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Caso Cogoleto, AiBi: processo alla speranza

di AiBi

?Come associazione che tutela i diritti dell?infanzia, ci chiediamo se il processo a Chiara e Alessandro Giusto rappresenti un atto di vera giustizia. Le uniche persone che hanno ascoltato il disperato grido di aiuto di una bambina che chiedeva di essere amata come una figlia si trovano oggi a dover rispondere in Tribunale per un atto di umanità e accoglienza completamente negato dallo stesso governo bielorusso.?

Secondo Marco Griffini, presidente di AiBi ? Amici dei Bambini , la vicenda della bambina bielorussa Vika è l?emblema di una cultura che, in nome della ragion di Stato, mette in secondo piano il diritto alla famiglia di migliaia di minori abbandonati. La bambina, nonostante sia stata dichiarata adottabile da più di tre anni, ancora oggi non ha trovato una famiglia bielorussa disposta ad adottarla. ?Assurdo se si considera che la bambina aveva già riconosciuto nella famiglia Giusto, coppia già pronta all?adozione con il decreto di idoneità, la sua mamma e il suo papà? commenta Griffini.

?La sovranità dello Stato, in questa vicenda, è diventata il paravento dietro cui si nasconde l?indifferenza delle istituzioni nei confronti di bambini abbandonati e abusati. Solo in questo modo possiamo spiegare il blocco delle adozioni internazionali imposto da Minsk.? Il governo di Lukashenko aveva attribuito alla vicenda di Vika la sospensione dei soggiorni solidaristici e delle adozioni internazionali. Al rientro della bambina in patria, dopo una serie di trattative tra i due governi, la Bielorussia aveva ridato il via ai soggiorni la scorsa primavera, considerando invece le adozioni internazionali un capitolo definitivamente chiuso. ?Il sacrificio di Vika è stata vano. ? puntualizza Griffini – E? evidente che si è pensato a garantire esclusivamente il ?diritto a una vacanza? ai minori abbandonati, anziché tutelare il loro diritto a crescere in famiglia. L?interesse principale di Minsk è stato, infatti, quello di rimettere in moto il ?business? dei soggiorni solidaristici dei minori bielorussi in Italia: un sistema che crea profitti per accompagnatori, traduttori e operatori che seguono i bambini durante il loro soggiorno nelle famiglie italiane. E così si contribuisce ad alimentare la fabbrica delle illusioni spezzate.?

Il caso di Vika, quindi, apre lo scenario su realtà diffuse ma poco conosciute, che calpestano il diritto del minore alla famiglia e fanno perdere la speranza ai bambini che vivono negli istituti di diventare figli. ?Mi chiedo se non sia il caso di processare quei governi che rendono i bambini abbandonati gli ostaggi delle loro politiche. Questo sarebbe un atto di giustizia

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