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Case famiglia: manuali d’uso e suggerimenti

E' consigliabile consultare la legislazione nazionale e quella regionale della Toscana (di Barbara Ghiringhelli).

di Redazione

Siamo una associazione interessata a conoscere in generale che cosa è, come si fonda, si organizza e si gestisce una casa famiglia. Vi chiediamo per cortesia delle indicazioni per cercare delle pubblicazioni sull?argomento, anche del Cesvot.

Isa V. – Gruppo il Ponte, Pisa (email)

La terminologia oggi utilizzata per definire le strutture di accoglienza per i minori non aiuta a fare chiarezza. Nonostante le richieste di maggior precisione avanzate da chi opera in questo settore, sotto lo stesso nome si concretizzano realtà di accoglienza molto diverse, così come a situazioni indicate con nomi diversi troviamo strutture nella sostanza molto simili. Questo anche a causa dell?estrema diversificazione del quadro legislativo sull?accoglienza dei minori che vede un quadro legislativo regionale differente nella sua formulazione da zona a zona. Con poca precisione, e ancor meno distinzione, si fa di volta in volta riferimento a case famiglia, comunità di tipo familiare, comunità a dimensione familiare, gruppi appartamento, gruppi famiglia, comunità per minori e altro ancora. Tale molteplicità è da cogliere con positività nel momento in cui serve a rispondere in maniera adeguata e specifica all?esigenza di individualizzazione dell?intervento per ogni singola accoglienza, ma può trasformarsi in possibilità di mascheramento di strutture che poco hanno a che fare con “…l?inserimento in comunità di tipo familiare caratterizzate da organizzazioni e rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia” previsto nella legge 149/01. Le case famiglia rientrano nella tipologia di comunità con operatori residenti che si discriminano dalle altre proprio per la residenzialità che permette di instaurare una relazione personale con i bambini e i ragazzi. Tali realtà si distinguono a loro volta in differenti modelli e in tale contesto le case gestite da coppie sono quelle che più rispondono alla definizione di casa famiglia. Sono esperienze per cui diventa difficile proporre un modello in poche righe. Indicazioni bibliografiche si possono trovare in diversi siti tra i quali segnalo: CISF; www.minori.it; ANFAA) Rispetto alla vostra richiesta l?indicazione è quella di consultare articoli, atti di convegno e altra documentazione e di consultare la legislazione nazionale sottoriportata e la specifica legislazione della Regione Toscana e degli enti locali della zona sulla quale è vostra intenzione dare vita a una casa famiglia: o decreto 21- 05 – 01 n. 308, Requisiti minimi strutturali e organizzativi per l?autorizzazione all?esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale, a norma dell?art. 11 della legge 328/00 o legge 328/00 o legge 149/01.

Barbara Ghiringhelli

Il punto A causa della terminologia utilizzata per definire le strutture di accoglienza dei minori, spesso lo stesso nome indica esperienze differenti. Per case famiglia si intendono in particolare le comunità con operatori residenti; quelle che meglio rispondono alla definizione sono gestite da coppie.

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