Welfare
Centimetro zero, la locanda del Terzo Settore
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. La struttura è la prima del genere nelle Marche e spicca tra le esperienze a livello nazionale perché i ragazzi che ci lavorano, età media 30 anni, tutti con disabilità, in prevalenza mentale, l’hanno costruita da zero, con le loro mani, insieme agli operatori, seguendo specifici percorsi formativi
di Anna Spena
La Locanda del Terzo Settore “Centimetro zero” è un casolare verde acqua che domina i colori della campagna marchigiana della vallata del Tronto a un centinaio di metri dall’uscita della superstrada Ascoli Mare, nel comune di Spinetoli (Ap).
Due anni di attività e numeri significativi nel medagliere del progetto: 50 coperti, per più di 200 ingressi settimanali, 27 persone coinvolte, 100 per cento di risultati ottenuti nell’indicatore sintetico del modello innovativo di locanda sociale in cui l’attività di ristorazione è il punto di arrivo, ma anche di partenza, di un progetto molto più ampio che coinvolge la disabilità, l’autoproduzione e il recupero creativo.
Sei giorni di apertura su 7, dal martedì alla domenica quando le porte si spalancano anche per il brunch. E per abbinare salute e buon gusto, si bruciano le distanze anche con la genuinità proponendo una cucina “zero zucchero, zero sale e zero conservanti”.
Il progetto è realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che ha investito nell’iniziativa già a partire dal 2015 e ritenendo significativa, importante e strategica la presenza – nel proprio territorio di riferimento – della Locanda, continua a sostenerla anche con il Piano pluriennale 2017 – 2019. L’obiettivo è quello di garantire la continuità dell’intervento anche attraverso l’integrazione delle attività lavorative e laboratoriali ed estendendo il modello operativo ad un più vasto ambito territoriale. Per la realizzazione dell’intervento “I disabili ed il lavoro” la Fondazione mette in campo un importo di € 200.000 nel triennio.
«Il nuovo step», sottolinea Roberta D’Emidio (Ucof) responsabile del progetto sociale «prevede una intensa fase di specializzazione per il lavoro che i ragazzi svolgono sia in sala che in cucina, coadiuvata da borse lavoro e tirocini».
Le barriere architettoniche abbattute anche in mezzo all’orto, con una serie di passerelle tra una fila di coltivazioni e l’altra per consentire anche a chi è sulla carrozzina di partecipare e dare il suo contributo ai lavori agricoli, sotto la guida esperta degli anziani del luogo, la Locanda offre un’opportunità di lavoro e percorsi formativi a ragazzi con diversi gradi di disabilità.
«Ognuno di loro si è scelto un ruolo», spiega Roberta D’Emidio «Ci sono camerieri, cuochi, addetti all’ospitalità e all’orto. La struttura è la prima del genere nelle Marche e spicca tra le esperienze a livello nazionale perché i ragazzi che ci lavorano, età media 30 anni, tutti con disabilità, in prevalenza mentale, l’hanno costruita da zero, con le loro mani, insieme agli operatori, seguendo specifici percorsi formativi. Per 10 mesi, dalle 14 alle 17, hanno lasciato il centro diurno di Spinetoli e raggiunto il casolare per ristrutturare tavoli, credenze e madie, decorare lampade, confezionare tendaggi e biancheria per la cucina».
Lo staff della cucina è composto da 4 persone (cuoco senior, cuoco junior, aiuto cuoco, tirocinante aiuto cuoco), quello di sala da 5 unità (responsabile di sala, 3 camerieri, 2 dei quali provenienti del centro diurno, un operatore socio assistenziale). Il cuore pulsante della Locanda sono i 6 ragazzi del centro diurno che coltivano i prodotti, hanno arredato il ristorante, lavorano come personale di sala e si impegnano in tutte le attività che la Locanda promuove. Oggi i ragazzi sono soci della cooperativa che gestisce il progetto.
«Da quest’anno», annuncia Emidio Mandozzi «lavorano con noi come tirocinanti, per 2 mesi, anche gli studenti con disabilità che hanno frequentato l’istituto Alberghiero di San Benedetto del Tronto (Ap). È un modo per dare continuità al percorso intrapreso e per sviluppare le potenzialità di ognuno».
«La marcia in più che vogliamo dare ai nostri ragazzi», conclude Roberta D’Emidio «è la possibilità di toccare con mano il frutto del proprio lavoro e di essere parte concreta, attiva, del progetto. Sotto la guida dei nostri operatori hanno ristrutturato gran parte dei mobili, hanno decorato le lampade, hanno scelto i colori delle seggiole, ci hanno scritto sopra i propri nomi: ognuna è diversa dall’altra, perché ognuno di noi è una persona unica, con la sua fantasia, i suoi limiti e i suoi punti di forza».
Il progetto Locanda del Terzo Settore è realizzato dalla cooperativa sociale Ucof insieme alla Fondazione Carisap, con la collaborazione operativa dell’associazione Fruit. Tra i partners ci sono la cooperativa sociale Ama Aquilone, la Caritas di Spinetoli, l’Ambito Territoriale Sociale XXIII, la Cooperativa Sociale Service Coop e il Bim, Bacino Imbrifero Montano del Tronto.
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