Scuola e salute
Celiachia: piccola guida per il rientro in classe
Per oltre 32mila studenti che hanno ricevuto una diagnosi di celiachia, rientrare in classe significa fare i conti con la propria malattia e il confronto con i compagni durante il momento del pranzo in mensa. Per garantire un ambiente inclusivo e sicuro, l'Associazione Italiana Celiachia promuove due progetti dedicati al mondo della scuola. Cinque consigli pratici per genitori, insegnanti e personale scolastico
di Redazione
Il rientro in classe è fatto di liste di libri da spuntare, zaini da riempire e nuove timeline con cui prendere le misure. Per oltre 32mila studenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado che hanno ricevuto una diagnosi di celiachia, c’è un aspetto in più. Per loro, rientrare a scuola significa fare i conti con la propria malattia e il confronto con i compagni durante il momento del pranzo in mensa o la merenda in classe. Accettare la malattia per alcuni è difficile: c’è chi detesta le feste di compleanno, il tavolo dei dolci imbandito, e chi riporta a casa intonsa la borsa della merenda, per non doverla aprire davanti agli altri. Non a caso la celiachia in Italia è riconosciuta come malattia sociale.
Per garantire un ambiente inclusivo e sicuro per tutti gli studenti, l’Associazione Italiana Celiachia compie un lavoro incessante di divulgazione che punta a informare insegnanti, personale scolastico e studenti non celiachi. «Il diritto al pasto senza glutine nelle mense della scuola pubblica italiana è ampiamente garantito (legge quadro n. 123/2005 a favore dei soggetti con celiachia)», spiega Rossella Valmarana, presidente dell’associazione. «Laddove ci siano ancora alcuni casi di mancata o parziale applicazione, AIC interviene tempestivamente: la dieta senza glutine è l’unica terapia per una persona celiaca e, pertanto, deve essere sempre garantita, ed essere analoga per tipologia di piatti e valori nutrizionali a quella degli altri studenti, che devono sentirsi integrati e non esclusi a causa della malattia nel primo contesto sociale che sperimentano nella vita». Conoscere e far conoscere la patologia (che, secondo i dati del Ministero della Salute, colpisce in Italia oltre 250mila persone) è l’obiettivo di due progetti dedicati al mondo della scuola, a supporto degli studenti con celiachia e delle loro famiglie, finanziati grazie ai fondi raccolti con il 5 per mille.
“In fuga dal glutine” è l’iniziativa con cui l’Associazione Italiana Celiachia entra nelle scuole dell’infanzia e primarie: giochi collettivi, quaderni didattici e favole a disposizione degli insegnanti per spiegare agli alunni cos’è la celiachia e parlare di educazione alla diversità, alimentare e culturale, intesa come risorsa e ricchezza. Il progetto, interamente gratuito per le scuole, prevede un incontro informativo con i docenti interessati su diversi temi: celiachia, dieta senza glutine, gestione di eventuali difficoltà riscontrabili nella vita scolastica (come ad esempio la mensa).
“A scuola di celiachia” si rivolge invece agli Istituti Alberghieri: è un programma nazionale di formazione rivolto ai ristoratori di domani. L’obiettivo è fornire conoscenze sulla celiachia, sulle esigenze nutrizionali del celiaco e sulla gestione di tutte le fasi del servizio senza glutine. Studentesse e studenti possono svolgere progetti di Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) presso locali aderenti al programma Alimentazione Fuori Casa senza glutine che coinvolge 4000 esercizi commerciali formati sulla celiachia e sulla dieta senza glutine. La formazione può essere rivolta anche agli insegnanti a cui viene fornito materiale didattico mirato per parlare di celiachia e dieta senza glutine, aiutando gli studenti a sviluppare interesse e consapevolezza verso chi convive con intolleranze alimentari. La formazione a docenti o, in alcuni casi, direttamente a studentesse e studenti, viene svolta da docenti esperti AIC e viene spesso integrata da laboratori pratici.
Una piccola guida per il rientro in classe
Per garantire agli studenti celiaci il diritto di affrontare il nuovo anno scolastico in serenità e, soprattutto, sicurezza, AIC ha stilato un vademecum rivolto a genitori, insegnanti e personale scolastico con alcuni consigli pratici.
- Come richiedere la dieta senza glutine per la propria figlia o figlio?
Bisogna rivolgersi alla propria ATS, Comune o scuola, compilando l’eventuale modulistica per la richiesta di dieta speciale. Occorre chiedere al medico o al pediatra di libera scelta o del centro ospedaliero una certificazione attestante la diagnosi di celiachia e la necessità di dieta senza glutine, oppure fargli compilare il modulo già predisposto da ATS, Comune o scuola.
- Un alunno celiaco può mangiare insieme agli altri?
Assolutamente sì, gli alunni celiaci non solo possono mangiare insieme ai compagni (purché siano tutti informati del fatto che è celiaco e si faccia attenzione alle eventuali contaminazioni) ma devono essere integrati il più possibile, senza vivere il pasto come un momento in cui sentirsi diversi dagli altri. Gli insegnanti possono dare un contributo importante in termini di controllo e per sensibilizzare i compagni affinché prestino attenzione a non fare cose che per un alunno celiaco possono rivelarsi pericolose: ad esempio, lanciare briciole di pane, scambiare le posate o fare assaggi da un piatto all’altro.
- Un alunno celiaco può partecipare a uscite didattiche o lavoretti in classe che prevedono la manipolazione di materiali?
Non ci sono rischi se i materiali utilizzati sono naturalmente senza glutine, come ad esempio l’argilla, la creta o la terracotta. Se l’attività prevede la manipolazione di farine o paste da modellare già pronte che possono contenere tracce di glutine, è necessario chiedere l’autorizzazione ai genitori, quindi insegnanti o educatori devono controllare che il bambino non porti nulla alla bocca, si lavi le mani accuratamente e indossi un grembiule pulito. Va sempre ricordato che il rischio è legato all’ingestione del glutine e non al contatto o all’inalazione. Quando in classe c’è uno studente celiaco, una soluzione inclusiva è quella di usare farine e paste per modellare senza glutine per tutti.
- Come rendere sicura una gita scolastica che prevede pranzo e cena fuori casa?
Genitori, insegnanti e dirigente scolastico devono collaborare affinché le strutture ricettive (alberghi o ristoranti) siano informate della necessità del servizio senza glutine. AIC, grazie al Programma Alimentazione Fuori Casa, mette a disposizione una guida con oltre 4000 locali informati sulla celiachia e sulla dieta senza glutine tra cui la scuola può scegliere una struttura: i genitori possono condividere la guida oppure la scuola può richiedere ad AIC il codice app AIC Mobile.
- Come far aderire la propria scuola ai progetti In fuga dal glutine o A scuola di celiachia?
Segnalate la vostra scuola all’Aic locale (qui l’elenco completo) che provvederà a presentare il progetto ai dirigenti scolastici. L’istituto, se interessato, potrà aderire.
L’Associazione Italiana Celiachia nasce nel 1979 su iniziativa di alcuni genitori di bambini celiaci in un’epoca in cui la celiachia era poco conosciuta e considerata una malattia pediatrica. Oggi è portavoce dei pazienti e delle loro istanze in tutti i più importanti contesti istituzionali.
La malattia celiaca o celiachia è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. La diagnosi si effettua con analisi del sangue di specifici anticorpi e biopsia dell’intestino tenue; gli accertamenti diagnostici devono essere eseguiti in corso di dieta comprendente il glutine. L’unica terapia disponibile per la celiachia è la dieta senza glutine.
Le foto sono di AIC – Associazione Italiana Celiachia.
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