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Casa, di Imu in peggio
Rischia di crollare il valore del patrimonio immobiliare
Il primo effetto, prevedibile, dell’Imu è l’abbattimento del mercato immobiliare, con la conseguente forte riduzione di valore delle case di proprietà. Un danno collaterale che ovviamente è in netto contrasto con gli auspici di ripresa economica formulati anche ieri dal presidente del consiglio.
- In rassegna stampa anche:
- MONTI
- MIGRANTI
- ECO-AFRICA
- FONDAZIONI
- AZZARDO
- GERMANIA
“A disagio una famiglia su due” è il titolo preoccupante con il quale apre oggi il CORRIERE DELLA SERA citando tra virgolette una frase del premier Monti. Gli effetti dell’Imu sono affrontati a pagina 11. “Effetto Imu, case giù del 20%” sintetizza il titolo del pezzo di Giuliana Ferraino. Eccone l’attacco: “L’Imu potrebbe fare scendere il prezzo delle case del 20%, con punte di oltre il 50%, mette in guardia il Censis. «Redditi fermi e risparmio in flessione potrebbero costringere le famiglie a mettere in vendita le seconde case, le più colpite dalla nuova tassa», spiega il direttore generale Giuseppe Roma, che ieri ha presentato i risultati dell’Outlook sui consumi Censis Confcommercio, lo studio periodico effettuato su un campione di 1.200 famiglie”. E più avanti: “Non tutti sono d’accordo con «la tendenza» indicata dal Censis. Per Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari, «i prezzi delle case sono piuttosto stabili» e non si aspetta «cali vistosi» nelle quotazioni. Piuttosto osserva «variazioni interessanti nei centri storici e nelle zone marginali». Nel primo caso si vedono «mercati in ripresa», come ha rilevato anche la Borsa immobiliare. Nel secondo caso, che riguarda case nuove in periferia, nei piccoli centri o in alcune zone turistiche poco pregiate, dove si è costruito molto, ma gli immobili sono mal localizzati e mal serviti, «i prezzi sono molto bassi però non c’è domanda». E l’Imu? «Riduce la propensione all’investimento immobiliare, soprattutto dei ceti più deboli, già colpiti dalla pressione fiscale e dagli aumenti dei prezzi, a cominciare da quello dei carburanti. Perciò più che far aumentare le vendite di seconde case, è un freno all’acquisto da parte del mercato povero», valuta Breglia. Insomma, il mercato immobiliare «è tornato agli anni 90: compra chi ha i soldi e non ha bisogno del mutuo». Ma l’Imu «ammazza anche la propensione a comprare per affittare, perché la legge non fa differenza tra zone turistiche e città»”.
Non punta sul tema casa, REPUBBLICA, ma apre a tutta pagina con un più generale – e preoccupante – “Monti: sacrifici fino al 2013”. Per sommario, le parole del premier di ieri all’approvazione del Documento di programmazione economica e finanziaria: «Quest’anno niente crescita, i partiti mi aiutino riformando la politica”. All’interno, presentata quella che viene definita la roadmap di Monti per portare l’Italia in sicurezza: «All’Italia serve un programma di otto anni. Ma il post elezioni non mi riguarda». Schierati subito a sostegno di questo percorso, di ancora più lacrime e più sangue per gli italiani, Pd e Terzo polo, mentre dal Pdl i primi malumori («Basta tasse», dice Alfano), non si sa quanto legati alla questione aste tv e quanto alle preoccupazioni per gli italiani tartassati. Una doppia pagina di intervista – a firma Giovanni Minoli – è invece dedicata a Ignazio Visco, Governatore di Bankitalia, che invoca «riforme coraggiose» per uscire dalla crisi. «Io credo che questo sia un anno difficile, ma prevedo che l’anno prossimo sarà un anno di uscita soprattutto se sapremo convincere i mercati che la nostra situazione di politica economica e i nostri conti sono sostenibili, affinché i tassi di interesse possano scendere».
“Ci stanno rovinando” è il titolo di apertura de IL GIORNALE. L’editoriale è di Vittorio Feltri, riguarda lo studio del Censis sul deprezzamento degli immobili e spiega «Per effetto dell’Imu, sostitutiva dell’Ici, i valori degli immobili caleranno entro l’anno del 20 per cento, con punte del 50. Un crollo simile non si era mai registrato nell’ultimo mezzo secolo. Anzi i prezzi delle case erano sempre saliti, talvolta anche vertiginosamente, al punto che il mattone era da tutti considerato un bene rifugio, cioè di sicuro rendimento. Basta, fine di un mito». Maddalena Camera dà voce alla protesta di Confartigianato Como firmando “Imu, studio choc degli artigiani: costerà più del doppio dell’Ici”. «“Per i piccoli imprenditori – denuncia il presidente di Confartigianato Como, Marco Galimberti – l’Imu raddoppierà la tassa immobiliare che già si pagava con l’Ici sui capannoni industriali e sugli immobili adibiti alla produzione, come magazzini e depositi”. Una vera ingiustizia, spiega Galimberti, in quanto le piccole imprese e le attività artigiane sono in crisi da tempo. “Secondo i nostri calcoli – continua il presidente di Confartigianato Como – un capannone che pagava 2.300 euro di Ici con i nuovi moltiplicatori e le nuove aliquote potrebbe pagare fino a 4.800 euro”. Più del doppio, dunque. Troppo per un immobile strumentale in carico a un’azienda che a sua volta è già chiamata a pagare le tasse».
“La casa brucia” Sono queste le parole scelte per il titolo di apertura del MANIFESTO di oggi che nel sommario riunisce i temi sul tappeto politico “Mario Monti presenta il Documento di programmazione economica e promette: «Torneremo a crescere». Ma dal 2013, perché nel 2012 tutto decrescerà. La Confindustria ammette: la disoccupazione aumenterà ancora. E l’Imu sgonfia la bolla immobiliare: prezzi giù dal 20 al 50%. A Roma fiaccolata contro i troppi suicidi”. Il rinvio è alle pagine 2,3 e 5 con una serie di richiami aggiuntivi nella colonna di apertura della prima a sottolineare alcuni temi: Finanza pubblica; Rischio bolla immobiliare e infine disoccupazione e suicidi. L’affondo sulla casa è in apertura di pagina 5 che segnala una studio del Censis “Quotazioni giù del 20% con punte del 50%. Le compravendite già in pesante negativo nel 2011: -600mila” e il titolo precisa «L’Imu farà crollare i prezzi del mattone». Fulminante l’inizio dell’articolo «L’operazione sta riuscendo, ma il paziente sta morendo. Il gerundio è d’obbligo perché si parla di stime – per quanto fondate su movimenti dei prezzi già evidenti – su effetti che si manifesteranno appieno solo tra qualche mese (…) La reintroduzione dell’Imu – accoppiata a una revisione drastica degli estimi catastali sulla base del criterio del “metro quadro” al posto dei più vaghi “vani” – rischia di far scoppiare la bolla immobiliare italiana». E più sotto si sottolinea «L’Imu in effetti, non distingue tra grandi e piccoli proprietari, né tra case di prestigio e piccoli appartamenti di periferia. Tutti dovranno perciò pagarla (…)» e infine si fa notare che «(…) gli immobili rappresentano il 53% della ricchezza patrimoniale del paese: una svalutazione rapida e pesante peserà dunque sul Pil (e sulle strategie di rientro del debito pubblico). Un vero successo economico, insomma».
