Cultura
Cei: 33 i missionari uccisi nel 2001
Il Consiglio Episcopale Permanente ha diffuso il documento conclusivo della sessione invernale. Grande appello alla pace e al dialogo
La sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente, che si è svolto a Roma dal 21 al 23 gennaio, si è chiusa con un approfondito documento, diffuso oggi, di richiamo alla pace, al dialogo religioso, all’impegno missionario.
I rappresentanti dei vescovi hanno inoltre ricordato il sacrificio di 33 (di cui sei italiani) missionari uccisi nel 2001.
“L?attenzione dei Vescovi si è rivolta” si legge nel documento, “ai diversi focolai di conflitto e alle situazioni di calamità (Afghanistan, Terra Santa, India, Pakistan, Argentina, Sudan, Nigeria, Congo), con un invito alle istituzioni e alle organizzazioni internazionali ad avviare autentici processi di libertà, di democrazia, di giustizia, di solidarietà”.
Un lungo passaggio del documento è dedicato alla situzione politica italiana: “I Vescovi, di fronte all?acceso dibattito politico e alle tensioni emerse nel rapporto tra alcune componenti istituzionali dello Stato, hanno espresso un invito forte affinché tutti si impegnino a favorire un clima più disteso che aiuti a smorzare i toni della polemica e avvii un dialogo più rispettoso e costruttivo”.
Il Consiglio, oltre ad una riflessione attenta ai nodi culturali odierni e in particolare alla questione antropologica, ha tra l’altro indicato i tempi di svolgimento del prossimo Congresso eucaristico nazionale (Bari, primavera del 2005) e del Convegno ecclesiale che avrà luogo nell’autunno del 2006, il tema principale della prossima Assemblea generale dell’Episcopato e alcuni orientamenti sulle Settimane sociali dei cattolici italiani.
Info: www2.chiesacattolica.it/ceidocs/seed/pn_ceidocs.start_documenti
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.