Famiglia

Castel di Lucio, una curva gettata alle spalle del tempo

Poco meno di 1.300 abitanti tra Nebrodi e mare siciliani, Castel di Lucio è famosa perché per raggiungerla si percorre la Fiumara d'Arte, uno dei parchi d’arte a cielo aperto più grandi d’Europa dove, tra altre, c'è l'installazione "Una curva gettata alle spalle del tempo". Qui il sindaco, Giuseppe Nobile, uno dei sindaci dei patti di Leopoli del Mean, ha invertito la curva demografica con uno sguardo aperto all'accoglienza

di Gabriella Debora Giorgione

Siamo alla quattordicesima puntata di Piccoli comuni, grandi Sindaci, la rubrica di VITA che il sabato mattina entra nei Municipi dei piccoli comuni italiani per raccontarne difficoltà, progettazioni, politiche attive. Nel dialogo con i sindaci e le sindache, stiamo scoprendo il volto di tante comunità resistenti.

Una curva gettata alle spalle del tempo: è il titolo di un'opera d'arte che suona come un refrain lungo tutto il tortuoso percorso che, dal mare, sale sale sale sale a perdita d'occhio fino a Castel di Lucio, piccolo comune in provincia di Messina, dove il sindaco Giuseppe Nobile (nella foto di copertina, maglioncino porpora) ci aspetta per l'intervista. Il cielo è di un azzurro assoluto a pelle di tamburo, la sua intensità aumenta ad ogni sosta lungo la Fiumara d'arte, uno dei parchi d’arte a cielo aperto più grandi d’Europa che mica ti aspetti di trovare qui, in un cuneo di territorio tra Palermo, Messina ed Enna. Scendiamo dall'auto, a sinistra il parco giochi che dà su tutta la vallata, l'occhio corre in fuga dal verde-marrone intenso all'azzurro morbido del mare: una curva gettata alle spalle del tempo…una curva gettata alle spalle del tempo…Il sindaco ci chiama, ci giriamo, ci sta venendo incontro, siamo distolti dalla riflessione verde-azzurra.
Nobile ha lo sguardo acuto, è sempre sorridente, ha precisione linguistica ma indugia nella battuta in siciliano che pronunciato da loro ha sempre una musicalità inimitabile. Cominciamo a parlare percorrendo i vicoli di Castel di Lucio, visitiamo la biblioteca, la chiesa, il museo…

Sindaco Nobile, questo è il suo primo mandato, ma dalla Sicilia all’Ucraina di strada ne ha percorsa…
Sì, una bella strada insieme alla mia comunità. Ci tengo molto a dire che prima della elezione a sindaco sono stato per dieci anni presidente del Consiglio comunale. Il mio impegno per la mia comunità di origine parte da lontano, prima con l’associazionismo, poi una parentesi tra il 1998 e il 2001 in Giunta comunale come assessore alla cultura, turismo e spettacolo. Dal 2018, il primo mandato di sindaco che adesso sta scadendo.

E si ricandiderà?
Dopo una fase di riflessione, insieme al gruppo politico che mi sostiene abbiamo deciso di proseguire soprattutto perché c’è la volontà di portare a compimento tutto quanto iniziato nel primo mandato. Devo dire grazie a mia moglie e ai miei figli per avermi accompagnato nella scelta e per non avermi mai fatto pesare in questi anni la lontananza da casa tra giunte, consigli e incontri. Tenga conto che Castel di Lucio, dove sono sindaco, è il mio comune di origine, però vivo con la mia famiglia a Santo Stefano di Camastra, che invece è il comune di nascita di mia moglie, e lavoro a Palermo dove ho lo studio da avvocato. E devo dire grazie anche alla mia comunità che mi ha sostenuto apprezzando la presenza che ho dedicato al mio Comune, che è stata sicuramente tanta e assidua. Vede, la fine del mandato è un bel momento di riflessione sia per il sindaco che per il suo gruppo di maggioranza perché la politica è innanzitutto responsabilità.

Prima parlava di progetti cominciati in questi anni, ce li racconta?
Sono tanti, i progetti che abbiamo cantierato, soprattutto con i fondi Pnrr: attrattività dei borghi, inclusione sociale, infrastrutture sociali, l’acquisizione dei beni del centro storico, la biblioteca. Per un piccolo comune come Castel di Lucio significa cambiare volto e cambiare futuro. Molti di questi progetti sono in rete con altri Comuni, sono stati pensati e condivisi con altri colleghi sindaci. Ad esempio, il progetto presentato al bando attrattività dei borghi è stato fatto in aggregazione con i comuni di Pettineo e Motta d’Affermo. Il progetto di accoglienza SAI è in estensione con il Comune di Tusa. Il progetto Hospitis, grazie all’adesione all’Associazione Borghi Autentici, coinvolge i comuni di Castelbuono, San Mauro Castelverde e Tusa. Abbiamo poi una serie di bandi Pnrr e una serie di progetti per i quali attendiamo gli esiti: è stato, ed è tuttora, un grande lavoro di squadra con amministratori, presidente del consiglio e consiglieri comunali, e soprattutto con i dipendenti comunali che con le loro competenze hanno contribuito tanto al raggiungimento dei risultati (per gli altri progetti, vedi grafica, sotto). Abbiamo, nel frattempo, aderito all’Unione dei Comuni Costa Alesina. E poi c’è stato un “progetto interno”, lungo questi anni, che è stato quello di aprire a tutti le porte di un Comune che forse era ancora chiuso in sé stesso. Ci siamo impegnati soprattutto nell’ascolto di tutti i bisogni dei castelluccesi.

Un Comune addirittura chiuso?
Abbiamo dato spazio e attenzione alle associazioni locali. Abbiamo avuto in comodato gratuito l’edificio delle Suore Francescane del Cuore Immacolato di Maria e messo a disposizione i locali per una scuola di karate e ad una associazione che conserva la tradizione del ricamo e della tessitura (“Il filo di Arianna”, ndr). Abbiamo rafforzato la collaborazione con tutte le attività della parrocchia e i giovani dell’Azione Cattolica che animano molto la comunità, soprattutto in occasione del Natale e delle altre festività. E poi siamo riusciti a far nascere un gruppo di Protezione civile grazie ad alcuni giovani che abbiamo sostenuto per il riconoscimento a livello regionale e ad avere in comodato il modulo di intervento anti incendio. Tenga conto che i Vigili del Fuoco più vicini sono a Mistretta, un’ora di auto, il 118 e l’ospedale idem. Castel di Lucio è entroterra, è isolata, distante da tutto, anche da comuni limitrofi.

Sì, in effetti geograficamente è proprio un triangolo…
È un territorio marginale, un angolo in cui si incrociano tre province: distiamo 180 km da Messina, 120 km da Palermo e 100 km da Enna ma di strada tutta interna.

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Ma tra professione, distanza, difficoltà, perché alla fine ha scelto di fare il sindaco?
Nella mia famiglia l’impegno politico è sempre stato importante. Negli anni cinquanta, un fratello di mio padre è stato Vicesindaco del Partito Comunista, quasi scomunicato dalla Chiesa. Ho uno zio che è stato sindaco fino al 1990 e poi sono subentrato io. Non c’è stata mai una campagna elettorale a Castel di Lucio che non ci abbia visti attivi e protagonisti, abbiamo vinto o perso, ma siamo sempre stati attivi.

Beh, allora impossibile restare a casa, nel 2023: non si interrompe una storia così lunga…
Sì, ha ragione, impossibile, anche se le sembrerà incredibile ma la pressione che si vive nelle piccole comunità è forte, in particolare in tema di “servizi”, che in molti casi vengono prima della cultura e della politica. A Castel di Lucio finalmente abbiamo un Museo civico, che è l’unica cosa laica che puoi vedere, ma è stato difficile farlo “entrare” nella comunità.

Potrebbe essere però una preminenza di bisogni primari che non consente di dedicarsi ad altro…
A Castel di Lucio paghiamo in media 100 euro di acqua all’anno, diamo il rimborso spese di viaggio al 100% a tutti gli studenti delle superiori che vanno a scuola fuori, assicuriamo agli anziani il pasto caldo ed altri servizi di assistenza, grazie alla nostra cucina comunale, che è una vera e propria eccellenza e rifornisce anche le mense scolastiche. Abbiamo insomma tutta una serie di servizi che aiutano e sostengono. Adesso stiamo progettando di attivare una cooperativa di comunità per l’accoglienza turistica.

Spopolamento?
Dopo anni di inverno demografico, per la prima volta nel 2022 abbiamo un saldo migratorio di più 40, grazie ai nuovi cittadini provenienti dall’Argentina e grazie alle persone migranti del progetto del Sistema Accoglienza Integrazione-Sai. È la prima volta che a Castel di Lucio si incontrano per strada persone che non si conoscono! Ed è cresciuta anche la domanda di case da affittare. Certo, adesso dobbiamo trasformare questi arrivi in residenti, ma è anche per questo che abbiamo deciso di continuare a lavorare.

Sabato 18 marzo dalla Sicilia saliamo in Basilicata e, attraverso il ponte più lungo del mondo, arriveremo a Castelsaraceno (Pz)

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