Cultura

cecily saunders, che inventò gli hospice

testimonianze Per riflettere sulla dignità del fine vita

di Redazione

La morte fa paura. Lo fa ancora di più quando si sente il suo approssimarsi. Cosa vi è di più desolante che il compiere l’ultimo atto terreno da soli, senza nessuno attorno che ci possa sostenere? Anche Gesù, sapendo dell’arrivo delle guardie che lo avrebbero arrestato presso il Getsemani, chiese ai suoi: «vegliate con me». Questa richiesta è il titolo dell’agevole opera che raccoglie alcune conferenze di Cicely Saundes, la fondatrice dell’hospice movement. A cinque anni dalla sua pubblicazione in Gran Bretagna, quest’opera giunge in Italia grazie alla traduzione di Francesca Lozito, attenta studiosa del mondo degli hospice e delle cure palliative.
Esistenza straordinaria quella della Saunders: abbandonati i tranquilli studi di filosofia, in piena seconda guerra mondiale decise di dedicarsi ai feriti di guerra. È qui che maturò la volontà di porsi a conforto dei sofferenti senza speranza, in tempi in cui le cure palliative erano lontane e la morfina quale strumento per lenire il dolore era vista con sospetto.
Naturale passaggio per la Saunders – a 33 anni – fu l’iscrizione a Medicina. Al centro della sua opera tre pilastri: la cura dal punto di vista clinico, l’insegnamento e la ricerca. Attraverso la sua caparbia opera i malati terminali hanno scoperto una loro dignità e trovato una struttura capace di accompagnarli nel momento estremo del loro passaggio ad altra vita. Non a caso nel 1967 la Saunders fonderà un suo ospedale, il St. Christopher hospice, che è ancora oggi un punto di riferimento mondiale per le cure palliative.
La Saunders aveva una profonda fede; ma quanto ella ha insegnato è un messaggio universale. La dignità dell’uomo sino all’ultimo istante della sua vita, la capacità di offrire una medicina totale pronta a dare sollievo alle sofferenze, un medico pronto ad ascoltare le confidenze del malato terminale, a com-patire con lui: sono forse queste connotazioni confessionali? Non sono invece un mezzo per allontanare il desiderio di morire a comando?
Attraverso questa raccolta di scritti è possibile cogliere l’umanità di una donna capace di riscoprire il semplice che tanti hanno perso: il senso della vita, in ogni momento, specie nel punto più delicato: il passaggio all’oltre.

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