Formazione

Celiachia: scoperta una possibile causa

Da uno studio dei ricercatori del Gaslini e dell'Università di Verona

di Redazione

I ricercatori del Gaslini e dell’Università di Verona hanno scoperto che il Rotavirus, in soggetti geneticamente predisposti, può portare all’insorgenza del morbo celiaco. Il professor Antonio Puccetti, ricercatore del Laboratorio di Immunologia Clinica e Sperimentale dell’Istituto Gaslini di Genova, in collaborazione con il professore Claudio Lunardi e la dottoressa Giovanna Zanoni dell’Università di Verona hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista PLoS Medicine, i risultati di uno studio tutto italiano dove si dimostra che, nei soggetti predisposti geneticamente, l’infezione con un virus molto diffuso, il Rotavirus, (frequente responsabile dell’ enterite nei bambini) scatena l’insorgere della celiachia. I ricercatori dell’Istituto Gaslini e dell’Università di Verona hanno dimostrato che in tutti i soggetti esaminati affetti da celiachia, sono stati trovati anticorpi che il paziente ha prodotto contro una particolare proteina del Rotavirus (il sistema immunitario conserva il ricordo di un virus già incontrato e sconfitto in passato). Prova del ruolo del Rotavirus nello scatenamento della celiachia è il fatto che gli anticorpi contro questa particolare proteina (Vp7) non si trovano in soggetti non celiaci. ?Abbiamo lavorato più di due anni a questo studio – spiega il prof. Antonio Puccetti – analizzando un’ampia popolazione di pazienti affetti da celiachia, sia bambini che adulti: in tutti i celiaci analizzati abbiamo trovato gli anticorpi specifici contro la proteina Vp7 del Rotavirus. Con test eseguiti in laboratorio si è visto che gli anticorpi diretti contro la proteina Vp7 del Rotavirus sono in grado di attaccare le cellule che rivestono l’intestino alterando le funzioni di quest’organo nell’assorbimento degli alimenti?. I risultati di questa ricerca chiariscono come un’infezione virale possa ?confondere? il sistema immunitario e causare l’insorgere del morbo celiaco in soggetti predisposti geneticamente. La celiachia è caratterizzata da un’infiammazione del piccolo intestino dovuta all’assunzione di glutine attraverso la dieta. Il glutine è contenuto in molti cereali e l’unica terapia consiste in una dieta priva di cereali per tutta la vita. Si tratta di una malattia molto frequente: colpisce 1 persona ogni 100/150 circa in Nord America ed Europa, e soprattutto bambini che presentano un assetto genetico particolare, ma può manifestarsi anche in età adulta con sintomi molto diversi e talora sfumati. La diagnosi si basa sulla presenza nel sangue di particolari anticorpi diretti contro un enzima (Transglutaminasi) che agisce sul glutine, e su una biopsia eseguita con gastroscopia, ma poco si conosceva fino ad oggi sul perché il sistema immunitario aggredisce l’intestino e altri organi in seguito all’assunzione del glutine. ?Questo studio rappresenta il primo importante passo per la futura realizzazione di una terapia preventiva per i soggetti a rischio di celiachia – spiega il prof. Lorenzo Moretta, Direttore Scientifico del Gaslini – in grado di prevenire l’insorgenza della malattia, probabilmente attraverso una sorta di ?vaccinazione?. Questo studio potrebbe in futuro aprire nuove prospettive terapeutiche anche per coloro che hanno già sviluppato la malattia, e sono attualmente costretti per tutta la vita a rinunciare agli alimenti che contengono cereali, come il pane e la pasta. Un cambiamento radicale rispetto alle strategie attuali che si basano sulla sola privazione dei cereali dalla dieta del paziente.?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA