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Casini sfida la Lega
"Bossi non fa paura a nessuno", ma il senatur proclama: "Padania libera"
Casini sfida Bossi, Bossi sfida Fini, Berlusconi tace: cronache di una domenica di politica a parole, quando oggi riapre il Parlamento, inizia la scuola e in televisione si fanno prove tecniche di normalizzazione.
- La rassegna stampa si occupa anche di:
- TELEVISIONE
- CRISI
- SCUOLA
- AMBIENTE
- CULTURA
- MATRIMONI MISTI
- CASA E RIFORME
- COOPERATIVE
- IKEA
“Casini: un’altra maggioranza”, è il secondo titolo del CORRIERE DELLA SERA di oggi sotto le dichiarazioni della Gelmini: “«Chi fa politica lasci la scuola»”. La sfida del leader dell’Udc («Bossi minaccia le elezioni anticipate? Facciamole. Ci vogliono due minuti per trovare un’altra maggioranza») sono riprese a pag 5. Secondo la ricostruzione del quotidiano di via Solferino l’Udc calcola che ci siano 50 e più deputati della maggioranza scontenti dell’attuale assetto politico. Se questa compagine passasse all’apposizione, Berlusconi perderebbe la maggioranza. «Un anno e mezzo fa eravamo sopravissuti, oggi siamo decisivi. Ieri eravamo da far fuori oggi siamo decisivi», ha detto ieri Casini a Chianciano. Il CORRIERE nota che al summit centrista «c’erano associazioni cattoliche e di categoria, e Sant’Egidio, il Movimento per la vita, Bonanni e Angeletti. Casini vuole rappresentare i volontari e non le veline». Sintomatica la foto (con un sorridentissimo Casini che stringe la mano a Rutelli, di lui si parla anche nel pezzo di taglio basso a proposito della chiusura del suo prossimo pamphlet in cui si annuncerebbe il suo addio al Pd). A fianco del servizio di apertura poi un’intervista al sottosegretario Roccella che dice: “«Fini? Ho apprezzato la sua attenzione al mondo cattolico»”. La Roccella prima critica il presidente della Camera sul disegno di legge Calabrò sul testamento biologico («temo che lui abbia accettato una letture ideologica del testo, come la sinistra!) poi però si corregge: il positivo è che Fini «ha assicurato imparzialità nel dibattito parlamentare e che ha dato in ogni caso, con la sua citazione al Catechismo, un segnale di attenzione al mondo cattolico». La pag 6 è infine appaltata all’ultima sparata di Bossi: “«La Padania sarà stato indipendente»”.
“La sfida di Bossi: Padania libera”: è l’altra apertura di LA REPUBBLICA che alle sortite del senatur dedica le prime due pagine. «La Padania sarà libera con le buone o con le meno buone, siamo qui a Venezia perché sappiamo che un giorno la Padania sarà uno Stato libero, indipendente e sovrano». Applausi dal pubblico (30mila secondo la questura, 80mila secondo gli organizzatori). Ancora: «Da soli si arriva prima, ma alleati si va più lontani. Se il gruppo è fatto dalla Lega e da Berlusconi, è come essere sulle spalle di due giganti» (sic); «abbiamo un progetto più complesso del federalismo, vogliamo un cambiamento epocale». Secondo Maroni invece c’è un complotto contro la Lega: «arrivano segnali dalle carceri, pezzi grossi della mafia stanno pensando di fare qualcosa contro di noi». Accanto si riferisce degli stati generali dell’Udc: “Casini: maggioranze senza la Lega, non temiamo elezioni anticipate”. Per l’ex presidente della Camera c’è spazio per un nuovo grande centro che però ora non si schiera. «Diciamo no a una politica che abbia l’immagine di festini, magari a base di escort: qualcuno ha tirato in ballo la mafia dietro le accuse, ma la mafia è una cosa seria», «Bossi non spaventa nessuno. Occorre qualcuno che gli dica basta, se non glielo dice Berlusconi, una maggioranza alternativa in Parlamento si troverà in dieci minuti». Una maggioranza alternativa che secondo Cicchitto non esiste e che invece secondo Casini sarebbe ingrossata da 50 deputati finiani, chiamati “riservisti”. Nel retroscena si spiega la reazione di Berlusconi, scettico nei confronti di questa ipotesi e comunque determinato semmai ad andare al voto.
Il triangolo Bossi-Fini-Casini è misurato dal direttore de IL GIORNALE Vittorio Feltri nell’editoriale che dopo l’analisi degli addendi, fa la somma e avverte Gianfranco Fini: «Ricordi che bocciato un lodo Alfano se ne fa un altro modificato e lo si manda subito in vigore. Ricordi che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano su teoremi. Perché oggi tocca al premier e domani potrebbe toccare al Presidente della Camera. E’ sufficiente, per dire, ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse relative a alcuni personaggi di Alleanza nazionale per montare un scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme. Inoltre Fini valuti che, se la Lega si scoccia e ritira la sua delegazione, il voto anticipato è inevitabile. Allora per lui, in bilico fra destra e sinistra, sarebbe una spiacevole complicazione». La vicenda è ripresa alle pagg. 2 e 3 con la cronaca da Chianciano e Vincenzo LaManna che bypassa la giornata di ieri e guarda il calendario per capire quando Fini e Berlusconi si incorreranno. «Si parleranno con calma senza orologi, nè occhi puntati addosso». Secondo Vincenzo Signore è Fini « a chiedere un vis a vis corposo e istituzionale e quindi negli uffici del Presidente della Camera». Berlusconi non fa dichiarazioni. Ma forse l’incontro si terrà mercoledì.
