Welfare

Cecenia: appello per la pace da attivisti diriritti umani russi

Trai firmatari figurano lo scrittore Alkeksandr Tkacekenko e gli ex dissidenti sovietici Ielena Bonner (vedova di Andrei Sakharov), Serghiei Kovaliov (attuale deputato alla Duma), Lev Ponomariov e Ole

di Redazione

Un appello per la pace in Cecenia e contro l’ipotesi di chiusura coatta di un campo profughi in Inguscezia e del rimpatrio forzato degli sfollati e’ stato diffuso oggi da alcuni attivisti russi impegnati in organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Trai firmatari figurano lo scrittore Alkeksandr Tkacekenko e gli ex dissidenti sovietici Ielena Bonner (vedova di Andrei Sakharov), Serghiei Kovaliov (attuale deputato alla Duma), Lev Ponomariov e Oleg Orlov (della Fondazione Memorial). Nel documento si esprimono timori per la sorte del campo profughi di Aki-Iurt, nella repubblica russa dell’Inguscezia, a ridosso del confine con la Cecenia, dove sono attualmente ospitati 2.600 civili ceceni sfollati a causa della guerra tra le forze federali e la guerriglia islamico-secessionista cecena. Secondo alcune testimonianze, un funzionario governativo nei giorni scorsi avrebbe rivolto un sorta di ultimatum ai profughi, annunciando la chiusura forzata del campo e ordinando loro di rientrare in Cecenia. Un episodio che, se confermato, ”smentirebbe le autorita’ federali e quelle regionali dell’Inguscezia, le quali – rilevano gli attivisti – avevano promesso che il rientro dei profughi sarebbe stato realizzato solo su base volontaria”. I firmatari dell’appello si rivolgono quindi al Cremlino, al parlamento russo e alle maggiori organizzazioni internazionali, incluso l’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, affinche’ intervengano per ”prevenire nuove tragedie umanitarie”.


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