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Cecilia Strada, addio ad Emergency. La base la sostiene, la ong tace
Il 23 aprile scorso con un post su Facebook Cecilia Strada ha dato l'addio alla realtà fondata dal padre Gino. Se il post è stato travolto dall'affetto dei sostenitori sul lato Emergency ha regnato un assoluto silenzio. Nessun commento né sui profili social ufficiali, né su i gruppi di sostenitori. E intanto il marito, Maso Notarianni, con un sfogo su Facebook fa capire che qualche tensione c'è
Un totale di 2687 reazioni. Di queste 1809 classici like, 655 cuori e 207 faccine che piangono. Sono le reazioni al post con cui Cecilia Strada ha annunciato su Facebook il proprio addio ad Emergency.
«Ieri si è conclusa la mia lunga avventura con Emergency. Sono stati anni importanti, difficili, entusiasmanti; è stato un privilegio per me fare il mio pezzettino per nutrire, crescere e portare nel mondo questa idea di medicina e diritti umani. È stata anche l’opportunità per conoscere tante persone straordinarie: grazie. A lei va il solito augurio, quello che ha orientato la mia bussola in tutti questi anni: che diventi inutile, bella mia; che tu possa finalmente vedere gli ospedali di guerra svuotarsi di feriti e riempirsi di rose. Io continuerò in ogni modo a darmi da fare per lo stesso obiettivo, comunque prosegua la mia strada: avanti tutta. E buona giornata, a lei, a voi».
Balza agli occhi che non ci sia la spiegazione della decisione. Il post non entra nel merito.
Ma è evidente anche qualcosaltro: a parte il post dell'annuncio infatti sui profili social legati al mondo Emergency e alla famiglia Strada non ci sono altre comunicazioni. Niente sul profilo di Gino Strada, niente sul profilo ufficiale della ong, niente sui profili dei sostenitori di Emergency (Io sto con Emergency e Emergency Volontari Milano zona 2). Nessuna comunicazione neanche sul portale web.
L'unico commento, successivo al 23 aprile, data dell'annuncio, che non sia strettamente legato a qualche raccolta fondi o volto ad illustrare le attività della ong è del marito Maso Notarianni. Un emblematico post nel quale scrive: «Non è bello aprire i giornali ritrovarcisi citato. E leggere che sarei stato favorevole o contrario a questo a quello rispetto alla vita interna di una associazione con cui non ho nulla a che fare, se non per rapporti familiari».
«Mi sono stufato di essere tirato in ballo sempre e comunque quando si parla di una cosa che ho lasciato da anni e di cui non mi occupo da anni», continua, «Non sono un _grande_ e nemmeno un _vecchio_. Ho un'etica e la rispetto in questa e in altre vicende: non agisco se non apertamente. Ho sofferto umanamente per chi mi sta vicino, e pure per chi ha deciso di starmi lontano dal 2013, ma non sono mai entrato nel merito di alcuna discussione a meno che non riguardasse rapporti umani. Ho fatto fin troppa fatica a tenere insieme quel che avevo intorno, e anche per provare a non perdere pezzi ho scelto di non entrare nel merito di scelte, polemiche o discussioni oramai lontane da me. Cari colleghi di categoria ma anche cari ex colleghi di lavoro, non lavoro più per e non entro più in discussioni da anni, dunque anche basta tirarmi in mezzo, grazie. P.S. d'ora in avanti entrerò anche io nel giochino delle vie legali. E valuterò se sussistano i reati di diffamazione a mezzo stampa o anche (e a quanto pare soprattutto) non a mezzo stampa».
Uno sfogo che, pur non esplicitandolo, lascia intendere chiaramente come la tensione tra le parti ci sia e sia alta.
A questo si aggiunge una freddezza comunicativa da parte della ong abbastanza strana se si pensa che oltre ad essere la figlia del fondatore, dopo la morte della madre Teresa Sarti nel 2009, Cecilia Strada era stata fino al luglio 2017 presidente dell’organizzazione. Dopo che articoli di stampa parlarono di un suo “siluramento” dall’associazione, quando venne sostituita dall'attuale presidente Rossella Miccio, lei stessa rispose con un comunicato spiegando che l’avvicendamento alla carica di presidente «è maturato nell’ambito di una normale dinamica di confronto interno» e Gino Strada definì tali notizie «illazioni, calunnie e falsità gravi».
Dove stia la verità non è dato saperlo. Le uniche cose certe sono il silenzio social del mondo Emergency e il grande sostegno da parte della base.
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