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Adolescenti e violenza

Centri antiviolenza solo per le adolescenti?

La violenza permea le relazioni tra adolescenti e giovani adulti in un caso su due. Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha proposto ieri di aprire centri dedicati ai minorenni. La risposta di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza: «Non servono centri specializzati. Abbiamo già tutti gli strumenti per accogliere»

di Sabina Pignataro

gelosia, possesso, aggressività permeano le relazioni tra i più giovanissimi in un caso su due. Lo dicono tante ricerche: l’ultima è quella di Fondazione Libellula (ne abbiamo scritto qui).

«Bisogna aprire centri dedicati ai minorenni vittime di teen dating violence e offrire sistemi di autovalutazione del rischio adatti all’età». È questa una delle proposte che avanza oggi l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti. «La violenza di genere riguarda anche le coppie di adolescenti. Il fenomeno, che prende il nome di teen dating violence, si manifesta in molti modi. Isolamento dal contesto di vita, scenate di gelosia, pressioni per avere un rapporto sessuale, lettura dei messaggi sul cellulare, condizionamenti sul modo di vestire e di comportarsi.

Non sempre i ragazzi si accorgono che questa è una forma di violenza.

Una delle poche ricerche esistenti in Italia è stata condotta in Friuli Venezia Giulia da Lucia Beltramini, psicologa e docente dell’Università di Trieste e autrice del libro   “La violenza di genere in adolescenza” (edizioni Carocci 2020). «Lo studio ha rivelato che più di una ragazza su dieci di età compresa tra i 15 e i 19 anni ha avuto un’esperienza di violenza nella coppia».

 Su VITA ne abbiamo scritto diverse volte qui, qui e poi qui

Vanno promossi in tutto il territorio centri antiviolenza specifici, in rete con i servizi già esistenti, nei quali ragazze e ragazzi possano ricevere supporto e informazioni adatti alla loro età da personale specializzato

Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

Rapita la risposta di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza: «Non servano centri specializzati per le giovanissime, i centri antiviolenza della Rete hanno già tutti gli strumenti per accoglierle», commenta Anna Agosta, consigliera nazionale D.i.Re. «Anche se ogni storia è a sé, e le età, così come i contesti possono essere diversi, le dinamiche della violenza sono sempre stesse».


Nel 2021 sono state più di 20mila le donne accolte dai  106 Centri antiviolenza e dalle 62 case rifugio che aderiscono alle Rete raccontando di avere subito violenza fisica; sessuale; economica; psicologica; stalking. La maggior parte di loro (il 46%) ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni. «Ci contattano anche le più giovani: il 17% arriva da ragazze e giovani adulte che ha un’età compresa tra i 16 e i 29 anni», sottolinea.

«Ma è soprattutto in occasione attività di prevenzione che D.i.Re promuove nelle scuole che emergono spesso richieste di aiuto, di chiarimento». All’inizio tutti condannano la violenza come una cosa orribile, ma ammettono di fare o subire determinati comportamenti, senza riconoscerli come violenza. Sono soprattutto le ragazze ad avvicinarsi. «Le ragazze si avvicinano a noi al termine degli incontri e ci confessano di aver riconosciuto come violenti alcuni comportamenti, come ad esempio la condivisione dei profili social, il controllo sulle attività o l’abbigliamento della ragazza, che invece prima consideravano come normali, perché resti tale dal contesto culturale nel quale sono immerse, spesso caratterizzato da minimizzazione, banalizzazione e occultamento della violenza. Un contesto che troppo spesso confonde l’amore con il possesso».

È a questa violenza continua che dovremmo porre attenzione, per evitare nuovi femminicidi.

Ministro Valditara: presto formazione alle superiori

A tal proposito, aggiunge poi Agosta, «abbiamo appreso che il Ministro  all’Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara presenterà mercoledì il progetto per portare il contrasto alla violenza di genere nelle scuole superiori. Ci spiace osservare che l’esperienza di oltre 40 delle operatrici di D.i.Re non è stata presa in considerazione e che il ministro non ci ha coinvolte».

Ci spiace osservare che l’esperienza di oltre 40 delle operatrici di D.i.Re non è stata presa in considerazione e che il ministro non ci ha coinvolte

Anna Agosta, consigliera nazionale D.i.Re

Foto in apertura, djim-loic by unsplash


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