Oggi LA STAMPA propone un numero speciale, quasi monografico, sulla “Crisi, un anno dopo” (nella notte fra il 14 e 15 settembre 2008 falliva Lehman Brothers), con una copertina sul tema che precede la prima pagina avvolgendo l’edizione di oggi. Nella prima pagina “classica” la mossa anti-Lega dell’Udc di Casini occupa il taglio centrale con una foto del ministro Calderoli che “battezza” Bossi a Venezia con l’ampolla riempita alle sorgenti del Po. “Alleanze: Bipolarismo addio?” è l’occhiello che LA STAMPA sceglie per un Primo Piano che mette insieme il discorso di Casini a Chianciano e la manifestazione leghista, detta “festa dei popoli padani”, a Venezia. La doppia pagina si apre con una cronaca ragionata delle dichiarazioni del leader dell’Udc: “Casini sfida Bossi: Basta con i diktat”. Un domani l’Italia bisognerà governarla dal centro, è il succo del messaggio di Casini secondo l’inviato a Chianciano. «Fini scommette su un centro che diventi interlocutore di nuove iniziative (l’Italia futura di Luca Cordero di Montezemolo) dei mal di pancia del Pdl (Fini ma anche Beppe Pisanu e alcuni ministri oggi silenziosi), della possibile diaspora in movimento del Pd, con Rutelli in testa». “Il Grande Centro? Fregarura per il Pd”. LA STAMPA intervista Stefano Ceccanti, senatore del Pd, che ritiene che riaprire la questione del Grande Centro sia «una perdita di tempo e anche una fregatura per il Pd». Il punto è cosa si vuole per il dopo-Berlusconi, dice, «un bipolarismo europeo, funzionante, rafforzato, o vogliamo sfasciare il bipolarismo?». Il Pd è aperto ad alleanze con l’Udc «ma solo in un quadro bipolare», l’impressione è che non sia questo il programma di Casini, e Ceccanti avvisa: il rischio è di stare lavorando «per fare gli alleati subalterni al Centro».
E inoltre sui giornali di oggi:
TELEVISIONE
CORRIERE DELLA SERA – “Da Miss italia a Ballarò, i palinsesti delle beffe”, è il titolo che campeggia in prima pagina sotto la fotonotizia che ritrae le due protagoniste dello scambio di persona andato in onda in occasione di Miss Moda Italia (il programma durato oltre quattro ore si è “mangiato” due tg per poi concludersi con la premiazione della ragazza sbagliata). Continua il CORRIERE: «Dopo un programma pieno di crepe, un altro che slitta: Ballarò che fa posto a Vespa sull’Abruzzo». «In Rai», conclude Aldo Grasso, «i palinsesti sono ancora ostaggio della politica».
LA REPUBBLICA – “Porta a porta oscura Ballarò «Un favore fatto a Berlusconi»”. In pratica per fare in modo che Bruno Vespa non abbia rivali (andrà in onda un suo speciale sulla ricostruzione in Abruzzo, ospite in studio il premier), la direzione della Rai ha deciso di posticipare la ripresa del programma di Floris. Vespa legge la decisione come «un riconoscimento a quanto il pubblico ci ha consentito di fare per i terremotati». Molti altri la interpretano come «una scelta che danneggia la Rai e fa intravedere brutti scenari», parole del direttore di Rai3, Paolo Ruffini.
CRISI
LA STAMPA – “Crisi, un anno dopo. Incrociando le dita”, è il titolo che campeggia sulla copertina dell’edizione quasi monografica de LA STAMPA di oggi. L’occasione è l’anniversario del crollo di Lehman Brothers, negli Usa, un anno fa. Un numero ricco di interviste, quasi una guida per capire cosa l’accaduto e tracciare ipotesi di futuro. Tra gli interlocutori c’è il premio nobel per l’Economia Joseph Stiglitz «Stiamo peggio di un anno fa» dice, «servono regole», i direttori del Wall Street Journalist (intervistato da Lucia Annunziata) e dell’Economist, le cui vendite sono balzate in alto, registra LA STAMPA, proprio perché la gente ha bisogno di interpretare quello che sta accadendo. Sul fronte Italia, fra gli intervistati ci sono Giuliano Amato, Corrado Passera numero uno di IntesaSanpaolo, Claudio Scajola sull’industria italiana e i segnali di ripresa. LA STAMPA ospita anche un intervento del Cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi con un appello a «ritornare con fiducia e coraggio all’etica come a fattore assolutamente necessario e fecondo per un’economia e una finanza capaci di servire l’uomo». LA STAMPA guarda la crisi dal punto di vista dell’Ue, con un’intervista al presidente della Commissione José Barroso, e da quello dei Paesi emergenti, con l’intervista all’analista di Pechino Zhang Li, che dice, fra le altre cose, che l’energia pulita sarà il motore comune della ricrescita.
