Formazione

Cassazione: niente espulsione per i clandestini indigenti

Respinto oggi il ricorso contro una clandestina rumena

di Redazione

I clandestini in condizioni di ”assoluta” indigenza non possono essere espulsi dal nostro territorio. La loro ”impossidenza”, dice infatti la Corte di Cassazione, costituisce ”causa giustificativa” per dire no all’allontanamento dal nostro territorio. In questo modo la Prima sezione penale ha respinto il ricorso del Procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma che chiedeva che Malina A. N., clandestina rumena che alloggiava presso uno scalo ferroviario della capitale e che gia’ aveva ricevuto l’ordine di allontanamento, fosse espulsa dal nostro territorio nonostante la sua indigenza. La Suprema Corte, facendo proprio il dettato della Corte Costituzionale del 2004, nella sentenza 30774 della Prima sezione penale, ha osservato che ”autorevolmente e’ stato osservato che la causa giustificativa” dell’espulsione di un immigrato ”non puo’ essere costituita dal mero disagio economico di regola sottostante al fenomeno migratorio, ma ben puo’ essere integrata da una condizione di assoluta impossidenza dello straniero, che non gli consenta di recarsi nel termine alla frontiera e di acquistare il biglietto di viaggio”. Respinto quindi il ricorso del pg che, nel suo ricorso, aveva sottolineato come il ”mero disagio economico” non potesse costituire giusta causa al blocco dell’espulsione della clandestina rumena che per ”volonta”’ propria si trovava senza mezzi e senza lavoro.


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