Sostenibilità

Cassonetti sicuri e telefonini solidali da Caritas Ambrosiana

Nuovo step della raccolta di indumenti usati, con la prima campana certificata Uni. La filosofia del recupero ora passa ai telefonini

di Antonietta Nembri

Dopo gli abiti arrivano i telefonini. La Caritas Ambrosiana ha presentato una nuova iniziativa solidale e un miglioramento della campagna in atto da nove anni ?Cambia stagione, dai vita al tuo usato?. La novità è ?Donaphone? – il telefonino solidale, una campagna di raccolta di cellulari usati che prenderà il via, con la collaborazione di Coop Lombardia, nel prossimo weekend. Da sabato 9 e domenica 10 giugno saranno attivi i contenitori distribuiti in 120 parrocchie della diocesi di Milano e in 10 Ipercoop della regione.

In Italia il riciclaggio o lo smaltimento dei cellulari usati non è abituale come accade invece in altri paesi. Inoltre in Europa c?è un?ottima esperienza di Oxfam che in Gran Bretagna ha finanziato molti progetti solidali raccogliendo oltre un milione di cellulari. Carmine Guanci, presidente della cooperativa Vesti solidale (una delle 14 cooperative sociali che fanno capo al consorzio Farsi Prossimo presieduto da Massimo Minelli) ha ricordato che i telefonini usati che ciascuno di noi potrà donare saranno, se ancora funzionanti riutilizzati e riparati, si andrà a recuperare le componenti che potranno essere utili e comunque «sarà salvaguardato l?ambiente perché nulla sarà mandato in Cina o in altri paesi dell?Est Europa, ma i rifiuti saranno smaltiti in Italia e in Gran Bretagna. Walter Molinaro che all?interno di Coop Lombardia si occupa di Csr e progetti sociali ha sottolineato come la scelta di aderire all?iniziativa Caritas non nasca dal marketing sociale, ma «è coerenza con la nostra mission e infatti siamo partner di Caritas anche in altri progetti come Carta equa». Se la risposta all?iniziativa sarà positiva, sarà estesa la rete di raccolta.

Questa mattina nella sede della Caritas Ambrosiana è stato anche presentato il Sicurcass: il cassonetto per il recupero degli abiti usati che ha subito una serie di migliorie per renderlo più sicuro. Attualmente sono 1200 le campane per raccogliere gli indumenti scartati entro l?anno prossimo saranno sostituite con il nuovo modello ideato dalla cooperativa sociale Vesti solidale. «È il primo cassonetto in Europa con il certificato Uni» ha spiegato Carmine Guanci. «Era già sicuro per quanto riguardava il suo uso normale, ma dopo gli eventi tragici che si sono verificati e che hanno riguardato persone che non conferivano vestiti, ma che cercavano di prenderli, la nostra coscienza non era a posto. Per questa ragione abbiamo ideato questo nuovo cassonetto che ha superato le certificazione per la raccolta differenziata, in più abbiamo chiesto anche il certificato di sicurezza per i giochi dei bambini nei parchi pubblici. Il nostro Sicurcass è sicuro se viene utilizzato correttamente». Ogni campana costa oltre 500 euro ed entro l?anno prossimo saranno sostituiti con il nuovo modello i 1200 cassonetti presenti in tutta la diocesi di Milano.

Don Roberto Davanzo, direttore della Caritas milanese ha sottolineato come lo smaltimento dei rifiuti sia di stretta attualità in una società che pone il proprio benessere sotto la dittatura del consumo «il nostro non vuole essere manicheismo», ha detto don Davanzo ricordando che a muovere la Caritas in questo campo è una valenza educativa per la cultura del riciclo, non ecologismo e basta, ma attenzione anche al rapporto con le persone. «Le nostre cooperative che si occupano del riciclaggio dei materiali (oltre a Vesti solidali, per esempio c?è Ri.ca.ri.ca.) creano nuovi posti di lavoro, occupazione per persone che stanno al margine: c?è una valenza caritativa e solidaristica in questa sfida educativa che ci provoca e ci fa riflettere sui limiti del nostro pianeta».
Non mancano i numeri: dal 1998 (anno in cui è partita la raccolta degli abiti usati) a oggi le cooperative sociali Caritas hanno autofinanziato servizi socio ? assistenziali per 735mila euro. Sono stati raccolti in nove anni 43 mila tonnellate di indumenti usati, senza alcun costo per le amministrazioni, nel solo 2006 le tonnellate raccolte sono state quasi 7mila. «se si fossero smaltite tutte queste tonnellate di materiale come rifuti la collettività avrebbe dovuto spendere oltre 800mila euro che ha invece risparmiato», ha sottolineato Giunchi.

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