IL SOLE 24 ORE dedica all’Imu due pagine, la 10 e la 11. Da un lato l’Imu per le famiglie: “Il Fisco sulla casa fa il pieno a fine anno”: «Dopo il restyling avvenuto in commissione Finanze alla Camera, il calendario dei versamenti si biforca: per l’abitazione principale, i contribuenti potranno scegliere di versare l’imposta in tre rate, due di acconto (18 giugno e 17 settembre) e una di saldo (17 dicembre), mentre i titolari di altri immobili devono fare i conti con la scansione più tradizionale che prevede due appuntamenti alla cassa (giugno e dicembre). Gli acconti, in tutti i casi, si calcolano però con le aliquote standard di riferimento fissate dalla legge nazionale (4 per mille per l’abitazione principale, 7,6 per gli altri immobili tranne il 2 per mille previsto per i fabbricati strumentali all’attività agricola): le scelte locali entreranno in campo solo al momento del saldo. La prova pratica di questo meccanismo, però, rivela più di un limite. Prima di tutto, la scansione in tre rate è stata limitata all’abitazione principale, anche per evitare eccessive tensioni di cassa nei Comuni (che comunque sono tornati ieri a denunciare il «pasticcio» e a chiedere un incontro urgente al Governo), con il risultato però di escludere dal “beneficio” tutti i versamenti più pesanti, che si concentrano su seconde case, negozi e imprese. Anche nell’abitazione principale, comunque, l’obiettivo di evitare versamenti troppo pesanti dilazionando i versamenti è centrato solo nei casi in cui i Comuni scelgano di non allontanarsi dall’aliquota di riferimento del 4 per mille». Dall’altro l’Imu sulle imprese: “Costi aziendali triplicati”: «Il livellamento verso l’alto della pressione fiscale locale, inoltre, farà sì che la cura si rivelerà più aspra proprio nei Comuni che fino a ieri erano stati leggeri nell’imposizione sul mattone. È il caso, prima di tutto, di Milano, che fino al 2011 ha mantenuto l’Ici ordinaria al 5 per mille. Con il passaggio al 9,6 per mille ipotizzato in queste settimane, che si aggiunge ai nuovi moltiplicatori che aumentano del 60% la base imponibile di negozi e uffici, del 40% quella dei laboratori e del 20% quella dei capannoni, gli effetti sono drastici: un piccolo negozio di periferia passerebbe da 363 a 1.128 euro, e aumenti oltre il 200% interesserebbe magazzini e uffici. A Roma, dove anche l’Ici aveva abbondantemente raggiunto i tetti massimi consentiti dalla vecchia legge, gli incrementi previsti si “limitano” a un +145% per i negozi e a un +82% per i capannoni».
Sei pagine dedicate all’economia oggi su AVVENIRE e all’Italia «in attesa di crescere». All’interno di questo contesto, una intera pagina è dedicata all’Imu, su cui «è rivolta». In rivolta sono anziani, disabili e comuni: i primi per le palesi iniquità, i terzi per il poco gettito che entrerà in cassa e per il continuo divenire delle norme. L’apertura del Governo di due giorni fa, secondo cui i Comuni avrebbero potuto decidere agevolazioni sulla prima casa di anziani e disabili, ieri è stata gelata dalla precisazione: «a loro carico». Lo Stato cioè non ci vuole rimettere un centesimo. Anci ha denunciato «l’assoluta rigidità del Governo». AVVENIRE in una puntina in pagina denuncia una scelta che non rispetta le fragilità delle persone, che non possono essere consegnate a una sorta di «sussidiarietà della penalizzazione delle famiglie». Quanto al deprezzamento degli immobili previsto dal Censis e quantificato in un crollo del 20-50% del valore degli immobili, AVVENIRE lo accompagna al crollo del 20% delle costruzioni rispetto a un anno fa e rilancia con forza la denifizione dello Stato data ieri da Giuseppe Roma: «un’idrovora», con le famiglie che si stanno trasformando da «soggetto consumatore a soggetto benefattore».
