Politica

Caso Ilaria Alpi: novità e smentite

In occasione del Premio Ilaria Alpi conferenza stampa del Vicepresidente Commissione d'inchiesta. Richiesta nuova proroga, alcune novità e certezze, e qualche incomprensione...

di Riccardo Bagnato

RICCIONE – “Si è certamente trattato di un’esecuzione. C’è stata un’omissione di soccorso, ma soprattutto abbiamo verificato e accertato che vi è stata una minaccia di morte nei confronti di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, comunicata dal Sismi e poi cancellata, che avrebbe potuto salvare la vita ai due giornalisti”. Queste le novità accertate dalla Commissione di inchiesta parlamentare insediatasi il 21 gennaio 2004, che sta indagando per la verità sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin uccisi a Mogadiscio il 20 marzo 1994. E che il vicepresidente, Raffaello De Brasi (Ds), ha esposto in conferenza stampa, oggi, in occasione dell’undicesima edizione del Premio Ilaria Alpi, in programma dall’1 al 5 giugno a Riccione. Il vicepresidente De Brasi, davanti a una trentina di giornalisti, ha elencato i numeri (94 sedute, 20 audizioni libere, 179 esami testimoniali, per un totale di 344 ore di sedute) e i diversi approfondimenti che sono stati fatti. “Sono state seguite tutte le piste” ha detto “senza escluderne al momento nessuna”. Valide e da approfondire, dunque, quelle che individuano nel traffico di sostanze tossiche fra la Calabria e la Somalia, o ancora nel traffico di armi, così come la pista del fondameltalismo islamico,i motivi dell’omicidio. Non mancano però ombre e omissis. E sono bastate poche domande da parte di giornalisti e amici di Ilaria Alpi per mettere sulla difensiva il vicepresidente. Come quella sul rischio di farsi sfuggire i testimoni chiave delle indagini. “Abbiamo pensato di dover recuperare il maggior numero di informazioni possibili prima di sentirli. Avremmo rischiato altrimenti di sentirci dire le stesse cose che sappiamo da sempre” ha risposto De Brasi. “E’ vero, ma con il rischio che la Commissione non ottenga la proroga, si rischia di non sentirli del tutto” ha chiarito Francesco Cavalli, Assessore alla Pace e alla Culturale di Riccione. Infatti, le attività della Commissione dovrebbero terminare a luglio, dopo di ché “abbiamo chiesto un’ulteriore proroga, fissando per ora la data per la Relazione conclusiva al 28 febbraio 2006” ha precisato il Vicepresidente. “L’unica perplessità” ha aggiunto “è quella legata alla possibilità di elezioni anticipate, che scompaginerebbero qualsiasi Commissione, non solo la nostra”. Lingue cucite a fine conferenza. Che non ha convinto, che è sembrata eccessivamente abbottonata e che nei fatti ha smentito la pista più accreditata dai giornalisti, quella del traffico di sostanze tossiche. “Quanto è apparso oggi su L’Espresso e La Repubblica lo sapevamo già” ha detto De Brasi. Prima che uscisse l’appronfondimento a firma Riccardo Bocca, a detta del vicepresidente, la Commissione aveva infatti chiesto verifiche alle procure calabresi ed alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. “Ci hanno risposto di no” ha confermato De Brasi, cioè che non ci sono legami fra l’omicidio Alpi-Hrovatin e il traffico di sostanze tossiche tra la Calabria e la Somalia. Traffico su cui Ilaria Alpi stava però indagando… Si è aperta ieri l’undicesima edizione del Premio Ilaria Alpi che fino a sabato richiamerà al Palazzo del Turismo di Riccione grandi nomi del giornalismo italiano ed internazionale. Info: www.ilariaalpi.it


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