Per nulla tranquillizzante la spiegazione di Antonio Di Pietro sullo scandalo Finmeccanica. Interpellato dai giornali a proposito di un suo coinvolgimento dice: “Anche noi contattati da Guargaglini (Finmeccanica) per qualche tozzo di pane. Gli dissi di no”. Ma se gli offrivano una minestra o addirittura una torta? O una Mercedes o un appartamento, bene a cui si è già mostrato sensibile?
Ora che Berlusconi non c’è più ritorna la privacy. Vietati in Parlamento i teleobiettivi. Già non c’è più da beccare le pruderie dell’era berlusconiana, ma la manomorta autopromozionale di Enrico Letta con i suoi pizzini a Monti. “Mario se avessi bisogno…”. Tutto questo mi fa un po’ schifo. Articoletti, brevi e taglio basso sui giornali e piccole indignazioni di Fnsi e Ordine dei giornalisti. Associazioni ipocrite e inutili.
Lorenzo Ornaghi non molla la cadrega (cioè poltrona) di rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La notizia è stata ufficializzata ieri da un lungo Cda dell’Università in imbarazzo per la scelta del suo rettore di non dare le dimissioni come il tanto invocato “bene comune” avrebbe voluto. Ornaghi ha scelto, vista la scadenza del suo mandato fissata nel 2014, di garantirsi la possibilità di tornare. I poteri da qui al 2013 andranno al prorettore vicario che gestira le incombenze della complessa macchina universitaria. Delle due l’una, o Ornaghi crede che il Governo Monti duri pochissimo, oppure pensa che la Cattolica possa nadare avanti senza un vero Rettore. In ogni caso una scelta da biasimare
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