Non profit

Caso Intralot-Nazionale di Calcio: chi c’è dietro il “gioco consapevole”

Le aziende dell'azzardo hanno un modo tutto loro di declinare la "responsabilità sociale". Molti lettori ci chiedono che cosa sia quel logo/slogan «gioconsapevole» che appare nella locandina di Intralot, che così reclamizza il suo accordo di sponsorizzazione della Nazionale di calcio. Ecco che cosa abbiamo scoperto

di Lucia Grotz

Siccome il diavolo sta nei dettagli, molti lettori indignati per la nuova sponsorizzazione della (anzi: delle, squadre minori e under comprese) Nazionale di Calcio ci hanno chiesto che cosa significhi quella dizione "gioconsapevole" che in luogo del solito e abusato "gioco responsabile" appare, con tanto di indicazione di copyright e marchio registrato, in calce alla pubblicità della sponsorizzazione.

Siccome le multinazionali dell'azzardo – e Intralot-Gamenet lo è – hanno un modo molto naif di declinare la responsabilità sociale d'azienda (Csr) è bene dare ascolto ai lettori e voce alla società civile. Dunque vediamo di capire di cosa stiamo parlando. Ricordiamo prima di tutto che Intralot-Gamenet è uno dei principali concessionari del gioco d'azzardo, operante nel settore scommesse e macchinette (slot e vlt), on e offline. Come società, se le cose non sono nel frattempo cambiate, a noi risulta controllata all'80% da un fondo di investimento, Trilantic, che ha molti investimenti nel settore sanitario e farmaceutico (al pari del nuovo proprietario, sempre un fondo, di Sisal).

Intralot ha un giro d'affari di 6,3 miliardi di euro e ricavi annui di circa un 1 miliardo, una rete distributiva di circa 750 punti scommesse, più di 60 sale da gioco di proprietà, circa 8200 videolotteries e 50mila machine, oltre che una presenza crescente nell'azzardo online.

Da una breve ricognizione, apprendiamo che "Gioco consapevole" è un progetto di Intralot e della SIIPaC – Società italiana d'intervento sulle patologie compulsive, con sede a Bolzano, Roma e Torino e il cui responsabile è lo psichiatra Cesare Guerreschi.

Ultimamente, in sintonia con un'altra realtà bolzanina, l'associazione o circolo "La Sentinella", Guerreschi si è segnalato per la sua posizione contraria alle regolamentazioni comunali su orari e distanze. «Il gioco è alla base della nostra cultura, è divertimento, è sano e fa bene alla salute quando sano», dichiarava a margine di una tavola rotonda tenutasi nell'estate scorsa in un albergo di Roma, nei pressi del Parlamento (ne hanno dato notizia le agenzie stampa di settore). Posizioni anche queste legittime, ovviamente, ma non condivisibili.

Andando al cuore della domanda posta dai nostri lettori – «che cos'è questo "gioconsapevole"» – ci rifacciamo al comunicato stampa diffuso a suo tempo.

Citiamo: «Per gioco consapevole si intende una nuova cultura del gioco, che prevede tre punti fondamentali: il contrasto del gioco illegale, la promozione di un gioco sicuro (ovvero legale) e la tutela del giocatore».

Tutto chiaro? «Non proprio, ma non mi adeguo», diceva Totò. Restano ancora molte cose da capire, sull'accordo Intralot-Figc. I termini economici, ad esempio. Ma anche se nelle pieghe di qualche clausola non vi siano, ad esempio, campagne di "prevenzione" nelle scuole o altro.

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