Mondo

Cecenia: 1314 civili uccisi dai russi. Un rapporto

Pubblicato da Le Monde un rapporto delle autorità cecene

di Paul Ricard

Le violenze e i soprusi dell’esercito russo in Cecenia non sono affatto terminate, come sostiene il Cremlino: i soldati di Vladimir Putin continuano a commettere crimini di guerra, e solo nel 2002, 1.314 civili sono stati assassinati, vittime di esecuzioni sommarie. Inoltre, 2.879 cadaveri sono stati scoperti in 49 fosse comuni, e sono registrati numerosi casi di stupro e torture. Ad inchiodare Mosca e’ un rapporto delle autorita’ cecene filo-russe, che si basa su dati raccolti localmente, trasmesso a fine marzo al Cremlino, ”al piu’ alto livello federale”, cioe’ allo stesso Putin, secondo ‘Le Monde’ che ne ha ottenuto copia. I servizi del portavoce speciale del Cremlino sulla Cecenia, Serguei Iastrjembski, hanno pero’ affermato al giornale ”di non poter ne’ confermare ne’ smentire”, indicando che ”il rapporto forse esiste, forse e’ stato trasmesso al presidente, ma non e’ passato per i nostri servizi”. Il documento, di una trentina di pagine, e’ il primo tentativo di bilancio ufficiale dei crimini commessi contro i civili in Cecenia. Viene precisato che i 1.314 decessi del 2002 – in media 109 al mese – sono avvenuti ”indipendentemente da scontri armati, tiri d’artiglieria, bombardamenti ed esplosioni di mine telecomandate: si tratta di vittime di esecuzioni sommarie”. Per la prima volta inoltre un documento ufficiale ammette l’esistenza di fosse comuni, fornendo anche la lista del numero di cadaveri ritrovati in ciascuna delle 49 localita’ individuate, tra cui quella del cimitero centrale di Grozny che contiene 260 corpi. Il rapporto descrive decine di casi di ”assassinio”, ”scoperta di cadaveri che recano segni di morte violenta”, ”scoperta di frammenti di corpi”, cioe’ di civili uccisi e poi fatti a pezzi con l’esplosivo, pratica spesso usata da circa un anno dai soldati russi, precisa il quotidiano. Rapimenti, torture, stupri, pestaggi, completano il panorama degli orrori in cui viene citato accanto ad ogni caso il numero di soldati russi presenti al momento dei singoli fatti. L’inizio del 2003 non ha portato miglioramenti, secondo il rapporto: ”nei primi tre mesi dell’anno, sono stati recensiti 70 assassinii, 126 rapimenti, 19 persone scomparse, due stupri e 25 casi di scoperta di frammenti di corpi umani”. Resta da capire a quale scopo le autorita’ filo-russe di Grozny abbiano deciso di redigere questo rapporto, in un momento in cui si e’ tenuto un referendum costituzionale. Una spiegazione possibile, secondo ‘Le Monde’, e’ che il mufti Akhmed Kadyrov, capo dell’amministrazione filo-russa nominato da Mosca, miri ad essere eletto presidente della Cecenia al posto di Aslan Maskhadov, capo degli indipendentisti. Cosciente che le violenze perpetrate contro la popolazione civile minano le sue possibilita’ gia’ fragili, Kadyrov potrebbe aver cercato di allertare il potere centrale sulle derive dei soldati di Mosca.


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