SCUOLA
IL SOLE 24 ORE – La riapertura delle scuole è in prima pagina “In classe doppio maestro e tempo prolungato”. Due pagine dedicate all’argomento (6 e 7) in cui si prendono in esame due scuole una di Napoli e una di Milano. Al centro-sud le novità principali sono il tempo prolungato chiesto dalle famiglie per le elementari, il taglio delle compresenze. Al nord invece da affrontare ci sarà l’arrivo, dopo la sanatoria, di molti studenti stranieri.
AMBIENTE
ITALIA OGGI – “Ambiente, più spazio alle Regioni”. Con questo titolo a pagina 20, ITALIA OGGI analizza i nuovi rapporti Stato-Regioni in materia ambientale a seguito di cinque pronunce parallele della Corte Costituzionale dello scorso luglio. Ruoli ridisegnati che sostanzialmente allargano l’area di competenza degli enti locali.
CULTURA
LA REPUBBLICA – “Registi e scrittori, rivolta contro Brunetta”. Il ministro della Funzione Pubblica scatenato contro la cultura. «Accostare lo spettacolo alla cultura è un grande imbroglio… Lo Stato ha il dovere di finanziare la cultura, dalle biblioteche ai restauri, ma per lo spettacolo è un’altra cosa… E anche i giornali devono andare sulle loro gambe…. Molti di quelli che alzavano il braccetto poi hanno chiuso il pugno. Per esempio Rossellini, prima si faceva dare i soldi dal regime e poi ha cambiato idea». Quindi Bondi chiuda il rubinetto del Fus, il fondo unico per lo spettacolo e smetta di darli ai «cineasti parassiti, gente che ha preso tanti soldi e ha incassato poco al botteghino. Gente che non ha mai lavorato per il bene del Paese, anzi non ha mai lavorato». Ovvia la reazione di registi e attori. In prima fila, Michele Placido, Gigi Proietti e Francesca Comencini. In appoggio un pezzo di Sandro Veronesi: “Quel disprezzo antico per la cultura”.
MATRIMONI MISTI
ITALIA OGGI – “È concesso tornare da mamma. Niente addebito a chi parte per badare alla famiglia di origine”. ITALIA OGGI spiega l’intervento della Cassazione del 12 agosto scorso, per sciogliere uno dei nodi più grossi in tema di matrimoni misti. In sostanza, la separazione non può più essere addebitata al coniuge straniero che va all’estero per problemi della famiglia d’origine.
CASA E RIFORME
IL SOLE 24 ORE – “Grandi lavori in condominio” è il titolo d’apertura del quotidiano economico a cura di Saverio Fossati che spiega come il parlamento si appresti «a modificare le regole del codice civile in vigore dal 1942». Infatti «nella patria del diritto romano esiste da decenni un’isola di common law, dove il 90% delle questioni si regola a colpi di sentenze, sopratutto della Cassazione, chiamata di continuo a occuparsi di zerbini, tende da sole, pianerottoli e caldaie». Il condominio è forse l’unico grande istituto mai riformato. Ora sta per arrivare una vera rivoluzione che sancirà «maggioranze ridotte in assemblea, diritto di voto agli inquilini sulle decisioni ordinarie, incarico biennale per l’amministratore, contabilità più facile e accessibile, azione esecutiva obbligatoria contro chi non paga le spese e limite all’installazione delle antenne tv». In ogni caso la prudenza è d’obbligo, perchè anche nella XIV legislatura la riforma sembrava fatta salvo poi saltare all’ultimo momento, ma se tutto dovesse andare nel verso giusto dovrebbero servire pochi mesi.
COOPERATIVE
ITALIA OGGI – “Coop, adempimenti messi a dieta”, a pagina 15 un approfondimento sulle nuove norme sulle cooperative. Soppressione dell’obbligo del bilancio straordinario nel caso di perdita della mutualità prevalente, semplificazione degli adempimenti formali con un maggior ricorso agli strumenti informatici e mutualità prevalente riconosciuta ai consorzi agrari a prescindere dalle indicazioni dell’art. 2513 c.c. Sono così sintetizzate le principali novità delle modifiche alla disciplina cooperativistica, in vigore dallo scorso 15 agosto.
IKEA
IL GIORNALE – Dal2000 il colosso dell’arredamento combatte in Russia contro la corruzione, adesso getta la spugna perché dopo essere stata vittima di una frode da milioni di euro non trova giustizia neppure nelle aule di giustizia e congela ogni affare. In Russia Ikea ha 12 megastore e il Paese copre il 5% del suo business mondiale.
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