Nessun riferimento in prima pagina alla questione Imu per la STAMPA di oggi, a cui invece p dedicata l’intera pagina 7 del dossier “L’edilizia e la nuova tassa” sotto il titolo “L’Imu deprime il prezzo delle case – Allarme del Censis: le famiglie con due immobili venderanno, «prezzi in calo del 20% entro fine anno». Nessun commento accompagna il servizio di Paolo Russo in cui si riportano diversi passaggi della presentazione di Giuseppe Roma. Molto chiara la scheda sui numeri chiave. Aliquote: «Sulla prima casa è prevista un’aliquota minima al 4,8%, mentre per le seconde case l’aliquota minima sale al 7,6%. Per la seconda casa sfitta l’aliquota può salire fino al 10,6% come avviene a Roma e Milano. Le rate: L’Imu sulla prima casa si pagherà in tre rate, ma anche solo in due. Sulla prima casa si potrà scegliere se pagare in tre rate (33%) o su due (50%). Per gli altri immobili restano le rate, a giugno e poi a dicembre. Agevolazioni: Sono in arrivo per anziani e disabili residenti in case di cura. I Comuni potranno decidere di agevolare la casa, se non è affittata, con l’aliquota per l’abitazione. Idem per gli italiani all’estero che hanno una casa in Italia.
E inoltre sui giornali di oggi:
MONTI
LA STAMPA – Editoriale di Luca Ricolfi molto critico nei confronti del Governo (“Il rischio delle buone intenzioni”). Questo il suo bilancio dei provvedimenti presi ieri: «Nessun meccanismo automatico che trasformi i risultati della lotta all’evasione in minori aliquote fiscali e contributive. Nessuna misura che alleggerisca ora, e non in un lontano e ipotetico futuro, i costi complessivi di chi lavora e produce ricchezza. Nessun taglio alla spesa pubblica improduttiva. E in compenso tantissime intenzioni, «tavoli di lavoro» che si stanno avviando, piani cui «si sta lavorando», ma soprattutto – come collante e come motore di tutto – una fiducia illimitata, quasi una fede, che l’Italia possa uscire dai suoi guai essenzialmente mediante processi immateriali, attraverso i segnali che la buona politica può mandare agli investitori e ai mercati finanziari. Di qui l’invito a rafforzare la coesione sociale, a combattere l’evasione fiscale, il lavoro nero e la corruzione, a promuovere la fiducia interpersonale e in chi ci governa, a riformare radicalmente la politica, a partire dalla legge elettorale e dal finanziamento pubblico dei partiti. Tutti obbiettivi degni e sacrosanti, ma che tradiscono – a mio parere – una visione vagamente idealistica del funzionamento dei sistemi sociali. È strano, per me che faccio il sociologo, doverlo dire di un governo di economisti. Ma mi colpisce molto sentir tanto parlare di «capitale sociale», una delle più controverse e fumose nozioni della mia disciplina, e sentire così poche parole sui ben più solidi meccanismi che, nelle società avanzate, regolano la crescita».
CORRIERE DELLA SERA – Anche il CORRIERE sceglie una firma di peso, quella di Beppe Severgnini, per un editoriale molto severo: “Un po’ di misura (e più fiducia)”. Eccone alcuni passaggi: “H a detto ieri Mario Monti: «Gli italiani stanno dando prova di maturità e responsabilità». È vero. Ora ci si aspetta che la classe dirigente faccia lo stesso. Gli sforzi di molti, nel governo e nelle istituzioni, sono indiscutibili. Ma altrettanto sorprendenti sono le disattenzioni. È inopportuno agitare lo spettro della Grecia, per esempio. Gli spettri si rispettano: non si stuzzicano. Il presidente del Consiglio, dopo aver ricordato l’impressionante numero di suicidi nel Paese ellenico, ha promesso: «Noi lo eviteremo». Ne siamo convinti. Ma i suicidi non vanno soltanto evitati. Come gli spettri, non bisogna neppure evocarli. Perché spaventare una nazione spaventata? Meglio rassicurarla. E ormai c’è un solo modo per farlo: mantenere le promesse (sui tagli delle spese pubbliche, sulla riforma del lavoro) e disinnescare la frustrazione seguita alle molte, ripetute delusioni. Una frustrazione che potrebbe diventare rabbia e che comunque alimenta spinte populiste e antisistema alla Beppe Grillo”.
