Non profit

Caso CCS: la posizione di VITA

L'arresto dei vertici di CCS-Onlus, accusati di "Associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita di fondi per la beneficenza pubblica e privata" ha scioccato tutti, ed anche noi

di Riccardo Bonacina

L’arresto di Corrado Oppelisano, presidente di CCS-Onlus, vicepresidente Forum Sad e segretario ligure dello Sdi, di Marco Curzi tesoriere della stessa organizzazione, e di Simone Castellini, responsabile progetti internazionali, accusati di “Associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di fondi per la beneficenza pubblica e privata” per aver sottratto fondi destinati a progetti di cooperazione in Mozambico, ha scioccato tutti, ed anche noi. I Carabinieri, che hanno chiamato l’operazione “Sorriso interrotto”, sostengono di aver individuato già 200mila euro sottratti e depositati in conti svizzeri. CCS, dicono i carabinieri, organizzazione nota per mandare nei Paesi del Sud del mondo ogni euro raccolto, aveva però messo a punto un marchingegno per cui una quota, grazie ai collaboratori della ong nei Paesi aiutati, veniva rispedita su conti svizzeri (una rogatoria internazionale per questi accertamenti è già stata inviata). Si apprende che l’indagine, in corso da qualche anno, è partita dalla denuncia di una donna mozambicana. Oggi, i responsabili progetto di CCS nel mondo negano ogni addebito e smentiscono di aver mai ricevuto pressioni o “ordini” per la distrazione di fondi. Come tutti, ci auguriamo che per una volta la macchina della giustizia faccia presto il suo corso e dia risposte certe agli addebiti che hanno, addirittura, portato all’arresto dei tre dirigenti di CCS. L’organizzazione, che due anni fa aveva chiesto di far parte del Comitato editoriale di Vita ricevendone risposta positiva anche per la trasparenza dei suoi bilanci (pubblicati anche sul sito), non viene per il momento sospesa in attesa di avere qualche elemento di certezza in più sulla correttezza della sua dirigenza. Ci conforta, in questo senso, il Comunicato del personale e dei volontari di CCS in Italia e all’estero che sottolinea come “Le indagini in corso riguardino tre dirigenti e non l’operato dell’associazione che continua a svolgere le sue attività. Attività che ad oggi danno opportunità e speranze ad oltre 23mila bambini grazie ai donatori e alle partnership con autorità nazionali e locali, con i missionari e la società civile dei Paesi in cui il CCS opera. Il CCS -continua il Comunicato – continuerà la sua opera per adempiere all’impegno che esso ha con i sostenitori italiani e con le migliaia di beneficiari”. In questo, aggiungiamo, confortati anche dalla posizione espressa dallo stesso magistarto. Rimane sul tappeto nostro e di tutto il Terzo settore italiano, la necessità di una discussione seria riguardo la regolamentazione del settore del Sostegno a distanza (Sad), e più in generale della crescita di un settore ancora troppo dipendente dalla politica.


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