Welfare

Caso Sara J., Amnesty riafferma no a pena capitale

Intervento del presidente della sezione italiana Daniele Scaglione, in risposta ad un editoriale dei quotidiani del gruppo Riffeser. "La vendetta ci disgusta come questi delitti".

di Giampaolo Cerri

Daniele Scaglione, presidente della sezione italiana di Amnesty International, interviene oggi per rispondere al giornalista Franco Cangini che sabato scorso, dopo l’omicidio a Bologna della piccola Sara J., aveva chiesto il ripristino della pena di morte dai quotidiani del gruppo Riffeser (Nazione, Carlino e Giorno).
“Eravamo pressoché certi che qualcuno avrebbe colto l’occasione dell’ennesimo sciagurato fatto di sangue contro un minore per tornare a sostenere l’uso della pena di morte”, dice Scaglione, “Questa volta e’ toccato a Franco Cangini, che – ritenendo di interpretare il “sentimento della gente comune” – urla tre sì alla pena di morte”.
“Eppure tra la gente comune ci siamo anche noi, soci e volontari di Amnesty International e di fronte a crimini cosi’ terribili continuiamo a dire molti ‘no’, alla pena di morte”, dice il presidente italiano di Amnesty, “E non perché alle violazioni dei diritti umani ci abbiamo fatto il callo, anche se purtroppo ci tocca leggere di massacri di bambini tutti i giorni in tutto il mondo. Anzi, crediamo di essere un pò più sensibili di chi di questi fatti di sangue sente parlare solo qualche volta. Contrariamente a quanto forse puo’ pensare Cangini”, prosegue Scaglione, “noi come alle altre associazioni che lottano contro la pena di morte quali la Comunità di Sant’Egidio o Nessuno Tocchi Caino – che rappresentano anch’esse svariate decine di migliaia di cittadini -facciamo parte ‘del popolo’ e conosciamo sia emozioni sia ragione. Proviamo emozioni di affetto ed empatia, per le vittime e per i loro parenti, vorremmo essere loro vicini. Proviamo rabbia nei confronti di un assassino che è stato capaci di accanirsi conto una piccola bambina. Ma proviamo anche disgusto all’idea di uno stato che si trasforma in assassino, perché incapace di dare altre risposte. La violenza va combattuta rinforzando la giustizia, non applicando la vendetta”.

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