Welfare

Casilino 900: nasce la casa dei rom

Sarà presentato il 28 luglio il prototipo abitativo messo a punto dagli architetti di Stalker insieme ai rom di Casilino 900

di Sara De Carli

«Sarà in legno, con il tetto di lamiera e l’isolamento in lana di vetro, buono anche per tener lontani i topi. Costerà meno di 5mila euro, ma sarà una casa a regola d’arte. Tutti i verbi, però, adesso vanno messi al condizionale passato. L’avrebbero dovuta costruire gli architetti del gruppo Stalker insieme ai rom del campo Casilino 900 di Roma, per poi esporla a Milano, in Triennale. Invece il parziale sgombero del campo e la sospensione dell’energia elettrica hanno fermato tutto. La sfida era quella di costruire un “prototipo abitativo” a basso costo, da realizzare in autocostruzione (ovvero senza bisogno di muratori e geometri, secondo la logica Ikea), smontabile e rimontabile a piacimento. O più verosimilmente a bisogno: la flessibilità abitativa come risposta agli sgomberi». Così scriveva Vita a inizio maggio, raccontando il progetto di autocostruzione che gli architetti dell’Università di Roma Tre e del gruppo Stalker stavano per avviare al campo nomadi di Casilino 900. I verbi ora vanno coniugati diversamente: il progetto è stato realizzato, nonostante il clamore mediatico di questi mesi.

“Savorengo Ker, la casa di tutti” verrà presentata al pubblico lunedì 28 luglio, alle ore 12, al campo di Casilino 900. Su YouTube un video già dà un’idea di che tipo di cantiere sia stato e della casa che ne è uscita.

«È un esperimento di autocostruzione», spiega Stalker/ON. «Savorengo Ker è una casa costruita dai Rom delle quattro diverse etnie del Campo, riuniti in un progetto comune volto a dimostrare all’amministrazione e ai cittadini che è possibile proporre risposte concrete e praticabili all’emergenza abitativa».
La casa in legno costruita dai Rom con la collaborazione di Stalker/ON e il sostegno del Dipartimento di Studi Urbani dell’Università di Roma Tre, nasce come un’ alternativa al container, unica soluzione prevista finora dalle amministrazioni. «Savorengo Ker dimostra che allo stesso costo di un container di 32 metri quadrati è possibile costruire una casa di 70 metri quadrati su due piani, con soggiorno, cucina, servizi, tre camere e veranda, e che il costruire insieme la propria casa è un bellissimo modo per intessere legami e relazioni tra culture e persone diverse. Rom, associazioni, studenti, professori e cittadini in questa esperienza hanno condiviso immaginari, visioni del mondo e della vita, realizzando un prototipo di casa che non intende essere un modello da replicare nella sua forma architettonica, ma un modo differente di pensare l’abitare e la città».

Savorengo Ker è il primo spazio pubblico del Casilino 900, è una casa di tutti e per tutti. Accoglierà nel prossimo futuro diverse attività collettive: uno spazio di gioco e di studio per i bambini, un laboratorio per il centro di medicina solidale, ma soprattutto darà vita ad una cooperativa di autocostruzione fatta dai Rom per fornire supporto al progetto di rigenerazione del campo. La cooperativa potrà inoltre lavorare nello sviluppo e nel progetto di altri insediamenti per le persone che non hanno casa, siano essi Rom o cittadini Italiani e stranieri in perenne attesa di una casa.

Il progetto ha il sostegno della Biennale di Venezia / XI Biennale di Architettura / L’Italia cerca Casa e della Triennale di Milano / Triennale Architettura / Casa per tutti – La vita nuda.

Leggi l’articolo di presentazione del progetto, L’architetto apre un cantiere nel campo


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