Economia
Casalesi bye bye, arrivano le bufaline
L'esperienza della "don Peppe Diana"
Le mozzarelle della legalità saranno in vendita anche nei supermercati. Ma la coop dovrà anche promuovere forme di turismo responsabile sulle terre sottratte al clan camorristico Avranno la consistenza, l’elasticità e il sapore acidulo tipici della mozzarella di bufala. Ma avranno soprattutto un gusto nuovo. Specie per i consumatori della terra in cui verranno prodotte. Il profumo della legalità. Ancora pochi mesi di attesa e le mozzarelle della cooperativa “Le Terre di don Peppe Diana – Libera Terra” saranno in vendita nei supermercati.
Il cammino che porterà i soci a gestire un caseificio e i terreni agricoli confiscati alla camorra nei comuni di Cancello, Arnone, Carinola, Castel Volturno, Pignataro Maggiore e Teano, ha avuto un’accelerata lo scorso 20 settembre con la firma davanti al notaio degli atti per la costituzione ufficiale della cooperativa. Un cammino iniziato il 19 marzo del 2009, quindicesimo anniversario dell’uccisione del parroco di Casal di Principe, con la sottoscrizione da parte delle istituzioni e delle associazioni del protocollo d’intesa «Simboli e risorse di comunità libere» e proseguito quest’anno con la selezione dei quattro soci che lavoreranno nelle terre sottratte al clan dei Casalesi: un operaio agricolo trattorista, un operaio aiuto casaro, un agronomo e un responsabile prodotto.
«Di solito le cooperative nascono da un gruppo di persone che condividono un progetto sociale e imprenditoriale. In questo caso invece è stata seguita una strada diversa. Prima abbiamo scelto tramite bando i futuri soci e poi abbiamo dato vita al contenitore. Il bando ci è sembrato il modo migliore per far conoscere l’iniziativa a quante più persone possibile», spiega Vanda Spoto, presidente campana di Legacoop. La centrale cooperativa, insieme a Libera di don Ciotti, è la fondatrice di “Cooperare con Libera Terra – Agenzia per la promozione cooperativa e della legalità”, l’associazione nata nel 2006 per aiutare lo sviluppo delle cooperative che gestiscono beni confiscati alle mafie e che si riconoscono nel progetto «Libera Terra». I soci della cooperativa, dopo il periodo di formazione sul campo presso l’azienda agricola regionale sperimentale Improsta, non sono rimasti tuttavia con le mani in mano in attesa di iniziare a produrre mozzarelle. Vendono infatti i paccheri, la pasta tipica campana, prodotti con grano coltivato in terreni sottratti alla camorra.
Il progetto può contare anche sul sostegno della Fondazione per il Sud che ha finanziato l’iniziativa «La mozzarella della legalità» con un contributo di 494mila euro. La cooperativa, oltre a produrre le bufaline, gestirà una fattoria sociale con caseificio didattico per promuovere la tradizione e i mestieri legati alla filiera della mozzarella in chiave di sostenibilità ambientale. La coop, inoltre, dovrà promuovere forme di turismo responsabile e manifestazioni di taglio didattico tra cui una mostra sui mestieri legati alla produzione della mozzarella di bufala, un Festival dell’impegno civile e eventi collegati alla Giornata nazionale della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
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