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Caso Croce Rossa. Il parere del professore Zamagni: “Lodo Cri” grave precedente

"Assurdo stabilire il principio che gli enti pubblici si salvano con i fondi del volontariato".

di Redazione

Non accenna a spegnersi l?incendio Milleproroghe. Dopo la levata di scudi di alcuni big del non profit – Anpas, Misericordie e Auser in primis – contro la norma che prevede l?equiparazione della Croce Rossa alle associazioni di volontariato, scendono ora in campo gli organi di rappresentanza. In una nota, il Forum del terzo settore parla di «vero e proprio colpo di mano, assai grave nel merito e nel metodo» e di «stravolgimento dell?identità fondativa delle associazioni». Tanto più che «la norma va contro il parere del Consiglio di Stato e contro un atto di intervento del ministero della Solidarietà sociale». Parole durissime.Ma a sferrare i fendenti più forti è Stefano Zamagni, numero uno dell?Agenzia per le onlus. Un ente pubblico al pari della Cri. Secono lui la legge prefigura un caso di incostituzionalità «in quanto viola l?articolo 118 della Carta». «Quando si decide di coprire le falle di un organismo pubblico attingendo ai fondo destinati al volontariato siamo di fronte», dice il professore, «al ribaltamento del concetto di sussidiarietà». Una piroetta che rischia di fare danni. E in futuro, sottostimare il tetro segnale che ha dato il legislatore potrebbe costare a tutto il terzo settore. Zamagni parla di «rischio dépendance». «Ho il massimo rispetto nei confronti dei 1.800 precari della Croce Rossa, ma non capisco perché per regolarizzare la loro posizione non si sia predisposto un provvedimento ad hoc. E non capisco nemmeno cosa c?entrino i problemi di questi lavoratori con una legge di natura fiscale». Ma il punto dolente è un altro. «Non è una questione di soldi. Se non si sbarrerà al più presto la strada all?articolo 49 ter del Milleproroghe, da domani un qualsiasi parlamentare si sentirà legittimato a far approvare norme tappabuchi, facendole pagare al volontariato».


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