Cultura

Cento invenzioni per cambiare vita

A Bologna un pool di progettisti e inventori si mette al lavoro e crea oggetti e ausili davvero straordinari: dalla casa intelligente ai sistemi di mobilità.

di Giovanni Borghi

Quali fossero i bisogni e le esigenze da soddisfare l?hanno indicato gli stessi disabili, al resto hanno pensato progettisti e inventori, riuniti nel progetto Dea avviato dall?Evert di Bologna (l?Ente per la ricerca e lo sviluppo della Regione Emilia Romagna), in collaborazione con l?Enea e promosso dal dipartimento degli Affari Sociali e dalla Regione stessa, per stimolare proprio la progettazione di sistemi innovativi in grado di migliorare la qualità di vita delle persone disabili. Dopo una ricerca condotta su un campione di 2 mila disabili sono state fissate 24 necessità alle quali i progettisti avrebbero dovuto far fronte attraverso le loro creazioni. Necessità cosi semplici, alle volte addirittura banali, alle quali nessuno avrebbe pensato se non chi la disabilità la vive ogni giorno, in prima persona. E dunque ecco chiedere agli inventori un sistema che aiuti a sollevare le pentole dai fornelli, oppure un robot da cucina che stappi le bottiglie, ma anche un water che riesca a sollevare, fino a portarlo in posizione eretta, il disabile, o uno strumento che aiuti a infilarsi i pedalini, o un taglia unghie che si possa utilizzare senza le mani e altre cose, magari più complesse. Come sistemi che aiutino a orientarsi, a camminare per la strada senza paura di smarrirsi o di correre pericoli o che facilitino semplicemente la spesa al supermercato. A queste richieste i progettisti e gli inventori hanno risposto affidandosi all?alta tecnologia. Ed ecco nascere degli ?occhiali attivi? che scansionano l?ambiente circostante trasmettendo per mezzo di variazioni sonore o tattili la distanza dell?utente dagli ostacoli; oppure l?apparato satellitare Gps applicato, invece che sul cruscotto dell?automobile, sul bastone bianco che per mezzo di un sintetizzatore vocale guida il non vedente per la strada. Oppure il ?Codice Sauro?, un lettore portatile di codici a barre, un utile compagno di spesa al supermercato, e ancora un apparecchio che s?illumina al sopraggiungere dei mezzi di soccorso per avvertire la persona sorda. Ma alla base dei progetti presentati dall?Evert non c?è soltanto l?alta tecnologia, ma anche meccaniche più semplici, alle volte banali eppure utili a risolvere i problemi quotidiani. Ecco, per fare qualche esempio, un portamonete per persone ipovedenti costruito in modo tale che la parte superiore sia in realtà una lente d?ingrandimento; una maniglia della porta che s?illumina; uno scolapiatti motorizzato che scende al livello del lavandino e poi torna sù. E ancora, i fornelli del gas che si accendono automaticamente poggiandovi sopra la pentola e che spengono automaticamente la fiamma una volta che la pila viene sollevata, oppure i mobili pensili montati su guide che permettono la regolazione dell?altezza. E ancora, curiosando tra le invenzioni, troviamo il display fonico da applicare agli elettrodomestici, un ausilio dotato di voci sintetizzate o campionate che permette ai non vedenti o agli ipovedenti di controllare i programmi predisposti nei forni, nelle lavatrici o nelle lavastoviglie. Fra oltre duecento progetti d?esempi se ne potrebbero fare molti, ma forse vale la pena di parlare di quegli oggetti che da prototipo sono entrati in produzione e fra non molto saranno immessi sul mercato. Troviamo così una cucina intelligente che, per mezzo di guide, porta automaticamente le pentole dal fornello al lavello, rispettando ovviamente i tempi di cottura. Oppure una porta ? flessibile?, morbida, antiurto contro la quale sarà un piacere, o comunque assolutamente innocuo, andar a sbattere. Ma anche sistemi motorizzati da applicare alle reti da letto o alle carrozzelle comuni che, con un basso costo rendono questi oggetti più versatili permettendo, nel caso delle reti da letto, di renderle inclinabili e, in quello delle carrozzine, di aiutare il disabile a sollevarsi. Quel che lascia perplessi, però, è che su più di cento prototipi, a malapena una decina siano stati avviati alla produzione, benché gli altri novanta non fossero certo oggetti inutili. Il problema è sempre lo stesso: gli handicap, da quelli piccoli a quelli grandi, rimarranno tali fin quando non si capirà che gli ausili quotidiani non servono soltanto ai disabili in carrozzina o ai non vedenti, ma alle tante persone affette da un qualche tipo di disabilità. E Torino propone il ?fai da te? Ausili per la vita di tutti i giorni, concepiti e realizzati in una stretta logica da ?fai da te?. È quanto propone il servizio Passepartout, un ufficio istituito dal Comune di Torino per realizzare progetti volti a favorire la formazione, l?informazione e l?accesso da parte dei disabili motori alla vita indipendente (tutte le coordinate al sito Internet: www.comune.torino.it/pass/. Il servizio torinese sta predisponendo una banca dati con tutti gli ausili casalinghi progettati da e per disabili, dove si possono trovare oggetti all?apparenza poco utili se non addirittura paradossali (come lo schiacciapatate utilizzabile con una sola mano, oppure il marchingegno per limarsi le unghie senza sforzo), ma che all?atto pratico si dimostrano fondamentali per la vita quotidiana dei disabili motori. Il versatile servizio del Comune piemontese organizza numerose attività, fra le quali si distinguono i corsi di informatica per disabili (il prossimo corso inizierà a fine ottobre, tel. 011.442.80.20).


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