MIGRANTI
IL MANIFESTO – Lo scandalo dei migranti rimpatriati con lo scotch sulla bocca trova spazio in prima pagina, nella parte bassa, grazie a una vignetta di Vauro che riproduce il famoso urlo di Munch con lo scotch sulla bocca il titolo “Immigrati – Scotch sulla bocca dei rimpatriati”. Il fatto trova ampio spazio in ultima pagina nella sezione “storie”. “Silenzio si rimpatria” il titolo che racconta quello che viene definito “L’immagine dello scandalo” e che il sommario riassume “Una foto di un algerino su un volo Alitalia per Tunisi con lo scotch sulla bocca, scattata da un videomaker, provoca scandalo nel mondo della politica. Ma è una pratica già denunciata da Amnesty e altre associazioni. La polizia si difende: «Era una mascherina sanitaria»”. A centro pagina l’intervista a Mauro Palma, ex presidente del Consiglio permanente contro la tortura “«Una pratica comune nei Paesi dell’Ue»” il titolo che riporta un virgolettato dell’intervista nella quale si afferma che «(…) questo ennesimo caso dimostra che bisognerebbe interrogarsi sulle modalità del rimpatrio, su come vengono effettuate le espulsioni, su quale sia il rapporto che viene instaurato nei confronti di persone a cui si dice “Te ne devi andare” (…)».
ECO-AFRICA
LA STAMPA – Nella pagina dei commenti il quotidiano torinese ospita un intervento a doppia firma Paul Kagame (presidente del Ruanda) e Kanayo F. Nwanze (presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo) intitolato “Africa, svolta ecologica per i piccoli produttori. Eccone un passaggio: «i piccoli proprietari non possono essere ignorati quando si tratta di trovare soluzioni per i cambiamenti climatici: il mezzo miliardo di piccole aziende agricole a livello mondiale conta per il 60% della produzione agricola globale e provvede fino all’80% della fornitura alimentare nei Paesi in via di sviluppo. Insieme, coltivano vaste aree del nostro pianeta, tra cui l’80% dei terreni agricoli nell’Africa sub-sahariana e in Asia. Possiamo davvero contare su questi agricoltori, per la maggior parte disperatamente povera, per un ruolo di primo piano per affrontare le due sfide della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale? Possono produrre più cibo, proteggendo l’ambiente naturale? Crediamo che la risposta a entrambe le domande sia un sonoro sì. L’esperienza del mondo reale dimostra che lo possono fare. Ma il successo è possibile solo se possono adottare tecniche ambientalmente sostenibili che conservino e valorizzino il suolo e le acque sotterranee».
FONDAZIONI
ITALIA OGGI – Pezzo a pag 11 “Una mancia da 10 milioni di euro” sui due decreti governativi firmati dal governo per finanziare decine di fondazioni e associazioni di area politica. Alcuni numeri: L’Istituto Gramsci incassa 210 mila euro; l’istituto Luigi Sturzo ne prende 215. Tra i beneficiari anche la fondazione Liberal, Magna Carta, Craxi, De Gasperi.
AZZARDO
AVVENIRE – Intervista a Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, che presenta alla Camera il codice di autodisciplina per la pubblicità dei giochi. «L’interesse di tutti è consolidare i risultati acquisti: stacchiamo il piede dall’acceleratore e regoliamo il mercato».
GERMANIA
ITALIA OGGI – Negli ultimi dieci anni è scomparso il 25% delle Kneip. Secondo il pezzo “Si estinguono le osterie tedesche” la gente preferisce bersi la birra in caca stravaccata davanti alla tv.
Nessuno ti regala niente, noi sì
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