Cultura

Cattolici del sociale. “Bipolarismo non rappresenta Paese”

Una 'santa alleanza' tra il movimento cattolico, quello operaio riformista ed i laici ''inclini al progresso''. La propongono Focsiv, Acli e Cdo interpellati da radio Vaticana

di Ettore Colombo

Una ‘santa alleanza’ tra il movimento cattolico, quello operaio riformista ed i laici ”inclini al progresso” per il bene della societa’ civile nell’attuale grave fase politica italiana. A proporla, dai microfoni di Radio Vaticana sono i rappresentanti di tre tra le maggiori associazioni cattoliche italiane: Focsiv, Compagnia delle Opere ed Acli che suggeriscono in Parlamento una collaborazione ”competitiva”, ma il bipolarsimo non si deve trasferire nella situazione culturale e sociale italiana. Parlando a ”One-O-Five Live”, il canale in Fm della Radio Vaticana, Sergio Marelli, direttore generale della Focsiv, Sandro Bicocchi, direttore generale della Compagnia delle Opere e Luigi Bobba, presidente delle Acli nel corso di un forum dedicato a cattolici e politica in Italia, concordano come ”l’attuale maggioritario non garantisca all’Italia politiche stabili”. Per governare, quindi, Polo ed Ulivo hanno bisogno di tener dentro tutti: ”dai neoliberisti senza regole ai massimalisti della piazza, mentre violenze verbali e delegittimazioni reciproche ridimensionano il Parlamento a danno della societa’ civile”. Ogni questione rischia di diventare cosi’ da ”ultima spiaggia” mentre per i tre esponenti dei cattolici occorre trovare ”una convergenza di forze diverse che trovino, sui problemi, l’adesione di tanti, superando gli schieramenti”. Ma in questa fase della politica italiana, non c’e’ un luogo, una struttura dove cercare di ricondurre i temi della politica in un confronto dialettico. Per Bobba, delle Acli, il bipolarismo non si deve trasferire nella situazione culturale e sociale italiana, molto piu’ complessa degli schieramenti di parte. Il ruolo dei cattolici, spiega Marelli della Focsiv, ”e’ quello di richiamare a tutti l’impegno etico che deve andare oltre gli schieramenti partitici. L’obiettivo dei cattolici impegnati in politica deve essere quello di riscoprire un dovere etico che e’ un dovere pre-politico per il bene comune”. ”Le cose migliori della storia politica italiana – prosegue Bicocchi della Compagnia delle Opere – sono nate da una competitiva collaborazione tra il mondo cattolico, il movimento operaio non massimalista ed il movimento laico riformista”. La rappresentanza del Paese oggi non sta piu’ solo dentro le istituzioni ma nell’avere una societa’ civile organizzata e capace di esprimere le istanze vere che il Paese propone. Un problema che deve interessare ai cattolici sia di destra che di sinistra per riconoscere le ragioni per cui la tradizione cattolica puo’ ancora essere un contributo importante nella modernizzazione e nella coesione sociale dell’Italia.


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