Politica

Cattolici & Politica: serve un partito o una nuova concezione della politica?

La riflessione dell'ex portavoce dell'esperienza del Forum delle Associazioni di ispirazione cattolica

di Natale Forlani

Cari amici , vi confesso che parlare di questo tema riapre in me una ferita dolorosa , dato che sono stato tra gli ideatori , nonchè il portavoce, della esperienza del Forum delle Associazioni di ispirazione cattolica che dopo un lungo lavoro di preparazione , sfociato nel convegno di Todi, si era riproposto nella veste di veicolatore del protagonismo dei cattolici nella politica italiana.

Una esperienza conclusa prematuramente. Per via del tentativo velleitario di veicolare il lavoro di tessitura tra le associazioni di rappresentanza del mondo del lavoro, una parte dei movimenti ecclesiastici e un consistente numero di intellettuali di notevole livello, in un improvvisato partito, Scelta civica, che si proponeva di capitalizzare elettoralmente l'esperienza del governo Monti.

Con grande rammarico, diedi le dimissioni da portavoce, e nel corso dei due mesi successivi, ancora prima della scadenza elettorale, I'esperienza del Forum si esaurì per manifesta impraticabilità del campo. Salvo l' aver consentito a 4 -5 ex protagonisti di approdare in Parlamento.

L'origine del fallimento era insita in due errori di approccio al tema. Il primo legato sottovalutazione della crisi della rappresentanza dei corpi intermedi che, come si è visto successivamente , non era delimitata alla sfera dei partiti.

Il secondo errore stava nella sopravvalutazione del "comune sentire dei cattolici" , cioè l'idea che l'adesione ai principi e ai valori cristiani , in particolare ai contenuti della Dottrina sociale della Chiesa, fosse traducibile in un programma politico condiviso.

Errori di valutazione che, purtroppo, rivedo nei recenti tentativi di riproporre una riaggregazione della rappresentanza politica con lo stesso schema ripercorso nel passato: sollecitazione delle Gerarchie ecclesiastiche , appello di intellettuali , tentativi di ricostruire un movimento partito che puntualmente cerchera' una alleanza con un partito in grado di prendere voti, per veicolare qualche candidatura.

Tutto già visto e, in parte , con gli stessi protagonisti. Non voglio fare il criticone, ma semplicemente esprimere alcune convinzioni.

Tra le affermazioni della Dottrina sociale della Chiesa, e la progettazione politica, intercorre uno sforzo di analisi dei problemi, di produzione di cultura e di organizzazione dei luoghi condivisi di promozione che sono tuttora inesistenti.

Il tentativo del Forum di Todi era essenzialmente mirato a rimediare questa lacuna. Ma è un lavoro che richiedeva, e richiede ancora,metodo e pazienza .

Su cosa può fare leva? Le potenzialità del mondo cattolico sono insite nella ricchezza delle associazioni di fatto e delle forme organizzative che sono ancora vitali nel mondo del lavoro, del volontariato, nei campi della educazione e della formazione, della sanità, dell'assistenza, dello sport. Sono organizzazioni di scopo ma molto autoreferenziate. Buona parte di queste mobilitano un volontariato che nutre diffidenza verso la politica. Quelle più solide risentono esse stesse della crisi della rapprentanza politica, e delle restrizioni della spesa pubblica che ne hanno indebolito la capacità di azione contrattuale verso la politica, fino ad essere pesantemente spiazzate dalla recente evoluzione "populista" della stessa rappresentanza politica.

Guardate i dati di fatto, tutti i grandi temi che dovrebbero riscontrare la sensibilità unitaria dei cattolici: la famiglia, il declino demografico, il lavoro di cura, la salvaguardia degli spazi di sussidiarità nel campo della educazione, della formazione, dei servizi, o sono ignorati oppure sono diventati il terreno di scorribanda di operazioni demagogiche e qualunquiste. E rispetto a queste tendenze le voci del mondo cattolico sono flebili, e non di rado, come sul tema dell'immigrazione, non corrisondono al comune sentire degli stessi cattolici.

Per non parlare dei temi che hanno a che fare con la dimensione etica e antropologica , sui quali è diventato persino impossibile esprimere delle opinioni senza essere tacciati come "retrogradi".

Ebbene , come ignorare i dati di fatto e la cruda realtà nazionale. Ci ritroviamo nell'ennesima crisi del debito pubblico, con il record mondiale della denatalità, con un Welfare antiquato, con livelli di disoccupazione e inattività indegni di un paese sviluppato. Del tutto evidente che l'esperienza attuale del governo mette fine a un ciclo storico a cui essa stessa, in modo farsesco ne è pienamente parte.

Fine della società dei diritti, e per fare iniziare quella dei doveri, e del ripensamento dei rapporti tra Stato e società, i cattolici possono dare un contibuto decisivo. Purchè si prenda consapevolezza che questo ripensamento riguarda anche noi e il nostro modo di agire.

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