Famiglia

Censimento, il volontariato rimane fuori

statistiche

di Redazione

«Non ci saranno domande sull’attività di volontariato nel prossimo censimento», spiega il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, «avremmo appesantito troppo il questionario. Abbiamo lavorato un paio d’anni con esperti di tutti i campi per tentare di restringere il campo, proprio per evitare che il cittadino si trovasse davanti a troppe domande. Quelle sul volontariato però le poniamo nelle indagini multiscopo che realizziamo tutti gli anni». Sarà, ma è un peccato che nel 15° “Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011”, vera e propria fotografia degli oltre 25 milioni di famiglie italiane che sarà scattata il 9 ottobre, non compaiano quei grandi piccoli gesti di solidarietà che milioni di persone fanno quotidianamente. Sarebbe stato importante, anche dal punto di vista simbolico. D’altronde è vero che per questo censimento generale ci sono regole europee (per una migliore comparabilità dei risultati si è decisa una griglia comune di questioni) e che le rilevazioni sull’uso del tempo libero e sulla propensione solidaristica sono piuttosto complesse. «Non si tratta di chiedere alle persone semplicemente cosa fanno in un determinato giorno», precisa il presidente, «ma di raccogliere informazioni estremamente dettagliate con una tecnica radicalmente differente».
In conclusione, per sapere meglio i numeri e la dimensione del volontariato, tocca aspettare l’anno prossimo (nel 2012 è previsto un apposito rilevamento dedicato alle organizzazioni non profit). Già quello che sta partendo (e che si prevede costerà circa 590 milioni), a dire il vero, alcune indicazioni decisamente “sociali” le potrà dare. Non si limiterà a contare la popolazione, a raccogliere informazioni sulle caratteristiche strutturali delle abitazioni e degli edifici (compresi gli aspetti ambientali). Ci sono infatti alcune domande sulla condizione lavorativa e la mobilità urbana (con quale mezzo va a lavorare? Quanto tempo impiega?), sugli eventuali disagi nell’attività della vita quotidiana. «Questioni rispondendo alle quali si potranno fornire», spiega Giovannini, «utili informazioni agli amministratori locali. Ad esempio su quali servizi immaginare. Se è più opportuno pensare agli asili o anche a iniziative che facilitino la occupabilità delle persone».
Una volta restituite (lo si può fare per posta e, è la prima volta, anche telematicamente), le risposte dei cittadini potranno consentire una valida àncora alle decisioni degli enti locali. Del resto la compilazione e la trasmissione anche per via informatica non sono l’unica novità di questo censimento generale che viene proposto in doppia versione, la completa e l’abbreviata (rispettivamente con 80 e 34 quesiti). «Il punto fondamentale», puntualizza il presidente, «è che questo Censimento è diverso da tutti i precedenti: parte dalle liste anagrafiche. Il che ha permesso di immaginare un approccio campionario ad alcune grandezze, così da richiedere minor sforzo ai cittadini che lo devono compilare e nello stesso tempo poter comporre un quadro corrispondente alla realtà».


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