Welfare
Case famiglia: Ramonda (Apg23), chiediamo il riconoscimento nazionale
Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII: Dopo tanti anni constatiamo con rammarico che si usa ancora impropriamente il termine “casa famiglia” per definire strutture residenziali che non hanno nulla di simile ad una famiglia. Chiediamo un riconoscimento nazionale
di Redazione
«Abbiamo aperto la prima casa famiglia in Italia nel 1973, proprio qui in Emilia-Romagna. Dopo tanti anni constatiamo con rammarico che si usa ancora impropriamente il termine “casa famiglia” per definire strutture residenziali che non hanno nulla di simile ad una famiglia.». Commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, nonché papà di casa famiglia, in merito all'intenzione della Regione Emilia Romagna di proporre modifiche di legge in seguito allo scandalo delle violenze perpetrate in una struttura per anziani.
«Don Oreste Benzi è stato l'inventore delle case famiglia – continua Ramonda – e solo una casa in cui la convivenza è imperniata su un'intensa e incondizionata relazione affettiva è una vera casa famiglia. Nelle nostre case non ci sono operatori e utenti ma papà e mamme che mettono la loro vita totalmente a servizio di chi ha bisogno di essere accolto, 24 ore su 24, 365 giorni all'anno».
«Il quadro legislativo in Italia – conclude Ramonda – è ancora oggi confuso e cambia da regione a regione. Chiediamo con forza il riconoscimento delle "vere" case famiglia a livello nazionale. A maggior ragione dopo la visita del Presidente Mattarella che ne ha constatato la validità educativa e sociale».
La Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce 65 case famiglia in Emilia Romagna. Lo scorso dicembre il Presidente Mattarella ha visitato una casa famiglia a Rimini in occasione del 50° anniversario della Comunità fondata da don Benzi (nella foto).
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