Formazione

Caso bidelli, lettera alla Gelmini

Firmata da Confcoop, Lega Coop e Confindustria. «Il rischio è aumento dei costi e peggioramento delle condizioni di igiene per le scuole»

di Redazione

“Occorre analizzare il problema delle pulizie delle scuole italiane in maniera organica e mettere a disposizione del Ministero gli elementi necessari per valutare e migliorare il sistema nell’interesse della collettività e del contenimento della spesa pubblica”.

È questa la richiesta avanzata dalle Associazioni di rappresentanza delle imprese di pulizia che fanno capo a Confindustria, Lega Coop e Confcooperative, a pochi giorni dalle dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini circa l’opportunità dell’affidamento ai bidelli dei servizi di pulizia nelle strutture scolastiche e la conseguente chiusura del mercato alle imprese specializzate in questo tipo di attività.

Secondo le quattro sigle associative, che hanno inviato una lettera con richiesta di incontro al Ministro, se fosse confermata e messa in pratica la proposta lanciata si produrrebbero effetti esattamente opposti a quelli desiderati con aumento dei costi e peggioramento delle condizioni di igiene per le scuole.

La proposta del Ministro appare quanto mai anacronistica e poco adatta allo scopo di riduzione della spesa pubblica da più parti sbandierato: negli ultimi 8 anni, a fronte della progressiva diminuzione dei bidelli in organico di circa 45.000 unità e vista la necessità di affrontare in una logica professionale il tema della pulizia e dell’igiene nelle scuole di ogni ordine e grado, si è proceduto verso progressive esternalizzazioni dei servizi, con sviluppo di nuova occupazione da parte delle imprese.

Il sistema delle imprese ha assorbito inoltre 14.000 ex LSU (lavoratori socialmente utili), evitando processi di assunzione diretta da parte dello Stato, con notevoli benefici economici, viste le modalità operative industriali e gli orari di lavoro più compatibili con le esigenze di eseguire i servizi fuori dai normali turni di lavoro del pubblico impiego

“Occorre migliorare i sistemi di gara”, rileva Claudia Giuliani, Presidente di ANIP FISE, “puntare sulla qualità delle imprese e del servizio, sviluppare i processi di industrializzazione e, se occorre, integrare i bidelli nel sistema operativo delle imprese”.

Le pulizie rappresentano una attività industriale e professionale che non può più essere pensata come se ancora si lavorasse con la scopa e lo straccio, con spreco di risorse umane e ambientali. Le imprese hanno investito in formazione del personale e in macchinari e attrezzature adeguate: “gli istituti scolastici sono in grado di fare altrettanto con i loro bidelli ?” si chiede Massimo Stronati, Presidente di Federlavoro. E ancora, sottolinea Giuliani, è il Dirigente scolastico che si deve occupare della ottimizzazione del servizio di pulizia e della gestione del personale o è preferibile, dal punto di vista della qualità come dell’economia, che tutto il servizio, compreso il coordinamento, sia svolto da chi è specializzato nell’attività ?

“Il richiamo fatto dal ministro Gelmini – dice Massimo Stronati, presidente Federlavoro e Servizi Confcooperative – dovrebbe essere propedeutico alla definizione di un piano pluriennale complessivo che, attraverso l’integrazione delle esternalizzazioni e delle situazioni non coperte, porti a un efficiente riorganizzazione del servizio a costi sostenibili, garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali, soprattutto in considerazione degli investimenti e della qualificazione raggiunta dalle imprese impegnate nel settore. Sottolineiamo al ministro che rispetto ai ritardati pagamenti, il Miur si era sempre contraddistinto per la regolarità. Oggi, purtroppo, si registrano dei segnali in chiara controtendenza”.

Occorre poi evitare che in nome di economie solo presunte, non si rinnovino i contratti di appalto, costringendo le imprese a licenziare. Il personale in esubero, osserva Franco Tumino, Presidente ANCST Lega COOP, farebbe pressione per essere assunto dalle scuole dove era già impiegato, determinando una situazione difficilmente governabile e  possibili extra costi per lo Stato.

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