Famiglia
Case-famiglia, il futuro è qui
Centri di accoglienza, comunità-alloggio dove le coppie anziane possono iniziare a trasferirsi
Cancellare l?ansia e l?angoscia per il futuro cercando di modificarlo nel presente, provando a costruire da subito qualcosa di concreto, reale, che possa garantire serenità ai ragazzi che resteranno soli.
Forse, è stata proprio questa l?idea che ha spinto tanti genitori – e, di conseguenza, le associazioni che essi hanno fondato – ad agire in prima persona, a impegnarsi per costruire le case, le strutture, dove, in futuro, quando loro non ci saranno più, i loro figli potranno vivere, continuando a respirare la stessa atmosfera serena che ora garantisce la famiglia. Certo, le difficoltà, soprattutto di carattere economico, non sono poche. Eppure, sono sempre più numerose le esperienze in questo senso.
L?Anffas, per esempio, ha costruito nella comunità ?La Torre? di Rivarolo Canavese, in provincia di Torino, venti alloggi (di cui dieci ancora a disposizione) dove i genitori anziani, o che hanno perso il coniuge, possono trascorrere l?ultima parte della loro esistenza insieme al figlio disabile, potendo contare sui servizi socio assistenziali gestiti dall?associazione. Quando i ragazzi resteranno soli, poi, potranno continuare a vivere nella comunità, che avranno già imparato a conoscere e a considerare davvero come una casa.
Sempre per volontà dell?Anffas, anche a Padova sono iniziati i lavori per una nuova struttura destinata ai disabili psichici. Ancora in Veneto, una fra le Regioni più attive in questo settore, sono da ricordare i progetti del Saiss di Montagnana, in provincia di Padova, e della fondazione ?Vicenza, una città solidale?. Il Saiss ha quasi ultimato i lavori per la realizzazione di una casa-famiglia che dovrebbe entrare in funzione entro la fine dell?anno. La struttura di Montagnana potrà ospitare otto persone permanentemente e altre due, in casi di necessità, per periodi limitati.
La fondazione ?Vicenza una città solidale?, invece, è impegnata nel progetto del centro residenziale della ?Valletta del silenzio?: una casa albergo con 25 posti per portatori di handicap parzialmente autosufficienti, un centro educativo diurno e una comunità alloggio con 5 posti letto riservati ai disabili gravissimi.
Anche in Lombardia sono parecchi i progetti per il ?dopo di noi?, nati con lo scopo primario di ricercare soluzioni alternative al ricovero in istituto che possano consentire ai disabili di mantenere i legami affettivi, di riferimento, di lavoro, con i luoghi in cui sono nati e cresciuti. A Milano e nei Comuni vicini al capoluogo lombardo, per esempio, operano i volontari dell?associazione ?Oltre noi… la vita?, impegnata non solo nella realizzazione di piccole comunità familiari, ma anche nella formazione dei cosiddetti ?tutori col cuore? e nell?aiuto alle famiglie, per sostenerle ad affrontare con serenità il distacco dai figli. Il progetto ?Dopo genitori?, dell?associazione Assia di San Donato Milanese, infine, si pone due importanti obiettivi: realizzare una struttura abitativa polifunzionale e sviluppare una rete di servizi per i disabili e le loro famiglie. Per questo motivo l?associazione si sta impegnando nella ristrutturazione di un?ala dell?ex edificio scolastico di Bolgiano dove sorgerà la comunità alloggio. Il sogno di tutti i volontari è quello di terminare i lavori entro la prossima primavera.
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