Famiglia
Centri estivi, Bruno (Cgm) «Bambini 0-3 anni sono i grandi assenti»
Nelle linee guida ministeriali il presidente del Consorzio cooperativo Gino Mattarelli denuncia la mancanza di una progettualità per la fascia pre-scolare. «Siamo profondamente convinti che la ripresa economica, e il disegno trasformativo da più parti auspicato, non può che partire dall’economia della famiglia» sottolinea
di Redazione
A seguito dell’uscita delle Linee Guida ministeriali relative alle opportunità organizzate per i bambini e gli adolescenti nella Fase 2, il Consorzio Cooperativo Gino Mattarelli constata una omissione progettuale verso i bambini di età inferiore ai 3 anni.
«Sembra prevalere una considerazione opzionale dei servizi educativi per la Prima Infanzia a dispetto dei buoni propositi annunciati dalla promettente Riforma della Buona Scuola e dei proclami contro la povertà educativa, soprattutto quella infantile in special modo, perché è lì che si gioca il futuro della persona e della collettività», spiega Giuseppe Bruno, presidente di Cgm, il più grande consorzio di cooperative sociali in Italia.
«È una questione culturale prima che di necessità: dire che parchi e giardini pubblici sono accessibili ai bambini, anche sotto i 3 anni, accompagnati da adulti familiari – o, si badi, anche da non meglio specificati “non parenti”- non equivale a predisporre un piano di rientro strutturato e qualificato per i fanciulli in età pre-scolare. Come dire che, nella fascia 0/3 anni, ognuno fa quel che può. Siamo in prima linea nei territori, le nostre cooperative intrecciano i fili sempre più sottili di un tessuto sociale ora fragilissimo. Con la solidità della nostra esperienza, abbiamo proposto soluzioni pratiche e a elevato impatto sociale e culturale, quello che abbiamo sempre ricercato nel nostro lavoro. Il mondo della cooperazione sociale è punteggiato di piccole grandi realtà che hanno preso realmente sul serio la continuità educativa da 0 a 6 anni, capaci di ripensare i servizi e di istituirne di nuovi in funzione delle istanze emergenti, ma sempre mettendo al centro i bambini» conclude Bruno. «Siamo profondamente convinti che la ripresa economica, e il disegno trasformativo da più parti auspicato, non può che partire dall’economia della famiglia. Confidiamo che le parole della viceministra Ascani riaccendano i fari sulla Prima Infanzia, perché questa dimenticanza sia tempestivamente ed efficacemente presa in carico dalle politiche nazionali»
In apertura image by Hai Nguyen Tien from Pixabay
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