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C’è Vita in montagna (ma anche in città): la presentazione del nuovo bookazine a Milano
Montagna felix è il titolo del nuovo numero di Vita. Ieri la presentazione al Touring Club di Milano alla presenza di lettori, appassionati, esperti. Ecco che cosa è accaduto
Lo sapete che il 51% dei comuni della città metropolitana di Torino è in territorio montano? Probabilmente no. Sono molte le cose che non sappiamo – o che crediamo di sapere – sulle montagne italiane e, in fin dei conti, sull'Italia tutta considerando che le "terre alte" costituiscono quasi la metà del suo territorio. Lo ha spiegato il professor Filippo Barbera dell'Università di Torino, nel corso della presentazione del nuovo numero di Vita che alla montagna e al rinascimento montano dedica questo mese uno speciale di sessanta pagine.
La montagna lancia tre sfide al Paese. La prima, è la sfida economica, la seconda è la sfida sociale, la terza, è la sfida del turismo, ovvero dell'arte, del paesaggio, della sostenibilità e dei beni comuni.
«È proprio un rinascimento quello a cui assistiamo, con numeri che sono sempre in crescita e molto ci dicono delle possibilità e della volontà di accoglienza che c'è nelle terre alte», ha spiegato nostro ospite Lamberto Mancini, direttore generale Touring Club Italiano. Fondato l'8 novembre 1894 da un gruppo di 57 velocipedisti, con l'intento di diffondere i valori ideali e pratici del ciclismo e del viaggio, il Touring raggiunse 16mila soci nel giro di pochi anni ed è una delle più longeve associazioni italiane. «Bisogna fare ancora molto, perché l'ospitalità oggi è ancora troppo limitata ad alcune grandi località». L'innovazione montana, lontano dalla retorica dello "smartcitismo", ha proseguito Barbera, «è realmente incrementale. Permette alle diversità di incontrarsi e, appunto, diventare innovazione sociale».
Piero Carlesi (Presidente Centro di Cinematografia CAI) ha portato l'esempio del Cai che, come il Touring Club, ha una storia antica (venne fondato nel 1863 a Torino) che rimonda a più di un secolo fa. Carlesi ha raccontato di storie di welfare e assistenza che il Cai garantisce a chi va in montagne e a chi la montagna la vive e ha spiegato come, quest'anno, per il Festival del Cinema di Montagna di Trento siano arrivate centinaia di opere. «Solo 5-6 anni fa, arrivavano i film delle grandi produzioni e spedizioni. Oggi abbiamo un interesse anche da parte delle produzioni minori e indipendenti interessate a uno sguardo, per dir così, ecosistemico». A coordinare il dibattito, il direttore Riccardo Bonacina che ha ricordato: «non ci fermiamo qui, continueremo tutta l'estate a lavorare su questo nodo realmente cruciale per il nostro Paese. Su Vita racconteremo esperienze, pubblicheremo reportage e interviste».
Foto di Claudia Senna
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