Cultura

Caso don Vitaliano. Murata dai fedeli la porta della parrocchia

La comunità di Sant'Angelo Scala si ribella contro la decisione del vescovo di rimuovere il suo parroco "no global" ma don Vitaliano risponde "obbedisco"

di Ettore Colombo

Un muro alto due metri e mezzo, di mattoni rossi forati, ha ostruito per tutta la mattina la porta della chiesa. E non si tratta di una parrocchia qualunque, ma di quella di cui, fino a qualche giorno fa, era parroco il prete “no global” Don Vitaliano della Scala. Il muro è stato smantellato solo verso mezzogiorno. Il gesto porta la firma della comunità di Sant’Angelo a Scala. Sono gli stessi fedeli che si sono radunati davanti alla chiesa e manifestano solidarietà al proprio parroco, proprio nel giorno in cui il nuovo sacerdote reggente avrebbe dovuto tenere Messa. I parrocchiani, infatti, con questo gesto, vogliono sostenere il loro sacerdote contro la decisione del suo vescovo, l’abate di Montevergine, Tarcisio Nazzaro, di rimuoverlo dalla parrocchia a causa del suo comportamento. La comunità di Sant’Angelo a Scala ha deciso di farsi sentire contro una decisione che ritiene ingiusta: sul muro campeggiava una scritta in vernice nera: “Don Vitaliano non si tocca”. Al di sopra del muro un grande cartello recitava: “Signor abate, vieni tra noi. Troverai calore, armonia, fratellanza, amicizia ed affetto”. Accanto all’ingresso è stato affisso in fotocopia il decreto del vescovo che ingiunge a Don Vitaliano di andarsene. Sono evidenziate in giallo le parti che la comunità non condivide. Lui, il protagonista dell’intera vicenda, ha fatto affiggere sul muro esterno un foglio, che contiene il messaggio di addio ai suoi parrocchiani. “Obbedisco – è scritto – al nostro Abate ordinario”. Don Vitaliano ribadisce l’affetto per la sua comunità. E la invita ad accogliere con calore il suo successore.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA