabilità condividono lo stesso approccio sulla disabilità basato sui diritti umani. Per certi versi Regione Lombardia sta anticipando l’applicazione di alcuni temi presenti nella legge delega nazionale
Giovanni Merlo
Un approccio nuovo e inedito
La legge regionale e le sue disposizioni attuative confermano ancora di più come i «progetti di vita siano il faro di tutti i servizi, di tutti i sostegni e di tutte prestazioni. Per questo sì, c’è una grande aspettativa da parte delle persone con disabilità e i loro familiari», precisa Merlo. A livello di sostegni poi l’auspicio è che si apra una stagione di ripensamento di strumenti «sicuramente diffusi, ma anche irrigiditi e frammentati». Un passaggio, questo in corso in Lombardia, che ha anche un riflesso nazionale: «La legge regionale», spiega Merlo, «e la legge delega in materia di disabilità condividono lo stesso approccio alla disabilità basato sui diritti umani. Per certi versi Regione Lombardia sta anticipando l’applicazione di alcune tematiche presenti nella legge delega nazionale. L’impostazione è la stessa».
In apertura foto di Julian Hochgesang per Unsplash. La foto di Giovanni Merlo è per gentile concessione dell’ufficio stampa Ledha, quella di Monica Pozzi è da www.anffas.net
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