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Cecenia: ucciso il presidente Kadyrov

A Grozny esplode una bomba: 14 le vittime, tra cui il presidente Akhmad Kadyrov, mentre viene gravemente ferito il comandante delle forze russe del Caucaso, il generale Baranov

di Paolo Manzo

Almeno 14 persone sono rimaste uccise in un attentato compiuto oggi a Grozny, in Cecenia. Ne danno conferma fonti del ministero dell’Interno citate dall’agenzia stampa Itar-Tass, precisando che l’eplosione è avvenuta alle 10.40 ora locale nello stadio della Dynamo durante le celebrazioni per il 59mo anniversario della vittoria militare dell’ex Unione Sovietica sulla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Tra le vittime c’e’ il presidente ceceno Akhmad Kadyrov, notizia confermata dallo stesso presidente russo Vladimir Putin, mentre e’ stata smentita l’uccisione del comandante delle forze del Caucaso del Nord, il generale Valery Baranov. Il ministero dell’Interno ceceno ha riferito che Baranov, inizialmente ritenuto morto, avrebbe perso una gamba nella deflagrazione e un portavoce delle truppe russe, Vasily Panchenkov, ha aggiunto che i medici ”sanno facendo il possibile per salvargli la vita”. La procura generale russa ha aperto un’inchiesta per risalire ai responsabili dell’attentato. L’attentato a Grozny contro il Presidente della Cecenia, Akhmad Kadyrov e il comandante delle forze russe dislocate nella regione indipendentista, il generale Valery Baranov, allunga la scia di sangue degli attentati compiuti dalla resistenza Cecena contro i russi. Ecco una cronologia dei maggiori atti terroristici compiuti dai ceceni. 7 giugno 2000: Due agenti delle forze speciali russe Omon restano uccisi e altri cinque feriti n ell’esplosione di un’autobomba nel villaggio Alkhan-Yurt, a sudovest di Grozny. 2-3 luglio 2000: La guerriglia cecena lancia cinque attacchi suicidi contro basi delle forze di sicurezza russe nel giro di 24 ore. Almeno 54 persone restano uccise in un dormitorio nel comando di polizia di Argun, nei presi di Grozny. La sede del ministero dell’Interno russo a Gudermes e’ tra gli obiettivi e nell’attacco restano uccisi 6 soldati russi. 23 ottobre 2002: Un commando ceceno sequestra per tre giorni gli spettatori del teatro moscovita Dubrovka. 41 morti tra i ceceni e 129 tra gli ostaggi. 27 dicembre 2002: Attacchi suicidi contro il quartier generale del governo di Grozny, almeno 80 persone restano uccise. 12 maggio 2003: Due attacchi suicidi, perpetrati con autobombe, contro l’edificio del governo federale a Znamenskoye, nel nord della Cecenia. Circa 59 persone rimangono uccise e l’edificio dove si trova l’amministrazione e la sicurezza del governo di Mosca seriamente danneggiato. 14 maggio 2003: Almeno 16 persone restano uccise e 145 ferite in un attentato suicida durante una festa religiosa a Iliskhan-Yurt, ad est di Grozny. 5 giugno 2003: Un agguato ad un veicolo con a bordo piloti dell’aeronautica russa nei pressi di Chechnya: un donna si fa esplodere, uccidendo almeno altre 18 persone. 5 luglio 2003: Due attentatori suicidi si fanno esplodere uccidendo 15 persone durante una festival di musica rock nell’aeroporto Tushino di Mosca. Tra le vittime, anche 60 feriti. 1 agosto 2003: Un’autobomba esplode nei pressi di un ospedale militare Mozdok, nell’Ossetia del Nord, al confine con la Cecenia. Almeno 50 persone restano uccise nell’eplosione. 3 settembre 2003: Sei persone restano uccise a bordo di un treno nei pressi di Pyatigorsk, nel nord del Caucaso. Secondo fonti ufficiali, non si tratterebbe di un attentato dei ribelli ceceni. 5 dicembre 2003: Un’esplosione su un treno nei pressi della stazione di Yessentuki, nella regione di Stavropol, nel nord della Cecenia. Almeno 36 persone restano uccise e altre 150 ferite. 6 febbraio 2004: Una bomba nel metro’ di Mosca provoca 39 morti e oltre 100 feriti. L’esplosione avviene in un vagone di un treno presso la stazione Avtozavodskaja, alle porte del centro cittadino, in ora di punta. Chi era Akhmad Kadyrov Akhmad Kadyrov era considerato ”l’uomo di Mosca”, l’unico in grado di stabilizzare la Cecenia. Prima ancora di essere eletto da un vero e proprio plebiscito nell’ottobre del 2003 – con una percentuale di voti superiore all’80 per cento – l’ex presidente era di fatto la massima autorita’ cecena su mandato del Cremlino. Una vittoria elettorale ottenuta nella piu’ totale assenza di osservatori internazionali, caratterizzata da censure e violenze che hanno aperto la strada a Kadyrov, tra cui la rimozione dell’allora ministro della Stampa Bislan Gantamirov da parte delle forze governative russe e l’occupazione di un’emittente radiotelevisiva indipendente di Grozny. Nato nel Kazahkistan nel 1951, durante le deportazioni di massa del regime stalinista, Kadyrov studia l’islam nella ex repubblica sovietica dell’Uzbekistan negli anni ’80 e nel 1989 viene nominato capo del primo istituto islamico nel Caucaso del Nord. Nel 1993 viene nominato vice ‘mufti’, l’autorita’ islamica, in Cecenia, sotto il regime separatista di Dzhokhar Dudayez, tollerato dal governo di Mosca. Il conflitto tra il separatismo ceceno e il governo centrale e’ appena iniziato, e Kadyrov vive il doppio ruolo di guida religiosa e comandante della guerriglia. Nel 1999, quando condanna apertamente il tentativo di un ‘signore della guerra’ ceceno, Shamil Basayev, di attuare un colpo di stato e costituire uno stato islamico, Kadyrov viene considerato dai leader del separatismo, e soprattutto da Aslan Maskhadov, ”il nemico numero uno’ e un ‘traditore’ della causa cecena.


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