Cultura

Caucaso: la Caritas in prima linea per gli aiuti

L'appello di monsignor Claudio Gugerotti, Nunzio Apostolico in Georgia

di Gabriella Meroni

«La strage degli innocenti verficatasi qualche giorno fa nell’Ossezia del Nord ha commosso il mondo. Ma non dimentichiamo che già dall’Ossezia del Sud più di tremila donne e bambini si sono, nelle ultime settimane, rifugiati in altre regioni della Georgia. Se non si interviene in tempo con iniziative di pace e di promozione sociale, quella zona può diventare un focolaio difficile da contenere e pericoloso per tutti. C’è bisogno di idee e mezzi perché il Caucaso intero non si tramuti in una polveriera ». È accorato l’appello di monsignor Claudio Gugerotti, Nunzio Apostolico in Georgia, che ricorda la povertà del paese al quale appartiene l’Ossezia del Sud (l’Ossezia del Nord, triste scenario della tragedia nella scuola di Beslan, appartiene alla Russia). «I profughi di questi giorni si aggiungono alle centinaia di migliaia di profughi da anni senza casa e lavoro. È una situazione determinata dalla instabilità della regione, potenziale area di azione del terrorismo». In entrambe le aree, l’impegno della Caritas dura da tempo e, come è nel consolidato stile dell’organismo, si cerca di andare oltre le emergenze. Ossezia del Nord (Russia) Dall’inizio della tragedia nella scuola di Beslan la Caritas è presente sul posto con dei volontari, inclusi due psicologi. Si lavora senza sosta e sono già stati forniti materiale sanitario e medicine a due ospedali di Vladikavkaz, dove sono ricoverati i bambini di Beslan. Sono allo studio ulteriori forme di aiuto. Tutto dipende dal sostegno del governo e di altre organizzazioni umanitarie. Questi gli interventi a medio termine che si stanno avviando: assistenza medica nei due ospedali di Vladikavkaz per i lungodegenti; rifornimento di viveri per le famiglie che hanno perso i figli, molte delle quali, da questi giorni, senza alcun reddito; sostegno psicologico per le famiglie di Beslan e negli ospedali; soggiorni di riabilitazione per i bambini. Ossezia del Sud (Georgia) Le autorità locali, nonostante gli sforzi, non riescono a far fronte a tutti i bisogni della stremata popolazione, che vede un’altissima percentuale di bambini. Hanno abbandonato le proprie case a seguito dell’acuirsi degli scontri tra l’esercito regolare e le forze separatiste della provincia. Le forze separatiste lottano per ricongiungersi all’Ossezia del Nord. Si tratta di una regione montuosa e le notti sono già molto fredde. Le persone non dispongono di vestiti che possano tenerli al caldo. Già durante la seconda metà del mese di agosto, Caritas Georgia aveva fatto arrivare ai profughi due camion carichi di viveri, indumenti, articoli sanitari e kit scolastici. Ma i viveri, ad esempio, sono durati solo due settimane e i profughi continuano ad avere bisogno di tutto. Padre Witold Szulczynski, direttore di Caritas Georgia, e monsignor Gugerotti, hanno lanciato alla rete internazionale Caritas un appello per raccogliere 150.000 euro per proseguire gli interventi di urgenza. «Facciamo appello alle coscienze – conclude mons. Gugerotti – perché si mobilitino e sostengano gli sforzi immediati di chi vuol fermare la spirale della violenza». Per sostenere gli interventi in corso (causale ?Ossezia?) si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite: – c/c postale n. 347013 – c/c bancario 11113 – Banca Popolare Etica, Piazzetta Forzatè 2, Padova – – Iban: IT23 S050 1812 1000 0000 0011 113 – Bic: CCRTIT2T84A – c/c bancario 100807 – Banca Intesa, p.le Gregorio VII, ROMA – – Iban: IT20 D030 6905 0320 0001 0080 707 – Bic: BCITITMM700 – Cartasì e Diners telefonando a Caritas Italiana 06/541921 (orario di ufficio) Cartasì anche on-line, sul sito www.cartasi.it, sezione ?Solidarietà?


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