Famiglia

Caso Bibbiano: usciamo dalla contrapposizione famiglie naturali vs famiglie accoglienti

L'intervento del presidente della Fondazione Èbbene: «Occorre fare di tutto perché un bimbo cresca nella sua famiglia, nella sua casa, con i suoi affetti più cari. Ma nella mia esperienza ho visto tante “vite spezzate”, tanti bimbi abbandonati, sfruttati, violentati, straziati. Ho visto tante donne e uomini di buona volontà e di buon cuore farsi carico di queste “vite spezzate” senza chiedere nulla in cambio, mettendo in gioco la loro stessa vita per colmare il vuoto esistenziale di questi bambini»

di Dino Barbarossa

Ci troviamo in un “tempo esistenziale” che ci fa perdere di vista la realtà e ci rende “reale” la mistificazione virtuale. La modalità con cui si comunica è pervasiva e violenta, non lascia spazio al ragionamento ed al discernimento. La cronaca ci consegna ogni giorno drammi esistenziali sempre più cruenti e rischia di renderci insensibili, di abituarci alla sofferenza, alla guerra, alla fame, alla morte. Ci sono tante “vite spezzate” a causa del clima sociale attuale, tante persone che esistono ma sono prive di una minima dignità sociale, sono scarti della società, non contano nulla. Spesso il singolo fatto di cronaca viene scambiato per un modus operandi consueto, minando alle radici il sistema di regole e servizi che si è costituito negli ultimi 70 anni. Non si ascolta più nessuno e soprattutto non si ascolta il grido dei poveri: l’urlo di chi oggi comunica il suo pensiero sommerge la realtà di tante persone che non hanno la forza di urlare. La violenza sta diventando la cifra sociale di questo tempo ed a nulla serve poi il dichiarare che il colpevole va punito, se quella colpa è stata commessa grazie alla mia istigazione costante e quotidiana.

Fra le vite spezzate ci sono certamente quelle dei malati e dei bambini, coloro che per status sono totalmente indifesi e che hanno bisogno assoluto di un aiuto per compiere gli atti quotidiani della vita. Dei bambini si è parlato tanto in queste ultime settimane, tutti abbiamo conosciuto la realtà di #Bibbiano e tutti abbiamo capito che li si è consumato un dramma sulla pelle dei bambini. Un dramma i cui contorni saranno più chiari solo quando la Magistratura avrà fatto il suo corso.

Ecco, la Magistratura: il fatto che i drammi sociali, così come molti altri indizi di reato, emergano solo per le indagini degli Organismi inquirenti dimostra la patologia sociale in atto. Questa nostra società manca ormai degli anticorpi civici che consentono di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è. Ma tornando ai bambini, la considerazione che emerge dai fatti di #Bibbiano è che il sistema di tutela dei bambini “fragili”, appartenenti a “famiglie fragili”, non funziona ed anzi promuove una discriminazione delle famiglie fragili in favore di famiglie accoglienti. Questa idea è totalmente errata e fuorviante, perché punta ad una contrapposizione fra famiglie naturali e famiglie accoglienti e lascia sullo sfondo il diritto del bambino ad avere una famiglia, una mamma ed un papà che lo amino.

Occorre fare di tutto perché un bimbo cresca nella sua famiglia, nella sua casa, con i suoi affetti più cari. Ma nella mia esperienza ho visto tante “vite spezzate”, tanti bimbi abbandonati, sfruttati, violentati, straziati. Ho visto tante donne e uomini di buona volontà e di buon cuore farsi carico di queste “vite spezzate” senza chiedere nulla in cambio, mettendo in gioco la loro stessa vita per colmare il vuoto esistenziale di questi bambini. Ho visto operatori dei servizi dei Comuni e della Magistratura minorile che hanno profuso un impegno straordinario per offrire tutela a queste “vite spezzate”.

Da trent’anni siamo al fianco delle famiglie fragili per aiutarle a riacquistare dignità ed autonomia. Facciamo di tutto perché le famiglie restino unite, perché i bambini non perdano gli affetti dei loro genitori naturali. Non abbiamo mai pensato che l’allontanamento del bambino dai genitori sia un fatto normale o auspicabile. Qualcuno invece ne ha approfittato? No lo escludo. Del resto ci sono operatori e famiglie “devianti”, come avviene in tutte le categorie sociali. Ma può l’eccezione diventare la regola e spingere gli speculatori a voler distruggere un sistema di tutela sociale indispensabile per la difesa delle “vite spezzate”?

Si vuole davvero indagare per evidenziare le devianze o si vuole solo speculare sulla sofferenza di tanti bambini e di tante famiglie? Se parte un’attività di indagine, Vi prego di cominciare da me e da casa mia, non per trarne un vanto ma per raccontarvi una storia d’amore capace di contrastare un destino segnato.

Vi presenterò i miei figli “rigenerati nell’amore”, vi farò parlare con i miei figli naturali che sono stati capaci di diventare fratelli a tempo pieno, vi porterò dai miei nipotini generati dai figli che per poco o tanto tempo sono passati da casa mia. Nessuno di questi avrebbe potuto rimanere con la propria famiglia naturale o una famiglia naturale non l’ha mai avuta. Vi prego di avere la pazienza di conoscere le loro storie e poi, se per caso avessi commesso un “abuso d’amore”, di mettermi alla gogna.

Ma se così non fosse, Vi invito a chiedere scusa della Vostra presunzione e della Vostra arroganza. E non a me, ma ai bambini.

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