Volontariato

Centri di servizio. La realtà raccontata dai numeri

Il nono rapporto sull'attività dei CSV

di Redazione

CSVnet ha presentato il suo nono Rapporto sull’attività dei Centri di servizio, con i dati relativi al 2007. Una scelta costante, che si è evoluta nel tempo, ma che testimonia la volontà di leggersi e raccontarsi, per conoscere e analizzare. Il rapporto è un contributo all’informazione e al confronto, superando da una parte l’autoreferenzialità e dall’altra l’approssimazione delle impressioni, spesso basate su esperienze parziali. I Csv costituiscono oggi un sistema riconosciuto e identificato, riferimento sentito dal mondo del volontariato e da quello dei suoi interlocutori. Il dato che si è ormai consolidato nel tempo ci mostra un panorama di Csv costituiti da organizzazioni di organizzazioni dove il 52,6% sono in maggioranza di volontariato con presenza di altri enti inferiore al 10% e per il 39,4% costituiti solo da organizzazioni di volontariato. Un sistema di governo che vede partecipare direttamente 9mila organizzazioni di volontariato ed altre 13mila associate alle reti socie. Di fatto un sistema che vede partecipare al governo dei Csv circa il 50% delle circa 43.500 organizzazioni di volontariato esistenti in Italia.
Un luogo di incontro e di servizio del volontariato italiano
I dati relativi agli utenti dei Csv ci indicano come nel 2007 hanno avuto accesso ai Csv circa 39.700 organizzazioni di cui quasi 25mila di volontariato, senza considerare i gruppi informali che aggiungono circa altre 2.500 unità. Tale numero corrisponde a circa il 57% delle 43.500 organizzazioni di volontariato stimate presenti in Italia. Possiamo quindi affermare che nel 2007 più della metà delle organizzazioni di volontariato si è recata presso un Csv per un servizio e/o per un’iniziativa. Certamente tale numero per i Csv rappresenta e deve rappresentare una sfida: quel bicchiere in cui c’è una parte considerevole ancora da riempire.Una crescita infinita? Ora le risorse iniziano a diminuire
Il dato delle risorse economiche a disposizione è sempre cresciuto in questi anni tranne che nel 2005 a seguito dell’effetto dell’Atto di indirizzo della primavera del 2000 che segnò il primo calo di fondi, recuperato solo in questi ultimi anni. Ma con il 2007 possiamo dire di aver toccato il vertice, infatti le previsioni economiche finanziarie ci fanno presagire un calo di risorse già del 20% nel 2009 e molto più sensibile nel 2010 e 2011. Bisogna correre ai ripari per costituire un sistema di riequilibrio nello spazio (le regioni meno dotate) ma soprattutto nel tempo, impedendo la drastica riduzione dei servizi al volontariato. Il radicamento
Il radicamento dei Csv sul territorio italiano è ormai consolidato ma persistono percorsi differenti nelle varie ripartizione geografiche. Tenuto conto dei differenti percorsi il dato da evidenziare è il ruolo di primo piano svolto dalle organizzazioni nel processo di istituzionalizzazione dei Csv. Il volontariato compone per il 92% la governance dei centri; negli anni si è inoltre consolidata l’incidenza delle organizzazioni di volontariato presenti nella base associativa dei Csv, rispetto al totale delle realtà presenti nel territorio, che attualmente raggiunge il 50%.La governance
La collaborazione per il tramite del Csv tra le diverse organizzazioni di volontariato e tra queste e le altre istituzioni del territorio avviene a partire dalla forma di governance di cui si dota ogni singolo centro, prima che attraverso le specifiche attività realizzate Tipicamente il volontariato italiano partecipa a grandi reti verticali a scapito delle altre reti del terzo settore ed istituzionali; i dati Istat confermano che solo il 50% delle organizzazioni in Italia è collegato in reti di volontariato. La rete dei Csv rappresenta un’occasione per molte realtà del volontariato di conoscersi e collaborare a partire da interessi comuni e dall’azione sui medesimi territori. Tale rete è stata definita “speciale” in quanto allo stesso tempo rete orizzontale e verticale, pluralistica ed allo stesso tempo integrata, di natura privata ma composta da soggetti politici e tecnici. Tale rete può essere definita di tipo orizzontale in quanto i 77 Csv sono espressione dell’aggregazione di organizzazioni di volontariato. Nel 2007 questa tipologia di governance si applica a 41 dei 77 Csv (53%). Sono invece 31 i Csv gestiti da organizzazioni di secondo livello formate da sole associazioni di volontariato (40%); di questi, 10 sono quelli la cui forma di governance prevede solo Odv iscritte ai registri regionali. Infine 5 sono i Csv gestiti da una singola organizzazione di volontariato.Negli anni si assiste ad un aumento dei Csv gestiti da una prevalenza di organizzazioni di volontariato, ma con la presenza minoritaria di altri enti del terzo settore: questa tipologia passa infatti dal 37,7% del 2002 al 52,6% del 2007. Di contro diminuisce nel tempo la percentuale di Csv gestiti da sole organizzazioni di volontariato, siano esse solo iscritte o anche non iscritte: questa tipologia infatti passa dal 49,2% del 2002 al 39,4% del 2007.Le risorse
Le figure professionali attive nei Csv provengono quasi totalmente da precedenti esperienze nell’ambito del volontariato e del terzo settore. Nel complesso nei Csv nel 2007 sono attivi 3.511 lavoratori:? 1.099 lavoratori con contratti di carattere continuativo, alcuni dei quali a tempo parziale; a tale cifra corrisponde l’equivalente di 702 unità lavorative a tempo pieno;? 2.478 lavoratori con contratti a carattere non continuativo; a tale cifra corrisponde l’equivalente di 36 unità lavorative a tempo pieno, prevalentemente formatori e specialisti.A fianco dell’apporto del personale retribuito, i Csv si sono spesso avvalsi anche di volontari in maniera significativa: nel 55,3% dei centri sono presenti tali figure e la loro diffusione appare ormai essersi assestata (nel 2005 infatti risultavano attivi nel 55% dei Csv). La capacità di mobilitare volontari è in netto aumento, grazie probabilmente a due fattori: l’aumento numerico dei centri e la loro abilità nel coinvolgere risorse umane gratuite. Il numero di ore volontarie che i Csv riuscivano infatti a mobilitare nel 2003 era pari a circa 22.700, nel 2005 sono arrivate a 134mila e nel 2007 appunto a quasi 200mila.


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