Salute

Cento città contro il dolore

Torna per la quarta volta la “Giornata mondiale Cento città contro il dolore”, l’iniziativa promossa dalla Fondazione ISAL sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica

di Marco Marcocci

100, è questo il numero delle città che sabato 27 settembre ospiteranno la quarta edizione della “Giornata mondiale Cento città contro il dolore”, l’iniziativa promossa dalla Fondazione ISAL sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica, che mira innanzitutto a informare sulle terapie e i centri specialistici in cui è possibile curare il dolore cronico, quel dolore che dura più di sei mesi e diventa una vera e propria malattia, che compromette la qualità della vita e le relazioni personali.

L’edizione 2014 della giornata dedicata al dolore cronico assume una dimensione internazionale, infatti oltre alle 100 città italiane si svolgerà anche in Australia, Belgio, Canada, Colombia, Germania, Giordania, Gran Bretagna, Irlanda, Malta, Olanda, Portogallo e Spagna grazie all’adesione di associazioni nazionali di pazienti con dolore cronico. “Io sono contro il dolore”, lo slogan ufficiale della manifestazione, sarà scandito in tante lingue diverse a testimonianza della crescente importanza che la Giornata va acquisendo anno dopo anno.

Il presidente della Fondazione ISAL, professor William Raffaeli, parlando  del tema della manifestazione sottolinea come il dolore non debba essere “sopportato inutilmente, va trattato e in Italia c’è una legge, la 38/2010, che garantisce l’accesso alle terapie, seppure debba ancora essere pienamente applicata”. E con riguardo alla manifestazione di sabato, il professor Raffaeli aggiunge “con Cento città contro il dolore vogliamo rompere il muro dell’indifferenza e chiedere alle istituzioni nazionali e internazionali di finanziare la ricerca scientifica per trovare una terapia a quei dolori difficilmente trattabili”.

In effetti si parla ancora poco del dolore cronico, una tragedia sommersa e molto spesso trascurata, che soltanto in Italia riguarda – si stima – il 20% della popolazione, circa 12 milioni di persone. Ingente anche il risvolto economico: ogni anno la spesa per farmaci e prestazioni  raggiunge i due miliardi di euro mentre il numero delle ore lavorative perse oltrepassata il miliardo.

Sabato, quindi, nelle piazze delle principali città italiane volontari e medici in camice bianco spiegheranno come e dove sia possibile curare il dolore cronico. Verrà divulgato il numero verde gratuito attivato dalla Fondazione ISAL 800 101288 con il sostegno di CartaBCC (la linea dei prodotti monetica emessi da Iccrea Banca e collocati sul territorio nazionale dalle banche di Credito Coperativo), a cui è possibile rivolgersi per avere consigli e un primo aiuto.

Per sostenere la raccolta fondi per la ricerca scientifica, un pool di aziende solidali ha messo a disposizione per sabato dei prodotti alimentari abruzzesi. Si tratta dell’azienda Fontedoro, con il suo olio extra vergine d’oliva ottenuto con spremitura a freddo, e dell’antico pastificio Masciarelli, con la sua pasta recentemente premiata dal Gambero rosso. Altre due aziende, Alaska Sas e Di Nino Trasporti si sono occupate a titolo gratuito del packaging e della distribuzione. Sempre sabato verrà anche distribuita “La cassetta di pronto soccorso del dolore”, una guida firmata da Change Pain con suggerimenti per far fronte al dolore.

Oltre che in piazza, Cento città contro il dolore  è affiancata sul web dalla campagna #‎Zeropain. Centinaia le persone di tutto il mondo che hanno scelto di “metterci la faccia” e di dire il loro “no” al dolore cronico. Per partecipare basta fotografarsi tenendo in mano un foglio con la frase “Io sono contro il dolore” scritta nella propria lingua e pubblicare il selfie su Facebook (taggando la pagina della Fondazione ISAL) oppure su Twitter e Instagram, mettendo sempre l’hashtag #zeropain. “Io sono contro il dolore” anzi,  in polacco, “Jestem przeciwko bolowi”: l’appuntamento è per sabato 27!

Per i dettagli sulla “Giornata mondiale Cento città contro il dolore” clicca qui
 


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